La Domenica di Don Franco: “E’ veramente grande non chi si afferma in nome dei propri diritti, ma chi si mette il grembiule e serve”.

29 Dicembre 2019 - 11:40

29 dicembre 2019 – La Santa Famiglia (A)

LA FRAGILE GRANDEZZA DELLA FAMIGLIA

gruppo biblico ebraico-cristiano השרשים הקדושים

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E’ grande chi si mette il grembiule e serve

  1. La famiglia, nelle prime due letture, viene rappresentata con una serie di norme e di modelli che facciamo fatica a comprendere. La prima lettura ci presenta una famiglia patriarcale, propria di un’epoca molto lontana da noi. Anche i precetti di Paolo non ci persuadono del tutto, se li isoliamo dal contesto. Le norme stabilite da una società sono relative a quel dato periodo, e non valgono più non appena la società cambia. Il pericolo di ogni legge è quello di diventare un assoluto. Oggi, mutata la società, la donna aspira ad essere un soggetto autonomo nella vita sociale. Non è possibile ricapitolare tutti i diritti e tutti i doveri nell’autorità del padre. Il cristiano, con atteggiamento critico, rimette in discussione le leggi umane, non per disprezzare la legge, ma per subordinare la legge all’uomo. E’ quello che ha fatto Paolo, quando scrive che il livello giuridico non basta. Paolo va oltre la precettistica dell’Antico Testamento, e sostiene che i rapporti familiari vanno vissuti nel Signore, cioè nella carità, che è al di sopra di tutto. Il vero padre di famiglia è quello che non pensa al suo diritto, ma alla gioia e alla crescita degli altri; non va a consultare il codice, per vedere, nei confronti della moglie e dei figli, quali sono i suoi diritti e quali i loro doveri; non si appella più alla legge ma all’amore; l‘amore può anche condurlo a perdere la propria dignità, ma questa non è mai realmente perduta quando la si perde per amore. E’ veramente grande non chi si afferma in nome dei propri diritti, ma chi si mette il grembiule e serve.
  2. La famiglia è la prima cellula della società e della chiesa. Dio l’ha formata a sua immagine (Gn 1, 26), e ha affidato all’uomo il compito di crescere, moltiplicarsi, sottomettere la terra (Gn 1, 28). Questo progetto di Dio si realizza quando l’uomo e la donna si uniscono nell’amore a servizio della vita. La famiglia risponde al progetto di Dio quando svolge i compiti che le sono propri: l’educazione dei figli agli autentici valori umani e cristiani. Oggi nelle famiglie emergono “valori” che sono secondo Dio, come la procreazione corresponsabile, l’indissolubilità intesa come un dono più che come una legge, la legittima aspirazione della donna all’eguaglianza, l’apertura al dialogo verso la grande famiglia umana, la necessità di relazioni autenticamente personali, la riscoperta della sessualità e della corporeità. Ma appaiono anche disvalori come la degradazione della sessualità, la visione edonistica della vita, l’atteggiamento permissivo dei genitori, l’indebolimento dei vincoli familiari. Il mondo occidentale è stato definito una “società senza padri”. Lo psicanalista Claudio Risé ha scritto un bel libro Il padre, l’assente inaccettabile, e nella presentazione riporta questa citazione: “Se quello che i mortali desiderano, potesse avverarsi, per prima cosa vorrei il ritorno del padre”. È Telemaco, il figlio di Ulisse a parlare così nell’Odissea; egli è una delle prime figure che nelle grandi narrazioni dell’umanità testimonia dell’angoscia del figlio senza padre.

