IL SISTEMA. La rete degli ingegneri “simpatici” alla CAMORRA. Si sponsorizzava tra di loro e così Claudio Valentino…

16 Giugno 2020 - 12:08

Le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Claudio Lamino, confermano l’esistenza di relazioni ampie, diffuse, solide e consolidate tra i clan e le burocrazie comunali che hanno in mano la potestà su enormi quantità di danaro

 

CASERTA –  E’ un’ordinanza illuminante quella che ha colpito il clan Puca di Sant’Antimo, la famiglia di politici e imprenditore dei Cesaro. E’ illuminante soprattutto per capire quanto sia nei fatti, nelle cose la relazione tra la camorra, quella forte, importante, anche sanguinaria all’occorrenza, e il settore pubblico. Camorra e politica, ma anche e forse soprattutto camorra e burocrazie comunali.

Ci soccorrono infatti le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Claudio Lamino che è stato per anni esponente di spicco del clan Puca. Lamino racconta come Claudio Valentino, ingegnere di Casagiove, sia arrivato al comando delle operazioni dell’ufficio tecnico del comune di Sant’Antimo. Lorenzo Puca, figlio del boss Pasquale Puca ‘o minorenne, fondatore dell’omonimo clan non lo conosceva neppure Claudio Valentino. E qui si capisce che esisteva un kit, una lista di affidabili. Ed era quella la chiamata diretta, la chiamata amministrativa che contava e non certo quella delle normali procedure che portano un’amministrazione comunale a scegliere un dirigente di settore. Nel racconto di Lamino, l’amministrazione comunale di Sant’Antimo scompare e si capisce che il clan Puca, evidentemente insieme ai Cesaro, svolgeva le funzioni di sindaco, di assessore e di titolare dell’indirizzo politico.

A Lamino sono state rivolte delle domande specifiche, relative all’oggetto dell’indagine. Magari, allargando il discorso, avrebbero potuto saltare fuori anche altri nomi.

E torniamo al book fotografico dei tecnici “affidabili”. Il clan Puca aveva puntato tutto su Felice “Marsiglia” (in effetti, Lamino sbaglia il cognome perchè si tratta di Felice Marsilio, 57 anni, architetto di Succivo con trascorsi politici anche nell’amministrazione comunale e residente a Sant’Arpino), architetto e dirigente al comune di Succivo. Ciò avvenne dopo l’arresto dell’architetto Pedata, il quale si era bruciato a sua volta servendo i Puca dalla scrivania di dirigente dell’Utc di Sant’Antimo. Non sappiamo se Marsilio disse no trovando una scusa, oppure se effettivamente non era nelle condizioni personali o tecnico giuridiche per assumere l’incarico che il clan gli aveva offerto.

Ma ai Puca, l’architetto Marsilio lasciò un consiglio, una sorta di lettera di referenze: l’uomo giusto al posto giusto si chiamava Claudio Valentino, di cui Marsilio aveva seguito la carriera, costellata da tante discese ardite e altrettante risalite e da momenti in cui veramente se l’era cavata per il rotto della cuffia, quando aveva fatto il dirigente nei due comuni bollentissimi di Villa Literno e di Orta di Atella.

Dicevamo dell’amministrazione comunale. Alla fine, Claudio Lamino racconta brevemente quella che era una sorta di notifica che la camorra faceva al livello politico: Lorenzo Puca convocò il presidente del consiglio comunale Vincenzo D’Aponte, il quale a sua volta andò dal sindaco Francesco Piemonte che in un minuto firmò il contratto a tempo determinato con cui Claudio Valentino assunse la funzione di dirigente della Ripartizione dell’Urbanistica.

In quel periodo, il comune aveva bandito il concorso per coprire stabilmente quel posto. Fu annullato, perchè figuriamoci se questi qua si facevano impressionare dal sospetto che poteva generare un fatto del genere. Ne fu bandito un altro e naturalmente a vincerlo fu Claudio Valentino, grazie, perdonateci la battuta, alla valutazione di una commissione i cui componenti erano Lorenzo e Luigi Puca e il sempre ottimo Di Lorenzo.

 

QUI SOTTO LO STRALCIO DELL’ORDINANZA