Incredibile ma vero: De Luca viola il sistema dei budget e per favorire Salerno a scapito di CASERTA aumenta di un milione di euro quello del settore Riabilitazione. Ormai siamo una colonia della città dello sbarco
1 Ottobre 2021 - 12:53
In calce all’articolo la delibera “incriminata” con la tabella dei budget
CASERTA – (Gianluigi Guarino) Tutto il sistema dell’erogazione della spesa sanitaria è fondato, ripetiamo, fon-da-to sul meccanismo dei budget. In poche parole, ad ogni settore finanziato dal servizio sanitario nazionale attraverso la Regione Campania, viene applicato un tetto di spesa, frutto di una calibratura che tiene conto della variabile demografica generale e specificamente focalizzata sul numero dei cittadini titolari del diritto all’assistenza sanitaria gratuita o semi gratuita, dei diversi territori coperti ognuno da un’azienda sanitaria locale o Asl che dir si voglia. Quel budget è fisso. Per cui, anche se è in corso, anche se è in esercizio, l’anno a cui è imputata la cifra trasferita dalla Regione, tramite Asl, ad ognuna delle sezioni di assistenza sanitaria, dal giorno dopo, la stessa Regione non tirerà fuori più nemmeno un euro e quel laboratorio, quel centro di riabilitazione passeranno alla cosiddetta assistenza diretta. In pratica se vuoi farti una radiografia, un’ecografia, un’analisi del sangue o una terapia riabilitativa, una tac, una risonanza magnetica, devi pagare l’intera prestazione e non solo il ticket.
Su questo argomento CasertaCe ha scritto tantissimi articoli, perchè il sistema, che di per sè può essere anche necessario dopo gli anni della durissima azione di rientro dal macro buco accumulato dalla Regione Campania in anni e anni di sperperi e di mala gestione della sanità territoriale, è gestito in maniera a dir poco incivile dalla Regione Campania che da un giorno all’altro, ti dice che il tetto complessivo è stato raggiunto, senza preavviso e senza un piano che permetta alla singola struttura convenzionata di pianificare se stessa e, dunque, anche tutti i processi di gestione che riguardano la carne viva dei suoi dipendenti, delle famiglie che mangiano grazie al lavoro di tante professionalità.
Dall’inciviltà si è passati, come pure abbiamo scritto e spiegato dettagliatamente in molti articoli, al vergognoso sopruso nel momento in cui sono stati bloccati e riteniamo che si tratti di un metodo ancora applicato, i rimborsi anche per prestazioni compiute in buona fede dalle strutture convenzionate prima della data in cui la Regione ha comunicato loto che il budget è stato superato, anzi è stato superato 15 giorni prima della formalizzazione di questa operazione e quindi tu, laboratorio, centro di riabilitazione eccetera, te la prendi a quel posto. A questo punto l’imprenditore sanitario convenzionato potrà percorrere due strade: o richiamerà, riconvocherà il paziente, dicendogli di avere…pazienza dato che l’assistenza convenzionata era scaduta nonostante la Regione non avesse ancora comunicato la circostanza (un’assurdità unica al mondo, ma è successo e succede) e dunque gentilmente lei, signor paziente, è pregato di passare per la nostra amministrazione, di pagare per intero il corrispettivo per la prestazione ricevuta, oppure, pagare in proprio, come fanno quasi tutti, caricando questa spesa sul bilancio dei laboratori, dei centri e di ogni altra struttura convenzionata.
In questo quadro che, ripetiamo, si può qualificare solo con la parola sopruso, l’unica cosa che reggeva era costituito dal fatto che il tetto di spesa e anche le porcate metodologiche con cui la Regione ha gestito le procedure, valevano per tutti, cioè per le strutture convenzionate operanti nelle Asl campane.
E anche questo non è vero più perchè il governatore De Luca, da questo popolo campano appecoronato, ha ricevuto solo devozione, come se noi avessimo un destino ad ammirare e a piegare la schiena di fronte a un dittatore, ad un monarca assolutista. In realtà, De Luca lo dovrebbero votare solamente i salernitani dato che lui li ha sempre e continuamente nel cuore al punto da favorirli in maniera iniqua, ingiusta, così come ha fatto con la delibera numero 394 del 22 settembre scorso.
Leggetela un pò e rimarrete sbigottiti. Con tutti i budget esauriti nel settore dei centri di riabilitazione, dunque con il passaggio di questi all’assistenza diretta e dunque ad una condizione di gestione aziendale economicamente e difficilissima, sapete cosa ha fatto il salernitano? Siccome il direttore generale dell’Asl di quella provincia si è lamentato perchè non ha più soldi da erogare alle strutture convenzionate, ha fatto sì che la giunta approvasse un provvedimento senza precedenti che rompe anche quel minimo di equilibrio, derivato dal fatto che la porcata era quantomeno porcata per tutti.
