La banda dei furti d’auto con lo spinotto “magico”. 23enne collabora e ottiene i domiciliari

6 Dicembre 2019 - 16:18

CAPUA (red.cro.) – Una buona condotta e una collaborazione che sta dando i suoi frutti a Emanuele O.M., di Casoria. 23 anni, era stato arrestato assieme ad altre 5 persone per una serie di furti che dalla provincia di Napoli, erano stati perpetrati in tutta la Terra di Lavoro, fino ad arrivare al Lazio. Il giudice del tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha deciso per lui la misura degli arresti domiciliari. Questo perché il 23enne ha iniziato un percorso collaborativo già durante l’interrogatorio di garanzia. Infatti ha ammesso i reati contestati e ha spiegato come la banda avesse messo in piedi un’organizzazione per il furto e la ricettazione di decine e decine di vetture.Per implementare l’operato criminale la banda si dotò di uno ‘spinotto’ del valore di 600 euro grazie al quale decodificare le chiavi, un passepartout per poter entrare in tutte le vetture e permetterne l’accensione. Unico ostacolo per i ladri rimaneva il sistema bloccasterzo.

L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, costituisce l’epilogo di un’attività investigativa dei carabinieri di Vairano Scalo, svolta tra febbraio e settembre del 2018. Tutto comincia con il furto di un’auto nei pressi della stazione ferroviaria di Vairano-Caianello ed ha poi riguardato diversi episodi di furti di veicoli commessi dalla banda, almeno 8 quelli riusciti e tre i tentati. I raid sono avvenuti nelle province di Caserta, Napoli e Latina. Secondo quanto accertato dagli investigatori la banda si spostava tra le province utilizzando l’auto di di un membro del gruppo e, dopo aver localizzato i veicoli, tutti di nuova immatricolazione e pertanto di rilevante valore, mettevano a segno il colpo. Dalle indagini, svolte mediante appostamenti e pedinamenti ma anche attraverso la costante attività di intercettazione, è emerso come l’organizzazione criminale per implementare la propria operatività aveva acquistato lo spinotto, dal valore di circa 600 euro, in modo da decodificare le chiavi delle auto prese di mira e permetterne l’accensione in maniera agevole. Unico impedimento per la banda erano i dispositivi blocca sterzo.