La Mozzarella di Bufala, l’eccellenza campana simbolo del Made in Italy

28 Novembre 2019 - 07:20

I formaggi italiani e la mozzarella di bufala in particolare rappresentano uno dei maggiori vanti di tutto il territorio. Purtroppo le recenti inchieste hanno messo in luce un quadro assolutamente fosco e complicato che ha mostrato come molti formaggi dichiarati come 100% italiani siano in realtà realizzati con latte straniero proveniente quindi da Paesi che non sono l’Italia.

I marchi incriminati sono tanti, e hanno tirato in ballo anche la mozzarella di bufala.

Tuttavia è bene comprendere che le aziende incriminate nello scandalo sono anche quelle più famose e commerciali, questo vuol dire che ci sono moltissimi micro e piccoli produttori che risentono di questo scandalo, e ne sono vittime non colpevoli.

Non bisogna dimenticare poi che i prezzi del latte sono lievitati e questo ha determinato un incremento del prezzo della mozzarella di bufala stessa, tuttavia è un fatto determinante proprio della qualità stessa del prodotto.

Sfruttando latte italiano e non straniero come fatto dalle aziende commerciali maggiori, è impossibile non adeguare i prezzi alle cifre di spesa. Tutto questo ha gettato i produttori di formaggi e mozzarella in una profonda crisi ma in realtà ci sono degli iter e delle strategie da seguire per continuare a vendere il prodotto e soprattutto per aumentarne la vendita.

Una delle idee più promettenti sembra quella legata alla possibilità di vendere la mozzarella di bufala all’asta

Non è una follia, infatti quando si parla di vera e propria mozzarella, realizzata mediante le tecniche apposite con prodotti di prima qualità, si offre sul tavolo un prodotto di prima qualità. La quantità di mozzarelle prodotte ha visto un incremento dell’1.5% rispetto al 2018 (Dati CLAL), e questo vuol dire che di fatto l’esportazione del prodotto continua a lievitare anche se le vendite sul territorio hanno subito un rallentamento.

La mozzarella è un’eccellenza italiana, campana nello specifico, e c’è grande margine di guadagno sfruttando la territorialità, anche se appunto il problema del costo del latte è davvero importante.

In due anni, infatti, il costo della materia prima è aumentato di 40 centesimi, ovvero del 28,57% (Dati Dissapore.com), ma fortunatamente la mozzarella non è stata gravata dai dazi inerenti le esportazioni USA introdotti da Donald Trump. L’export, quindi, continua ad essere la forza trainante di questo prodotto, soprattutto in quei paesi dove la percentuale di immigrati italiani è stata molto alta nel corso degli anni.

Come possono i micro e piccoli produttori tutelarsi? Come possono incrementare le vendite ed espandersi all’estero? Da dove partire?

La prima cosa per tutelare il proprio prodotto è registrare il marchio ed il logo aziendale, avvalendosi della protezione in Italia o Europa tramite uno studio legale esperto. In questo modo, con una cifra irrisoria, si va a tutelare il lavoro portato avanti negli anni. Registrare un marchio è facile e oggi più che mai importante per non vedersi usurpare da aziende che fingono di produrre mozzarella di bufala italiana. Un aiuto importante deriva poi dal Consorzio di Tutela della Mozzarella di Bufala Campana DOP che aggrega i produttori locali in un consorzio che serve a tutelarli e a farli conoscere nel mondo.

Ci sono anche diversi accorgimenti di marketing e di packaging che si possono prendere, e storie di successo cui ispirarsi.

Una tra le migliori è quella dello storico caseificio ABC di Vitulazio a Caserta che ha dato vita ad un nuovo marchio, GRETA. Si tratta del lancio di un nuovo prodotto che punta alla sostenibilità, il cui nuovo packaging è totalmente ecosostenibile e riciclabile, perché si tratta di barattoli di vetro. Il progetto di GRETA aiuta a comprendere anche quanto sia fondamentale per i commercianti e i produttori reinventarsi, partire quindi da una base solida fatta di certezze e puntare su nuovi aspetti e tratti distintivi, rimarcando perché il proprio prodotto eccelle rispetto alla concorrenza, specie quella straniera e che con il 100% Made in Italy non ha nulla a che spartire. Imparare a vendere nell’era della modernità, avvalersi strategie social, di sistemi che tengano conto delle richieste delle giovani generazioni, l’utilizzo di contest e premi, l’attenzione all’ambiente e alle tematiche attuali sono fondamentali e consentiranno margini di miglioramento importanti nel tempo.

Per le aziende certamente il punto focale è continuare a lavorare con elevata qualità perché questa paga sempre e consentirà anche a lungo termine di differenziare le imprese che portano avanti un marchio importante, legato alla tradizione e alla produzione Made In Italy.