JUVENAFRO. Si potrebbe liberare un posto in A2, Nevola pronto a dargli la caccia
28 Aprile 2018 - 11:26
CASERTA – Negli ultimi giorni sembrano esserci stati alcuni movimenti in seno al campionato di A2, che ha visto concludersi la fase regolare e si appresta a dare il via a playout e playoff. Da tempo si mormora di alcune piazze in difficoltà economica, con Ferrara e Roseto che arrancano. Ultimamente però anche Bergamo, da quanto appreso dalla newsletter ‘Spicchi d’Arancia’, sembra essere in forte difficoltà, e non è da escludere un passo indietro della compagine orobica dinanzi ad un impegno economico che sembra non essere più alla portata dei soci.
Proprio ieri pomeriggio Antonello Nevola, accompagnato dal Presidente Onorario Gianfranco Maggiò, ha avuto un summit con alcune persone nella zona di via Brunelleschi.
Se l’ex direttore operativo bianconero è colui che al momento riveste la carica numero uno di quella che noi appelliamo Juvenafro, è pur vero che alle sue spalle la presenza di Raffaele Iavazzi diventa sempre più scomoda ed ingombrante anche alla luce delle dichiarazioni fatte da Alberto Di Nardi, che hanno portato al sequestro di oltre due milioni di euro nei confronti del fratello dell’ex patron bianconero, Francesco Iavazzi.
Da quello che racconta Di Nardi si ha un quadro ben preciso sia del motivo per il quale la famiglia Iavazzi ha deciso di investire nella pallacanestro, sia del fatto che il patron Raffaele fosse al corrente di tutto, sia che alla fine, chi apriva e chiudeva i rubinetti, era probabilmente Francesco, che attraverso le sponsorizzazioni di Impresud e Gruppo Iavazzi era in grado di finanziare il giocattolo del fratello. Non è un caso che, dal momento in cui l’interdittiva antimafia colpì le società degli Iavazzi che operano nel settore della gestione dei rifiuti, siano contestualmente iniziati i problemi della Juvecaserta.
Sia chiaro, non è che non ci fossimo arrivati già allora, ma tra il supporre ed avere testimonianze a conferma c’è una bella differenza.
Ci chiediamo, a questo punto, se tale progetto rimesso in campo da Raffaele Iavazzi sia sostenibile da parte di altri imprenditori. Fermo restando che fino a prova contraria, in Italia, sono tutti innocenti, ci chiediamo quale imprenditore, in questo particolare contesto, possa trarre benefici dall’affiancare il nome proprio e della sua azienda a quello di Impresud, Gruppo Iavazzi e della famiglia Iavazzi in generale. Tutta pubblicità in negativo.
È un po’ lo stesso motivo per il quale, ad esempio, dopo la condanna a 12 anni inflitta a Marcello
Dulcis in fundo torniamo a porci una domanda: perché andare a prendere una realtà al di fuori della regione anziché dare una mano a chi sul terriotorio è già presente, riconosciuto e con un progetto al momento vincente e di prospettiva come quello del San Nicola Basket Cedri?
Certo, c’è una categoria di differenza, ma al netto di una salvezza che Venafro deve ancora acquisire sul campo nonostante gli innesti per i quali è stata già spesa una cifra attorno agli 80.000€, non si sarebbe potuto puntare anche sulla promozione dei Cedri, squadra già altamente competitiva e che, con 80.000€ di rinforzi, avrebbe potuto davvero diventare la prima seria candidata alla promozione?
Oltretutto crediamo che, anche in termini comunicativi e di immagine, iniziare una nuova avventura con una promozione possa esser ben più galvanizzante ed accattivante per i tifosi piuttosto che iniziarla con una striminzita salvezza passando attraverso i playout. Ma questo è semplicemente il nostro umile pensiero.
Ruben Romitelli