La famiglia: tra amore ed economia

  1. La pagina inquietante del Vangelo di Matteo ci presenta una famiglia in situazione drammatica: il Messia, appena nato, viene perseguitato. Un Bambino perseguitato! Non pensiamo alla santa famiglia nel limbo pacifico di Nazaret, ma nella tribolazione della persecuzione. Oggi tante famiglie sono in sofferenza a causa di problemi complessi: giovani, padri, donne vanno fuori, esposti a tutti i mali fisici e morali, sui quali il nostro occhio di persone “religiose” si fissa con rigore, sui quali a volte manca persino la pietà pastorale della Chiesa. Piuttosto che difendere le indissolubilità astratte, dobbiamo domandarci se nella nostra società non ci sia un Erode che spezza ciò che l’amore unisce: sarà il padrone con i suoi disumani turni di lavoro; sarà il capitalista preoccupato solo del suo capitale in banca; sarà il “protettore” che obbliga le ragazze a vendersi; sarà l’opinionista che diffonde modelli di vita banali; sarà ognuno di noi con la sua cinica indifferenza! Nelle nostre case sta entrando il potere occulto, la logica economica che non ci considera come persone da rispettare ma come individui da solleticare per acquistare, consumare, spendere! La società ci abitua a valutarci reciprocamente secondo la nostra efficienza di produzione e di consumo. Aveva perfettamente ragione K. Marx quando scriveva che “gli uomini e i loro rapporti appaiono capovolti come in una camera oscura, e questo fenomeno deriva dal processo storico della loro vita … Non è la coscienza che determina la vita, ma la vita che determina la coscienza” (Ideologia tedesca). Quindi nella famiglia operano due forze, che si contendono il primato: da una parte la famiglia, il suo rapporto di amore, e tutto sembra immerso nel “primo mattino del mondo”; dall’altra Erode, con in suoi meccanismi perversi, che vuole uccidere il Bambino, che emargina la famiglia, che proclama l’ideologia dell’avere.

La famiglia: piccola Chiesa o anticamera dell’inferno?

  1. Numerose famiglie non sono più luoghi di crescita, di amore, di perdono, ma “luoghi di schiavitù aperta e più spesso mascherata, ove l’uomo ha posizioni egemoni perché guadagna, ove l’uomo rappresenta il padrone borghese e la donna il povero proletariato” (K. Marx). Quante famiglie hanno una casa ricca di cose ma povera di amore! Da piccola “Chiesa domestica” si è tramutata in anticamera dell’inferno, perché i genitori impiegano la prima parte della vita per rovinarsi la seconda. La casa è piena di elettrodomestici, di quadri autori, di vestiti griffati, ma il focolare è spento e la comunicazione interrotta. Marito, moglie, figli, ognuno vive in parallelo come in un albergo. Si resta in famiglia il meno possibile, in silenzio, per non litigare. Fuori, gentili e socievoli con gli altri; duri e spietati con i propri cari, dentro. Come individui schizoidi! Molti genitori hanno sofferto tanto per la guerra e per la ricostruzione; hanno deciso di non fare mancare nulla in famiglia, ma, strada facen­do, hanno perso i figli, la moglie, la coscienza.
  2. Nella mia esperienza ho visto padri ricchi economicamente, ma poveri spiritualmente; con responsabilità nella società, ma irresponsabili in famiglia; pieni di informazioni ma privi di sapienza; arroganti con la moglie e servili con il capoufficio. I genitori vogliono, e giustamente, sapere tutto dei figli: e se i figli sapessero tutto dei loro genitori? Quante famiglie si reggono sull’equivoco e sul mistero! Strana realtà la famiglia: ognuno riceve più di quanto meriti. E’ una fortuna non sapere tutto di tutti. Sarebbe la rovina! Ognuno di noi ha costruito i suoi idoli davanti ai quali bruciare l’incenso della vita. Per i giovani sarà il sesso, per gli adulti sarà il vitello d’oro. Quali sono i nostri idoli? Da chi attendiamo la nostra salvezza? Dalle astuzie della nostra ragione e del nostro pragmatismo? Senza il Signore, la nostra famiglia si popola di strani fantasmi. In sociologia esiste questa legge: quando il centro si spopola, la periferia si popola. Fuori di metafora: chissà quante persone “religiose” abbiamo incontrato, morbosamente meticolose su aspetti periferici del cristianesimo, piene di devozioni e santini, bramose di visioni e apparizioni. Sono certo che Madre Teresa di Calcutta non ha avuto e non ha desiderato nessuna visione: le è bastato servire i fratelli! BUONA VITA e BUON ANNO NUOVO!