La premeditazione e l’ipotesi complici: i nuovi sospetti sull’OMICIDIO di Giulia Tramontano

7 Giugno 2023 - 18:34

Forse il trentenne non voleva uccidere Giulia a coltellate ma da qualche tempo architettava la sua fine con altri mezzi …

SANT’ANTIMO –  I carabinieri del nucleo investigativo e la Procura di Milano hanno contestato al barman trentenne, Alessandro Impagnatiello, di aver pianificato l’omicidio di Giulia Tramontano, sua compagna al settimo mese di gravidanza. L’aggravante della premeditazione è stata, però, esclusa in sede di convalida dalla gip Angela Minerva. A sostegno dell’ipotesi accusatoria le ricerche web effettuate da Impagnatiello nei giorni precedenti fino a pochi minuti prima dell’arrivo a casa di Giulia alle 19.05 di sabato 27 maggio. L’ultima quella delle 19.00 quando nella stringa del motore di ricerca ha digitato «ceramica bruciata vasca da bagno».

Nel primo interrogatorio, quello dopo la confessione nella notte tra il 31 maggio e il primo giugno, incalzato sul punto Impagnatiello ha detto: «L’ho fatta perché la nostra vasca da bagno aveva già subito una bruciatura». Per gli inquirenti, invece, quella ricerca dimostrerebbe l’intenzione dell’uomo di capire come disfarsi del corpo dopo l’omicidio. C’è poi una confezione di veleno per topi sequestrata in casa. Dall’analisi del suo cellulare gli investigatori hanno scovato un’altra ricerca web con cui Impagnatiello cercava informazioni sugli effetti di quel veleno sull’uomo.

L’autopsia sul corpo di Giulia sarà effettuata la mattina di venerdì 9 giugno all’istituto di medicina legale di Milano.

L’ipotesi di un complice

Gli investigatori sono sempre più convinti che qualcuno lo abbia aiutato, qualcuno a lui molto vicino, che ha frequentato la casa dell’orrore nel giorni in cui si cercava ancora Giulia. L’aiuto sarebbe, ovviamente, avvenuto in momenti successivi alla morte della futura mamma. Gli investigatori sospettano ad esempio che qualcuno abbia aiutato a pulire, almeno in parte, il bagno, la vasca bruciata e il garage dall’accumulo di cenere che si era depositata.

Le indagini hanno fatto emergere anche un nuovo dettaglio: lunedì 29 maggio, due giorni dopo l’omicidio di Giulia Tramontano, Alessandro Impagnatiello sarebbe andato insieme alla mamma ed al compagno di questa in un bar  poco distante da via Monte Rosa, a circa 100 metri dal luogo del ritrovamento del cadavere di Giulia, per chiedere se, all’esterno del locale, ci fossero delle telecamere di sorveglianza. Il gestore del bar, interrogato dai carabinieri, avrebbe confermato questa circostanza.