LA NOTA. Giorgio Magliocca, quando la bugia diventa arte. Caro Mirra, gente come questa può mai preoccuparsi di fronte a nomine Gisec di cui lei giustamente certifica l’illegalità?

16 Dicembre 2021 - 12:41

Sapevamo dell’attitudine del presidente della Provincia. Ma una cosa è il de relato, altra cosa è quello che noi abbiamo vissuto direttamente nelle ultime 48 ore, tra Luna Park e film degli orrori. L’avvocato De Benedictis, dunque, ad un’operazione che diventa un colpo di mano realizzato in disprezzo di ogni regola, non solo civile e morale, ma anche giuridica. Perché il comunicato di ieri sera, spavaldo e vergognoso, significa questo: niente meritocrazia, niente avviso pubblico, decido io che mi chiamo Zannini insieme ai gregari Bosco e Caputo

 

 

CASERTA (G.G.) – Un giudice del Tribunale di S.Maria C.V. ha scritto, motivando una delle decine e decine di archiviazioni da me ottenute come logico e normale effetto dell’attività intimidatoria che io e Casertace subiamo da anni da politici e faccendieri locali (i quali pensano in questo modo di spaventarci e ridurci al silenzio), che l’articolo in cui esprimevo delle perplessità sull’operato del professore di Diritto Commerciale in pensione, Amedeo Bassi, nella esplicazione del suo incarico di controllore giudiziario di un’azienda della “premiata

monnezzeria casertana“, era ineccepibile nei suoi contenuti; assolutamente continente, chiaro nell’esplicazione concettuale, “ancorché contenente qualche passaggio corrosivo”.

In quel caso, la corrosione è servita al sottoscritto a dimostrare che non esistono persone che per carica, per censo, possano ricevere un trattamento diverso da un tribunale, anche quando lo stesso tribunale, considerandoli persone di fiducia, ha affidato loro il delicato compito di rappresentarlo.

Nella vicenda di questa pericolosa corte dei (molti) miracoli allestita da Giovanni Zannini, con Giorgio Magliocca a fare da facchino di palazzo, li puoi anche inondare di acido muriatico che a questi qua farà lo stesso effetto di una crema solare protezione un miliardo e mezzo.

D’altronde, quando mai la reputazione, il galantomismo, in pratica la faccia, hanno contato qualcosa in questa merda di territorio (il tribunale eventualmente ci concederà questo ulteriore, quandanche inutile tentativo di corrodere biologicamente lorsignori) in cui l’acquisizione del potere, che poi si traduce in bene-stare economico, nella possibilità che ogni semianalfabeta, ogni furbastro dell’ultima delle risme si possa sentire qualcuno la mattina quando si alza e va ad utilizzare lo specchio per compiacersi e non per fare quel che in ogni dove del pianeta farebbe un individuo nella loro condizione: sputarsi in faccia.

Avendo esaurito con la cacca e con la saliva il bonus di corrosività, diciamo che questa nota di Antonio Mirra, candidato del Pd alla presidenza della Provincia, costituirebbe una notizia importantissima, in grado di spostare gli equilibri delle elezioni provinciali fissate per dopodomani, 18 dicembre. Una notizia importantissima dappertutto, ma non qui a Caserta, dove già quando va a votare il presunto popolo sovrano sono solo disastri (vedi elezioni comunali del capoluogo con i camorristi Raffaele Capone e Francesco Amato in prima fila), figuriamoci quando a votare vanno solamente i sindaci e i consiglieri comunali.

Va da sé che gente come Zannini, Magliocca, che adottano questi metodi, diventino i favoriti d’obbligo della contesa.

Ma figuriamoci se posso porsi il problema di un procedimento amministrativo chiaramente illegittimo, come quello bollato da Mirra, persone abituate a stringersi in comitato clientelare e in comitato elettorale con soggetti come Pasquale Capriglione, considerato dalla Dda attiguo, e forse anche di più, al clan dei Casalesi, con il sindaco di Sparanise Salvatore Martiello lui stesso, indagato per camorra e autosospesosi con un atto giuridicamente inesistente, perché l’autosospensione di un sindaco nulla inciderebbe nel caso in cui (certo non glielo auguriamo) la Dda e l’ufficio Gip del Tribunale di Napoli arrivassero alla determinazione di una necessità di applicazione di misure cautelari limitative della libertà personale, che potrebbero essere evitate o mitigate solo dall’atto delle dimissioni, che è giuridicamente regolato dal Tuel 267/2000, non certo dalla barzelletta dell’autosospensione.

Volendo sdrammatizzare un po’, credo che in tanti siano convinti che per la cerimonia di consegna degli Oscar, di qui a tre mesi, il presidente della Provincia Giorgio Magliocca dovrà volare a Los Angeles, avendo sbaragliato il campo dei concorrenti ed essendosi aggiudicato a mani basse il prestigioso premio speciale dell’Academy “al lupo al lupo”.

Ma chi può credere più a Magliocca, dopo quello che è successo dall’estate in poi? Prima le dimissioni rassegnate per la presunta grave malattia, poi il tourbillon di balle raccontate anche in privato al sottoscritto (prima la nomina del Cda dei componenti del comitato di vigilanza, poi le nomine segrete, poi l’altra farsa che avrebbe abitato bene nel film “Vogliamo i colonnelli” di Mario Monicelli sul tentato golpe dell’ex ufficiale della Repubblica di Salò Valerio Borghese nella notte dell’Immacolata del 1970).

