LA NOTA. Il consigliere comunale di Aversa Fiorenzano e l’ex presidente del consiglio di Trentola Della Volpe omertosi davanti ai carabinieri per il fatto di camorra di Lido Verde

1 Dicembre 2019 - 19:10

AVERSA (g.g.) – Non ci permettiamo di giudicare la scelta personale di un testimone di fatti di camorra che decide di non rilevare ciò che ha visto. Siamo troppo esperti, tante ne abbiamo viste e tante ne abbiamo lette per dire che dalla scrivania o dalla poltrona siamo tutti bravi ad additare i reticenti e gli omertosi come tasselli deboli e anche dannosi del consesso sociale e civile.

La paura è un sentimento normale, che va rispettato. Perché nessuno ha il dovere di essere coraggioso, soprattutto quando il coraggio può mettere a repentaglio l’incolumità personale e dei propri cari. Si tratta di scelte personalissime. Per cui, se l’ammirazione può gratificare chi sceglie di essere coraggioso, come la collega Marilena Natale ha fatto per l’ennesima volta, entrando di persona nella vicenda della rapina e delle minacce di Luciano Vassallo ai titolari del Lido Verde, nella notte tra il 20 e il 21 luglio scorsi, non si possono biasimare a priori i titolari del lido, padre e figlio, che al cospetto dei carabinieri di Parete hanno negato l’evidenza. L’hanno fatto per paura? L’hanno fatto perché il sistema di equilibrio tra camorra e imprenditoria gli sta bene?

Non lo sappiamo, e prima di valutare, considerare ma, soprattutto, prima di dare un giudizio, occorre conoscere le cose ancor di più di quanto non le racconti l’ordinanza che ha proposto l’arresto del citato Luciano Vassallo, nipote del pluri-pregiudicato per reati di camorra Secondino “Dino” Costanzo, che nell’ordinanza viene anche indicato come capo-zona del Clan dei Casalesi sulla piazza di Lusciano.

Aprire un discorso sulla relazione sfaccettata tra camorra e imprenditori di questa provincia sarebbe totalmente inutile in questa sede proprio per una mancanza di elementi cognitivi, che riguardando la vicenda in un’area incredibilmente complessa e critica di Castel Volturno, necessita di ulteriori conoscenze specifiche che vadano anche al di là dei fatti capitati quella notte.

Se Vincenzo Della Volpe e Pasquale Fiorenzano, che hanno organizzato insieme ad altri quella festa, fossero dei ragazzi senza alcuna esposizione pubblica, valuteremmo il loro silenzio, la loro reticenza, il loro negare l’evidenza di quello che l’ordinanza dimostra che hanno visto quella notte, con lo stesso parametro che ci ha portato al non giudizio sui titolari del Lido. Anzi, non essendo loro degli imprenditori, saremmo stati addirittura più generosi, limitandoci solo a registrare i fatti come questi risultano, alla lettera, dai contenuti dell’ordinanza. Ma Vincenzo Della Volpe e Pasquale Fiorenzano non sono due privati cittadini ma hanno scelto di svolgere una funzione pubblica importantissima, quella di rappresentare tante altre persone nella democrazia compiuta all’interno degli enti di governo locale, specificatamente in quello più importante tra gli organi di rappresentanza, di controllo, di indirizzo e anche di potestà, previsto nell’ordinamento degli enti locali: il consiglio comunale. Vincenzo Della Volpe è stato presidente del consiglio al comune di Trentola Ducenta fino al 12 aprile scorso, quando si è dimesso per una questione di incompatibilità sollevata da una consigliera di minoranza, dopodiché è rimasto in consiglio fino al fragoroso scioglimento dello stesso dopo il clamoroso arresto del sindaco Andrea Sagliocco, nell’ambito della vicenda che tutti, a partire dai lettori di CasertaCE che per primo l’ha sollevata in contemporanea al lavoro dei carabinieri negli uffici comunali, conoscono. Pasquale Fiorenzano è stato eletto e occupa oggi un seggio nell’ancor più importante consiglio comunale di Aversa, seconda città della provincia e da qualche anno sede del tribunale e dell’annessa procura. Un paio di mesi fa il nome di Fiorenzano è rimbalzato come possibile indagato in una vicenda di presunto voto di scambio, risalente alle recenti elezioni comunali, svoltesi nella scorsa tarda primavera. Lui ha smentito, l’inchiesta è ancora in corso e coinvolge anche un politico di primo piano di quell’area.

Vincenzo Della Volpe e Pasquale Fiorenzano avevano il dovere di dichiarare quello che avevano visto. Non avevano compreso che i carabinieri avevano iniziato le indagini utilizzando anche lo strumento delle intercettazioni e che altre persone presenti quella sera erano state ascoltate conservando la piena coscienza e conoscenza da parte dei due della presenza minacciosa e predatoria di Luciano Vassallo. Mica gliel’ha ordinato il medico ai due di fare politica e di ricoprire cariche che in un posto civile, dunque non in provincia di Caserta, comporterebbero un impegno morale enunciato a combattere ogni forma di legalità e ad esporsi per testimoniare, soprattutto loro che sono giovani, il valore del diritto, della legge, rispetto alla potestà dei fuorilegge, che la legge l’ha detta nell’agro Aversano negli ultimi quarant’anni. Per cui, se non possiamo giudicare le persone, come non facciamo, abbiamo pieno diritto, da cittadini e giornalisti, di esprimere una nostra valutazione sui rappresentanti del popolo che svolgono una funzione pubblica dalla quale dipende anche l’ordine sociale, il mantenimento dello stato di diritto, le gestione del danaro dei cittadini. Non c’è piaciuto leggere quelle righe.

Naturalmente questo è il nostro punto di vista, non la verità rivelata. Per cui, se il consigliere comunale Pasquale Fiorenzano e l’ex presidente dell’assemblea ciitadina Vincenzo Della Volpe riterranno giusto pubblicare qualcosa, noi saremo totalmente a disposizione. Partendo, magari, da ciò che un giudice, su proposta della Dda, ha scritto dell’ordinanza di cui abbiamo preso visione nelle ultime 48 ore e rispetto alla quale dobbiamo leggere meglio un passaggio riguardante l’appuntamento della pace, della composizione dopo il blitz di Luciano Vassallo, avvenuto al Vulcano Buono di Nola. Abbiamo letto un cognome, ma vogliamo leggere con attenzione.