Con questa delibera, infatti, senza una motivazione e rompendo clamorosamente un equilibrio di onestà intellettuale, De Luca ha fatto attribuire all’Asl di Salerno la cifra di 1.084.000 euro circa, portando il budget da 64 milioni 841 mila euro a 65 milioni 925 mila euro, e tutte le altre Asl cioè le tre di Napoli, quella di Caserta, quella di Avellino, quella di Benevento sono stanno lì a guardare come se non avessero lo stesso problema che ha avuto la loro consorella di Salerno, solo che se il signor Ferdinando Russo si permette di dire a De Luca che qui a Caserta il budget per la riabilitazione non basta, il governatore gli dirà di non rompere le scatole e che lui lo ha mandato a fare il direttore generale a 7/8mila euro al mese proprio perchè Caserta non rompa le scatole. E ha mandato lui che è di Casoria soprattutto per evitare che un direttore generale autoctono, indigeno potesse essere assalito da qualche moto di appartenenza.
Guardate, noi abbiamo il pregio oppure il difetto, dipende dai punti di vista, di utilizzare spesso quella che riteniamo la dovuta retorica dell’indignazione e dell’invettiva politico editoriale. Con De Luca, soprattutto in periodo covid, lo abbiamo fatto centinaia di volte. Dato che nulla succede e il governatore, che si crede l’uomo politico più intelligente e capace del mondo, figuriamoci se si fa passare per l’anticamera del cervello le denunce di un giornale a diffusione provinciale, peraltro escluso e censurato, ovviamente, nelle rassegne stampa della Regione, l’unica cosa che possiamo fare è prendercela con chi, facendo parte della giunta regionale e dei banchi di maggioranza del consiglio regionale ed essendo rappresentante della provincia di Caserta (lo stesso discorso vale anche per altri assessori, per altri consiglieri di maggioranza non salernitani), non ha avvertito l’esigenza di alzarsi e di dire al governatore che la delibera di cui lui chiedeva dittatorialmente l’approvazione, era sbagliata ma soprattutto iniqua e clamorosamente emblematica dello stato comatoso in cui versa la democrazia in questa regione.
Per quanto riguarda Caserta, all’assessore regionale Nicola Caputo diciamo con rispetto che se lui firma delibere del genere, fornisce la prova provata che lui l’assessore, al di là della delega che esercita e che nulla c’entra con la sanità, lo fa orientando ogni sua azione a mostrare ben distinta davanti agli occhi del suo benefattore De Luca, la propria testa genuflessa, in modo da conservare la poltrona, visto e considerato che un minimo atto di insubordinazione potrebbe costargli caro, potrebbe determinare la sua defenestrazione ipso facto. Se non è come diciamo noi, Nicola Caputo ci dica qual sia un’altra spiegazione, quale sia un’altra chiave di lettura della sua inerzia, visto e considerato che le delibere devono essere approvate dalla giunta in quanto organo collegiale nel quale ogni assessore, al di là della materia di cui si occupa, deve votare ognuno degli atti amministrativi. Noi siamo qui e desideriamo il confronto. Dunque, l’assessore regionale Nicola Caputo ci scriva, dica la sua, in modo da confrontarla con la nostra.
Questo, per quanto riguarda l’assessore all’agricoltura. Sugli altri politici casertani che militano nella maggioranza in consiglio regionale, c’è poco da dire: Gennaro Oliviero sostiene che il suo status di garante istituzionale, di vertice del potere legislativo e di controllo, gli impone di non entrare in conflitto politico con il governatore, titolare del potere esecutivo. Giovanni Zannini non ne parliamo proprio, fa incetta di ricottine quotidiane con cui Piero De Luca, figlio del governatore e Fulvio Bonavitacola, lo tengono buono e a cuccia, anche perchè lui non è all’altezza di temi seri e seriamente connessi alla qualità di un’azione di governo complessa in quanto erogata ai cittadini della terza regione d’Italia per abitanti e alla prima regione per complessità dell’ordito socio economico che la contraddistingue.
Per quanto riguarda, invece, Enzo Santangelo, non pervenuto. Non abbiamo letto, in un anno, un suo comunicato o un suo intervento su una qualsiasi materia. Infine, e ci dispiace dirlo per la stima che le portiamo come persona e come professionista, anche Maria Luigia Iodice, peraltro medico di base quindi molto competente in materia sanitaria, latita totalmente.
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