La CROCE CADENTE, non può diventare il simbolo dell’antica chiesa di Sant’Antonio
5 Marzo 2025 - 12:23

La segnalazione di una web-lettrice: «Guardate questa foto, possibile che nessuno intervenga?». Una vergogna da cancellare, prima della festa.
TEANO (Pietro De Biasio) – «Alla Redazione, vi invio questa foto scattata al santuario di Sant’Antonio. Guardate il campanile». La croce è danneggiata, inclinata e dimenticata. Eccola qui, la segnalazione di una nostra attenta web lettrice. Una di quelle che passano inosservate, perché non parlano di scandali, di cronaca o di grandi eventi.
Ma parlano di qualcosa di più sottile: di quello che sta lì, nel silenzio, a testimoniare il lento scivolare nell’incuria. Eppure, nessuna relazione tecnica, nessuna perizia, nessuna rassicurazione istituzionale potrà mai imbavagliare il popolo che la guarda e ne parla. Perché, si sa, la chiacchiera è fastidiosa quando colpisce i padroni del fuoco.
È scomoda quando arriva dal basso, che si ostina a dire la sua. Il popolo sidicino, ricordiamo, ha parlato del «Pino» abbattuto, ha espresso un’opinione. E, nel farlo, ha dato prova di resistenza e di democrazia. Magari accadesse lo stesso per altre questioni: per le tasse locali che soffocano i cittadini, per il Puc sempre in ritardo, per il mega impianto rifiuti «Gesia» che minaccia terra, aria e acqua. Ma guai a parlare troppo: arriva subito qualcuno, politico, scienziato, tecnico, articolista illuminato, a spiegare che il popolo non capisce, che il popolo deve stare zitto, che il popolo si lagna senza competenze.
Eppure, il popolo parlante qualcosa l’ha ottenuta. Forse non ha fermato le motoseghe, forse non ha salvato il maestoso albero assunto a simbolo della città, ma almeno ha lasciato un segno. E allora guardiamo anche alla croce rotta sul campanile della chiesa convento di Sant’Antonio. Sta lì da tempo, nessuno la ripara, nessuno la considera. Sta lì, inclinata e dimenticata, simbolo di una città che cade a pezzi.
Ma attenzione, perché i soldi, a quanto pare, ci sarebbero. Fu l’ex Ministro della Cultura Gennaro