LA NOTA. Mentre a Roma si discute, Caserta viene espugnata. In un solo giorno 30 interventi su Terra dei Fuochi e la politica fa solo chiacchiere

9 Agosto 2019 - 18:00

CASERTA (g.g.) – Dove si trova in questo momento il delegato del presidente del consiglio dei ministri che coordina l’unità denominata “Piano d’azione per il contrasto dei roghi dei rifiuti”, l’ingegner Fabrizio Curcio? E dove si trova il sottosegretario al ministero dell’Ambiente, della Tutela del territorio e del mare Salvatore Micillo? E l’incaricato della regione Campania per il contrasto dei roghi dei rifiuti, il viceprefetto Gerlando Iorio?

Ammesso e non concesso che non stiano ancora in vacanza, ma proprio non concesso, sono seduti dietro ad una scrivania con un perfetto impianto di climatizzazione che li tiene freschi ed asciutti. Qualcuno dei tre rimugina, probabilmente, ancora sull’esito dell’incontro tenutosi l’altro ieri, 7 agosto, nella sede del Presidio operativo, allestito dalla regione Campania in quel di Marcianise, in via Giuseppe Puglisi numero 11.

Pensano, rimuginano e pensano ancora. Poi, siccome la spiaggia o in alternativa i boschi ubertosi chiamano, smettono di pensare e le questioni riguardanti i roghi tossici rimangono tutte su quelle scrivanie. Tanto, a ripulire la coscienza ci pensano i buoni propositi che, in generosa quantità, sono stati profusi durante la riunione avuta l’altro ieri. In quell’occasione, in una stanza adeguatamente refrigerata si è parlato e si sono fatti tanti buoni propositi. Mentre

i discorsi si allungavano, i vigili del fuoco del comando provinciale di Caserta avevano già doppiato ampiamente quota 10. In poche parole, dalle 8 alle 11 del mattino si erano registrati già 10 interventi su incendi in discariche abusive.

Quando i due ministeriali e il regionale erano già con l’aperitivo in mano alle 5 di pomeriggio, gli interventi erano arrivati a 30 e il fumo nero inalato da i vigili del fuoco casertani aveva riempito la metà dei loro polmoni.

Castel Volturno, Mondragone, l’intero Agro aversano. Rifiuti, sterpaglie che nascondono altri rifiuti che le fiamme attaccano immediatamente, in una sorta di micidiale reazione a catena. Riunioni e riunioni, pezzi grossi che arrivano e che vanno, tutti che parlano, danno suggerimenti. Un eterno e irreversibile blaterale, rispetto al quale la concretezza, intesa come fatti reali, come uomini e mezzi aggiuntivi forniti al corpo dei vigili del fuoco, l’unico veramente addestrato, preparato per fronteggiare questo tipo di problema, si traduce in una cifra prossima allo zero.

Il generale Costa, che in questi giorni è coinvolto in qualche polemica su presunti privilegi di cui non si conosceva l’esistenza, afferma, da ministro dell’Ambiente, che occorre più polizia. Altri dicono che occorre mobilitare seriamente l’esercito, con dei propri presidi stabili. Qualcun altro ancora, e non stiamo scherzando, ha messo in mezzo finanche la Nasa, oppure, un po’ più modestamente, l’Esa.

Quando tutto questo vociare sfuma gradualmente in un suono scomposto che diventa sempre più lontano, restano i lampeggianti blu, le scale, gli idranti, il sacrificio, il caldo micidiale, l’inalazione venefica dei vigili del fuoco. Resta la realtà di un territorio perennemente sotto assedio, rispetto al quale, però, le chiacchiere della politica sono riusciti a far danni finanche superiori a quelli inflitti dalle sue mille patologie