LA FOTO. Cesaro padre e figlio sotto processo con familiari accusati di camorra, non demordono: ecco come volevano fregare Martusciello, usando Sibilia
3 Gennaio 2019 - 10:46
CASERTA – (Gianluigi Guarino) Nè la lunga detenzione carceraria dei fratelli Aniello e Raffaele, sotto processo, con l’accusa, sostenuta dalla dda, al cospetto dei giudici del tribunale di Aversa-Napoli nord, nè il processo che li vede imputati a loro volta, sempre davanti allo stesso tribunale, dove si devono difendere da un’accusa di voto di scambio, verificatosi in vista delle elezioni regionali del 2015, mitigano l’attività politica di Luigi Cesaro e del figlio Armando, che appaiono molto più concentrati su manovre e manovrette, bacchettone e bacchettine, che sulla propria sorte giudiziaria e su quella dei loro congiunti, ormai da anni in carcere e che rischiano una pesantissima condanna per collusioni con la camorra, relativamente alle note trame avvenute in quel di Marano.
Gli ultimi giorni dell’anno che potremo estendere agli interi mesi di novembre e dicembre, Luigi Cesaro e suo figlio Armando li hanno dedicati a corteggiare l’irpino Cosimo Sibilia, con l’obiettivo di convincerlo di candidarsi alle prossime elezioni europee.
I Cesaro sanno che Aldo Patriciello non è un politico che si può intruppare all’interno di una strategia finalizzata a garantire un futuro dentro alle stanze del potere dell’inossidabile santantimese e del suo erede diretto.
Sibilia sta in Campania. E’ uno che conosce la politica e ha cognizione, in forza del suo noto albero genealogico, di quelli che sono gli interessi imprenditoriali che della politica campana sono sempre stati struttura e mai sovrastruttura. Insomma, agli occhi dei Casaro, il profilo ideale per aprire una fase di collaborazione.
Solamente che Cosimo Sibilia, tutto è, fuorchè fesso. Si tratta di un politico flessibile, in grado di interpretare i vari momenti, le varie stagioni e la dinamica degli up e down. Per cui, adesso l’ultima cosa che farebbe dopo essersi conquistato anche un posto di rilievo nella stanza dei bottoni della Federcalcio, che riesce a condizionare da super presidente della Lega Nazionale Dilettanti, è quella di farsi fotografare insieme ai Cesaro, men che meno quella di accettare una candidatura alle europee che avrebbe peraltro, solamente, una caratterizzazione ostruzionistica.
Seguite il ragionamento: con queste elezioni regionali, che si fanno l’anno prossimo, basta far balenare agli occhi dei politici campani più in vista del centrodestra, l’ipotesi di una candidatura a presidente, al governatorato che oggi è nelle mani di Vincenzo De Luca, per creare sodalizi funzionali alle necessità di quella che, ancora oggi, incredibilmente, è la classe dirigente di Forza Italia in Campania.
E la necessità più importante, divenuta quasi irrinunciabile per i Cesaro e la loro squadra composta dai soliti noti, vale a dire Domenico De Siano, Pentangelo, Carlo Sarro, questi ultimi due balzati di nuovo in cima alle cronache per l’informativa della polizia sui rapporti tra politica e camorra a Castellammare di Stabia, è quella di indebolire Fulvio Martusciello, possibilmente determinandone la sconfitta alle europee del prossimo maggio, in modo da non trovarselo tra i piedi come ipotesi forte o comunque come fastidioso concorrente nel processo di determinazione del prescelto, alle prossime elezioni regionali.
Il pur abile Martusciello è un pragmatico. Ma non un pragmatico no limits. Nel senso che la politica dell’impossibile che diventa possibile, dei nemici che si trasformano in amici, lui la pratica anche in maniera redditizia, sfruttando una caratteristica storica della sua intelligenza: la sveltezza di pensiero che si traduce in velocità di azione. Ma una cosa è il pragmatismo, altra cosa è immergersi nella melassa tossica dei Cesaro. Non l’ha fatto quando questi erano in auge e quando non avevano ancora problemi giudiziari, figuriamoci se lo fa ora, cioè nel momento in cui stare vicino ai Cesaro rappresenta un atto autenticamente temerario.
Insomma, Martusciello va fermato anche perchè sta costruendo un rapporto con la famiglia di Paolo ed Ermanno Russo che potrebbe indurre quest’ultimo, in funzione di una possibile candidatura del primo a governatore della Campania, a non schierarsi o addirittura a schierarsi per Martusciello alle prossime europee, rendendo ancora più amara la considerazione delle proprie prospettive a Luigi Cesaro ed Armando, il quale è passato in meno di due anni da un orizzonte roseo di quella che considerava una certa candidatura alle elezioni europee, alla necessità di dover far campagna elettorale contro qualcuno e non pro.
Ritornando a Sibilia, la fotografia che pubblichiamo in alto parla da sè. Agli auguri di fine anno da lui organizzati, non ha invitato nè Luigi Cesaro, senatore della repubblica, nè Armando Cesaro, capogruppo di Forza Italia in consiglio regionale.
E questo, vale molto di più di una dichiarazione ufficiale.