Sì, avete letto bene. A un certo punto della giornata questo qui che rischia di essere confermato presidente della Provincia, in un’elezione a nostro avviso infiltrata e che andrebbe cancellate con atto di imperio del Ministero degli Interni e della Prefettura di Caserta, ha detto ieri pomeriggio alle 17 che avrebbe nominato 3 tecnici di altissimo profilo, slegati dalla politica, e che soprattutto pervaso da una botta un po’ da Silvan, un po’ da Mago Forest, un po’ da Raul Cremona nel Mago Oronzo, li avrebbe tenuti segreti.

Quereli pure, Magliocca: voglio anche compiere lo sforzo di non chiamarlo scemo, ma questa è indiscutibilmente una scemenza. Fatto sta che ieri sera (due ore dopo l’annuncio sul Cda segreto) Zannini ha ripreso il pallino, utilizzando l’avvocato Massimiliano De Benedictis, che come secondo lavoro fa la foglia di fico e che è lo stesso che gli ha risolto l’assunzione a tempo indeterminato al Consorzio Idrico della fedelissima Costanza Esposito e dell’assessore ribaltonista di Aversa Giovanni Innocenti.

Zannini gli ha ordinato stavolta, (come fa quando riunisce il suo sinedrio di sapienti, formato dal citato Pasquale Capriglione, da Antonio Luserta, dal sindaco di San Marcellino Anacleto Colombiano, dai plurindagati sindaco di Sparanise e Lusciano Salvatore Martiello e Nicola Esposito, da quell’altro campionissimo di Pasquale Di Biasio) di andarsi a sedere sulla poltrona di presidente della Gisec.

Per cui, in mezz’ora si è passati dal Cda di altissimo profilo, da incappucciare come se si trattasse di una loggia massonica, a un comunicato in cui i tre nomi, cialtronescamente, sono stati ufficializzati con tanto di legame di appartenenza politica.

Giusto per dire che alla Gisec ci vanno i galoppini di partito, di Zannini, di Bosco, di Nicola Caputo, di Massimo Grimaldi, non certo le persone preparate.

Tutto questo per dire che dopo aver ricevuto il premio “al lupo al lupo” agli Oscar, se Giorgio Magliocca sarà avvistato a terra, esanime, da un qualsiasi automobilista casertano di passaggio, questi abbasserà il finestrino e gli butterà una stella filante del Carnevale, ricorrenza nella quale storicamente ogni scherzo vale.

Chi può credere, infatti, alla verità di uno che, dalla presunta malattia mortale socializzata urbi et orbi con dimissioni immediate, poi ovviamente revocate, fino ad arrivare al comunicato di ieri sera, passando per il Cda segreto, ha sviluppato l’imbarazzante narrazione da vero attore caratterista, un misto tra Gianni e Pinotto e l’antico gruppo napoletano dei Trettrè?

Quindi, caro Mirra, lei crede veramente che l’irrilevantissimo fatto che quelle nomine, per effetto di una lex specialis qual è una delibera di consiglio provinciale, debbano essere precedute da un avviso pubblico, pena la loro nullità, possa turbare e far riflette questi qua?

Diciamocela tutta, anche il suo collega De Benedictis mentre nella turpe vicenda delle assunzioni a tempo indeterminato senza concorso al Consorzio Idrico il paracadute se l’è messo nel momento in cui ha presentato le controdeduzioni al ricorso di Costanza Esposito e Giovanni Innocenti, attraverso le quali ha scritto a chiare lettere che il CITL è un ente pubblico e quindi il posto fisso lo puoi avere solo per concorso, qui alla Gisec, al contrario, ha accettato l’incarico patentemente illegale, che sarebbe revocato in dieci giorni da un qualsiasi Tar italiano già in sede di sospensiva, altro che fumus.

Al Consorzio Idrico l’abile De Benedictis si muove utilizzando lo schermo formale del presidente Di Biasio. È quest’ultimo che transa l’illegalità con i pupilli di Zannini.

È lui che firma un accordo che racconta una storia diametralmente opposta a quella che lo stesso Di Biasio aveva raccontato nel suo atto di costituzione, scrivendo un epilogo che va a violare le sentenze che quello stesso Tribunale del Lavoro di S. Maria C.V. aveva emesso solo due anni fa con Di Biasio presidente, che però in quell’occasione non aveva pupilli di Zannini da sistemare e quindi mantenne il punto utilizzando i medesimi argomenti della costituzione firmata da De Benedictis anche in questa circostanza, trovando pieno riscontro nelle decisioni della giudice autorevolissima che poi sarebbe andata ad occupare un prestigioso posto nella sezione giudicante dell’Appello di Napoli, sempre sezione Lavoro.

Mirra fa il suo e al di là di questo non può andare, perché al di là di questo ci sarebbe solo il passaggio in clandestinità e il varo di una strategia di lotta armata contro questo sistema che una magistratura, troppo bagattellare e lontana dai luoghi in cui dovrebbe concentrarsi l’azione penale di questa provincia, ha fatto sì che diventasse orgia e per di più densa di parole che avrebbero fatto impallidire anche il marchese iper illuminista Donatien-Alphonse-François de Sade.

E le dirò di più, sindaco Mirra: le modalità con le quali è stato scritto il comunicato, la voluta ostentazione del discrimine lottizzatorio e clientelare sancita dall’indicazione precisa dei partiti e dei movimenti dei tre nominati, è stato un atto eversivo per instaurare la potestà della politica più immorale, che cancella plasticamente la garanzia giuridica di un avviso pubblico e dunque di una procedura aperta ad una concorrenza basata sul merito e le capacità.