Il suicidio dell’insegnante. Ci sono due super testimoni, di cui uno diretto, che hanno parlato ai pm dei maltrattamenti (per noi presunti) subiti da Raffaella Maietta dal marito, oggi indagato, Luigi Di Fuccia

12 Ottobre 2022 - 13:16

Dall’indagine emergerebbe anche un ruolo, naturalmente esplicitato in buona fede, dei due figli della coppia, i quali avrebbero cercato in tutti i modi di evitare che i loro genitori si separassero, nonostante che la docente avesse più volte manifestato più volte l’intenzione di farlo

MARCIANISE Luigi Di Fuccia è, come abbiamo già scritto nei giorni scorsi, ufficialmente indagato dalla procura della repubblica di Santa Maria Capua Vetere in relazione al suicidio della moglie, la docente Raffaella Maietta, che ha messo fine alla sua esistenza il 5 maggio scorso, gettandosi sotto ad un treno nella stazione di Marcianise. Al momento si conosce la circostanza dell’iscrizione dell’operaio nel registro degli indagati. L’ipotesi di reato per il momento avanzata dalla procura della repubblica di Santa Maria Capua Vetere è quella di maltrattamenti in famiglia. Questo però non vuol dire che nel prosieguo delle indagini possano essere messi a fuoco altri, presunti comportamenti illegali del Di Fuccia con la prefigurazione e poi eventualmente con la contestazione anche di altri reati.

Un rapporto difficile quello tra Luigi Di Fuccia e Raffaella Maietta. Probabilmente, un matrimonio a cui l’insegnante avrebbe voluto mettere fine da tempo e che invece continuava a dispetto di uno stato dei fatti evidente e, soprattutto, incancrenitosi giorno per giorno con cifre di pericolosità psicofisiche sempre pù inquietanti. A Marcianise si dice che, in perfetta buona fede, siano stati i figli dei due coniugi entrambi trasferitisi per lavoro in altre regioni, a cercare in tutti i modi di tenere uniti i loro genitori.

Ma non è questo il problema che affronta l’autorità giudiziaria, la quale deve sviluppare la propria indagine per comprendere se, attorno al suicidio della donna, si siano sviluppati comportamenti che, da un lato abbiano potuto influire, dall’altro lato abbiano anche superato i limiti definiti dal codice penale. L’ipotesi di reato dei maltrattamenti in famiglia ai sensi dell’articolo 572 del codice penale, ci dà una sola certezza: i magistrati, il pubblico ministero, titolare dell’indagine nutre qualche dubbio intorno ai comportamenti dell’uomo, ritenendo, anche sulla scorta della deposizione acquisita da un testimone che Raffaella Maietta sia stata, in diverse circostanze maltrattate dal marito.

Siccome l’articolo 572 (CLIKKA E LEGGI) ha una composizione piuttosto variegata rispetto alle pene da applicare in funzione delle conseguenze che questi maltrattamenti possono determinare, è chiaro che il lavoro di indagine e soprattutto quello che ai testimoni si chiederà eventualmente di dettagliare, costituiranno la base costitutiva di una eventuale richiesta di rinvio a giudizio oppure di un’archiviazione della posizione dell’operaio.

Il testimone avrebbe raccontato di alcuni atti di violenza fisica che a suo dire, l’uomo avrebbe consumato ai danni della donna che avrebbe, ripetiamo, sempre ad avviso di questo testimone, ricevuto minacce di morte da parte del marito, il quale, nel momento in cui sua moglie chiedeva aiuto, spiegava questo comportamento come determinato da disturbi psichici. Naturalmente stiamo parlando di una persona solamente indagata e di elementi da noi raccolti sui racconti di questo presunto super testimone. Sappiamo anche che la procura lavora per recuperare le ricostruzioni che un altro super testimone, una donna potrebbe fare. Si tratta di una persona che avrebbe trascorso un intero mese di vacanza con Raffaella Maietta e che avrebbe anche raccolto tutte le confidenze e tutti gli sfoghi di quest’ultima sui presunti maltrattamenti subiti dal marito.

Naturalmente com’è logico e doveroso, rimaniamo a disposizione di Luigi Di Fuccia e dei suoi legali qualora volessero esprimere il proprio pensiero e il proprio punto di vista su questo articolo e in generale sull’indagine della procura della repubblica.