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LA STORIA. 24 anni, non sta sui social e fa il calzolaio, mestiere antico “rubato” dal nonno. Riapre così la storica bottega in piazza

16 Aprile 2021 - 17:05

VILLA DI BRIANO – Un racconto bellissimo, quello reso in prima persona da Teresa “Sbrilly”, cittadina di Villa di Briano a cui abbiamo chiesto di pubblicare quanto da lei scritto con trasporto e sentimento.

È la storia di Andrea, ragazzo di 24 anni che ha ereditato la passione del nonno e Ha riaperto la bottega di famiglia (a 50 metri della Farmacia in Piazza, alle spalle del bar). Godetevela:

 

di Terry Sbrilly

Ogni volta che il tacco delle mie scarpe preferite mi abbandonava correvo da Silvio ‘o scarparo detto ‘Smmone’ da Simone il nome di suo padre.

Quando seppi che Silvio, ormai anziano, chiudeva bottega ne rimasi profondamente addolorata, un po’ per le mie scarpe e molto perché vedevo la fine di un lavoro che stava scomparendo.

Il calzolaio. Chi ci avrebbe più sistemato le scarpe se tutti i calzolai anziani andavano in pensione? Sta scomparendo uno dei lavori più antichi del mondo, come ne sono scomparsi già tanti e come ne scompariranno altri ancora. Un po’ per il cambiamento dei tempi, il progresso, le aziende, le macchine, un po’ perché ormai i giovani fanno altro, scelgono altri rami, altri lavori, altri passioni. Poi un giorno, finalmente, mi dissero ‘Terry Smmone riaprirà grazie al nipote!’ Caspita! Felicità! Voglio conoscerlo! Stamani, con molta gioia, ho incontrato Andrea. Il nipote di Silvio, ultimo di tre fratelli. Mi sono presentata, mi avrà presa per pazza, gli ho detto che volevo conoscerlo. Che lo stimavo troppo.

Che volevo sapere la sua storia. Andrea Clarelli è un bel ragazzone di 24 anni. È un ragazzo che non ha nessun social, che non usa il telefono se non per chiamare.

Che non ama nulla che sia tecnologico e digitale. Lui è innamorato della matita con cui disegna, delle forbici con cui taglia la stoffa e degli attrezzi del nonno con cui crea scarpe e le ripara. Andrea è un ragazzo che non solo ha scelto di restare nel suo piccolo paese invece di continuare gli studi magari al Nord o all’Estero ma ha anche deciso di continuare il lavoro del suo nonno, nella sua bottega. Lavoro che faceva il suo bisnonno Simone e che ha fatto il suo nonno Silvio per quasi 80 anni.

Andrea, emozionandoci, mi ha raccontato che il nonno lo invitava a seguire altre passioni, a studiare altro e a non imparare il mestiere del calzolaio, perché era un mestiere che Silvio sapeva stava terminando. Che sarebbe stato sostituito dall’acquisto di nuove scarpe quando le vecchie si rompevano, che le scarpe artigianali sarebbero state sostituite da scarpe sempre più commerciali.

Quindi il nonno non incitava Andrea. Anzi. Ma Andrea ogni pomeriggio scendeva dal nonno e facendo finta di leggere il suo libro dei compiti sbirciava il lavoro del nonno. Così ha imparato. Rubando le mosse del nonno, fotografandole con la mente, un giorno imparava ad usare la colla, il giorno dopo a tagliare le suole…fino a diventare adulto e ad iscrivere ad una scuola specialistica di Modellista per calzature.

Oggi Andrea non solo sistema scarpe, ma le disegna e le confeziona. Andrea è un’artista, così come lo era nonno Silvio e come lo era stato prima di loro Simone. I ragazzi come Andrea vanno supportati, vanno elogiati, vanno sostenuti da tutti noi, affinché giovani ragazzi ambiziosi non si sentano soli nel sogno di mantenere vivi lavori che altrimenti andrebbero scomparendo!