LA CAMORRA DI MADDALONI. Così Giuseppe Amato distrusse un negozio che si rifiutava di pagare. La strategia della tensione di D’Albenzio

2 Giugno 2020 - 09:11

MADDALONI – Non c’era molto accordo nel gruppo organizzato da Salvatore D’Albenzio a proposito delle estorsioni da consumare nei confronti dei commercianti di Maddaloni. Era sempre Palladino Spallieri ad occuparsene personalmente. Su questo punto, è capitato che ci fossero dei disaccordi tra lui e D’Albenzio, il quale, in una conversazione intercettata ed inserita nell’ordinanza, insisteva sul fatto che gli interessavano i soldi e riporta anche un efficace esempio di come costringere le vittime a pagare.

“Ricordava a Spallieri Palladino – scrive il giudice – che Amato Giuseppe per costringere l’imprenditore a pagare, gli aveva buttato all’aria parte della merce che aveva in esposizione e a seguito di tali pressioni l’imprenditore si era piegato al versamento della tangente“.

Il riferimento è a Giuseppe Amato il quale, al momento della conversazione, si trovava in carcere e riceveva, a detta del giudice, i messaggi che il citato D’Albenzio gli faceva recapitare tramite i familiari.

Il dettaglio potete leggerlo qui in basso.

 

QUI SOTTO LO STRALCIO DELL’ORDINANZA