LA NOTA. Vaccinazione, se il sindaco di ARIENZO si è “imbucato” con i vigili urbani vuol dire che la sua mentalità non è certo legata al bene comune

15 Marzo 2021 - 21:17

ARIENZO (g.g.) – Abbiamo estrapolato alcuni stralci delle dichiarazioni, rilasciate nelle ultime 24 ore, dal sindaco di Arienzo Giuseppe Guida.

Stiamo tranquilli, proviamo a non far casino, a non indignarci, perché se facciamo così entriamo in un meccanismo di fragore e di slogan totalmente finalizzati a se stessi e non alla comprensione dei fatti.

Dunque, il sindaco di Arienzo, stando a quanto dichiara, ha unito il suo nome a quello dei vigili urbani del proprio Comune, candidandosi sulla piattaforma Sinfonia a ricevere il vaccino. Non si capisce, solo perché non lo spiega, come mai abbia ritenuto che ciò rappresentasse una modalità di corretta relazione tra un’istituzione importante qual è un Comune d’Italia, nel caso specifico Arienzo, la cui cittadinanza si riassume in quella fascia che indossa e in quella funzione che ricopre, e il modo con cui quest’ultima debba diventare “funzione attiva” attraverso azioni che non sono limitate solo al perimetro della formalità amministrative, ma che devono necessariamente investire anche il campo di un comportamento esemplare rispetto alla cittadinanza.

Qua ci verrebbe già da fare qualche battuta sul contenuto delle dichiarazioni rilasciate alla rete dal sindaco Guida. Ma abbiamo promesso di mantenerci lineari, lessicalmente sobri e lo facciamo evitando sbertucciamenti per altro mai come in una circostanza del genere, fondati e meritati.

Il primo cittadino dice che gli è sembrato perfettamente normale che il suo nome fosse associato a quello dei vigili urbani, lasciando pensare che il sindaco può essere annoverato nel gruppo che rivestono un ruolo negli uffici e nelle varie attività pubbliche locali. Ma ammesso e non concesso che il vaccino fosse iniettato con questa modalità, il fatto che solo i vigili urbani e non gli altri dipendenti siano stati chiamati dall’Asl, esclude un ragionamento del genere. I vigili urbani, infatti, sono stati interpellati non perché sono i vigili urbani di Arienzo ma perché sono i vigili urbani  d’Italia. Quindi la medesima chiamata, il medesimo interpello ha riguardato tutti i componenti delle polizie municipali sparsi negli 8mila e passa municipi della nazione. La loro posizione è stata giustamente assimilata a quella dei poliziotti, dei carabinieri, dei finanzieri e dei vigili del fuoco. Detto questo, sempre mantenendoci composti, ma signor Guida, che ora dice di volersi rivolgere alla Prefettura, dove ha acquisito la notizia dell’assimilazione della carica di sindaco rispetto alle funzioni dei vigili urbani relativamente alla somministrazione del vaccino? A meno che non si sia “imbucato”, come lui ha fatto, nessuno dei suoi colleghi primi cittadini d’Italia si è vaccinato, a meno che non sia rientrato in una delle categorie che prescindendo completamente dallo status di primo cittadino, sia stata chiamata per motivi esclusivamente sanitari. Il problema è che in Campania abbiamo subito un peccato originale; abbiamo subito la porcata di un Presidente della Regione che il 27 dicembre, primo giorno della vaccinazione, si è appropriato di una delle poche dosi in utilizzo che sarebbe toccata ad un infermiere o a un medico o paramedico. E allora, davanti a questa “furbizia esemplare”, è chiaro che un sindaco un po’ stralunato come quello di Arienzo, si vada ad “imbucare” anche lui. A Guida andrebbe ricordato l’esempio del Presidente della Repubblica Mattarella il quale non si è vaccinato perché Presidente, ma perché da residente della Capitale, è entrato a far parte, lui insieme a tantissimi altri, di un cluster di vaccinazioni legato alla sua età e al suo stato di salute. Per cui, se il Capo dello Stato non si è vaccinato come tale, ma come signor Sergio Mattarella di anni “tot”, ecc.. per quale motivo il sindaco di Arienzo ritiene che la sua carica possa garantirgli una priorità nella vaccinazione? Per quanto riguarda poi questa sua modalità che appartiene alla pratica del finto tonto, di colui che rimane quasi incredulo di fronte alle polemiche suscitate dal suo gesto, vabbè, caliamo un velo di pietoso silenzio. Lui dice che è stata l’Asl ad autorizzarlo a fare il vaccino. Ancora una volta, ammesso e non concesso che ci sia stato un fesso, un incapace o semplicemente uno sbadato negli uffici dell’azienda sanitaria locale che lo abbia inserito inavvertitamente in quella lista, lui avrebbe avuto il dovere, tutto istituzionale, di riprendere, in quanto componente dell’assemblea dei sindaci dell’Asl di Caserta, quell’impiegato, indicandogli l’errore compiuto.

In conclusione, se un sindaco si imbuca per un vaccino, vuol dire che ha un’attitudine, una mentalità non certo funzionale, doverosamente servizievole nei confronti del bene comune e degli interessi dei cittadini. E non avendo questa mentalità, succede che facilmente possa configurarsi come un amministratore il quale, a tutto pensa, eccetto che al popolo.

Qui sotto un estratto delle dichiarazioni di Giuseppe Guida:

“… Ho mandato una mail all’Asl e di sono stato convocato 24 ore dopo. Mi stanno facendo solo pubblicità – insiste Guida che si difende – non ho sbagliato io. Parlerò col prefetto per spiegare le mie ragioni, il resto sono solo chiacchiere”.