LA DENUNCIA DI MARILENA NATALE: “Ci sono camion di imprese interdette per camorra che trasportano ancora i rifiuti grazie a un ragioniere testa di legno”

18 Luglio 2019 - 12:42

AVERSA – Nella diretta Facebook pubblicata questa mattina, la collega Marilena Natale ha affrontato oggi un tema spinosissimo. I meccanismi non ancora trasparenti attraverso cui, in questa provincia, viene gestita la filiera dei rifiuti.

Siccome si tratta di uno dei settori a più alta possibilità di business, non sono bastate e forse non basteranno mai le operazioni, le ordinanze, la miriade di indagini, le centinaia e centinaia di arresti e sequestri realizzati in questi anni dalle diverse autorità giudiziarie.

Fatalmente, come orsi attirati dal miele, tutti i soggetti border line, sopravvissuti alla stagione della gestione organizzata e imperiale del settore da parte della camorra, magari affiancati da nuovi attori, si buttano a tuffo sugli affari legati al trash.

La Natale tratta diversi argomenti: prevede una emergenza di qui a poco, causata dal fatto che uno degli impianti di lavorazione e di smaltimento delle frazioni umide, sito a Bergamo, avrebbe deciso da qualche mese di non accogliere più i rifiuti provenienti dalla Campania, in quanto impuri.

In verità, si tratterebbe di un remake di ciò che era già successo nel 2014, quando dopo una battaglia giudiziaria nei tribunali amministrativi, l’impianto lombardo e la Ragione Lombardia si erano visti riconoscere la ragione dal Tar proprio in funzione di una tritovagliatura Stir non in grado di garantire il rispetto degli standards costitutivi della frazione umida dei rifiuti, che dai nostri Stir non uscirebbe perfettamente tritovagliata e dunque separata.

La seconda affermazione della Natale riguarda la Senesi: lo storico patron Rodolfo Briganti sarebbe stato, secondo la giornalista, assunto nell’azienda in forza di una decisione dell’amministrazione giudiziario. Un fatto che la Natale contesta animatamente, ponendo soprattutto una questione di opportunità.

Terzo e ultima vicenda quella di due camion che la giornalista avrebbe seguito nel percorso partito dallo Stir di Santa Maria Capua Vetere. Veicoli che oggi sono intestati ad un’azienda il cui legale rappresentante sarebbe un ragioniere che ha lavorato per altre due ditte colpite da interdittiva antimafia e dunque non più abilitate a esercitare l’attività imprenditoriale di trasporti dei rifiuti.

La Natale parla esplicitamente di teste di legno e quindi del solito espediente per aggirare le misure amministrative di prevenzione facendo rimanere in pratica le aziende interdette, ma soprattutto gli imprenditori che le possiedono, saldamente in groppa a un sistema di erogazione di servizi lucrosissimamente remunerato.

Il resto lo ascoltate nella diretta, a cui vi rimandiamo: https://www.facebook.com/marilena.natale/videos/10219712190865879/