LA FOTO. Telefonini e droga nel carcere di S. MARIA C.V. Intervento lampo della penitenziaria: sequestrati hashish e un cellulare. Due detenuti denunciati

1 Agosto 2025 - 12:17

E’ avvenuto nell’infermeria. In passato erano i medici e il personale sanitario a raggiungere i reparti per le visite e per le terapie. Adesso accade il contrario e questo ovviamente crea la possibilità di contatti e di scambi illegali

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SANTA MARIA CAPUA VETERE – Un’importante operazione, portata a termine, ieri sera, dagli agenti della Polizia Penitenziaria in servizio presso la casa circondariale “Francesco Uccella” di Santa Maria Capua Vetere, ha portato al sequestro di un microcellulare e di 240 grammi di hashish introdotti illegalmente all’interno dell’istituto penitenziario e successivamente spacciata  proprio all’interno della casa circondariale

Il sequestro è avvenuto in circostanze che lasciano spazio a più di una riflessione. I fatti si sono svolti nel momento in cui due detenuti, entrambi appartenenti al reparto di massima sicurezza “Danubio”, sono stati accompagnati contemporaneamente in infermeria: uno per ricevere una terapia, l’altro per un improvviso malore.

Durante il trasferimento, l’occhio attento degli agenti ha notato uno scambio sospetto tra i due, che si è poi rivelato essere il momento chiave per il passaggio dello stupefacente e del microcellulare. L’immediato intervento del personale ha consentito il sequestro del materiale e l’arresto in flagranza dei due detenuti, che ora dovranno rispondere dell’accusa di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti all’interno dell’istituto.

Ciò che rende l’episodio ancora più sconcertante è il contesto operativo in cui si è verificato: da qualche tempo, infatti, i detenuti vengono condotti fisicamente in infermeria, anche in caso di lievi malori o terapie programmate. Una prassi che sembra sostituire la precedente modalità in cui medici e infermieri raggiungevano direttamente i reparti, evitando così inutili spostamenti e potenziali situazioni di rischio.

L’episodio riaccende il dibattito sulla gestione sanitaria e sulla sicurezza interna della struttura. Ci si chiede, infatti, perché il personale medico non possa tornare a operare nei reparti, evitando spostamenti e garantendo, quindi, un ulteriore livello di controllo.

L’intervento degli agenti dimostra, ancora una volta, l’alto livello di attenzione e l’impegno costante nella lotta ai diversi  traffici di droga all’interno delle carceri, ma lascia emergere anche la necessità di una più stretta collaborazione tra personale sanitario e penitenziario, per garantire sicurezza, ordine e rispetto delle regole all’interno dell’Istituto.

L’operazione appena conclusa è solo l’ultima di una serie che conferma l’efficacia del lavoro svolto dalla Polizia Penitenziaria, ma anche la complessità di un sistema che richiede coordinamento, organizzazione e volontà condivisa per contrastare con fermezza fenomeni che minano la legalità dietro le sbarre.