LA STORIA. Antonia e i cani randagi. Un grande amore che supera le minacce di morte
14 Febbraio 2020 - 10:00
BELLONA – Si inizia a fare volontariato pensando di aiutare qualcuno, presto ci si rende conto che quello che si riceve è molto più di quello che si da. Per essere un volontario animalista non sono richieste competenze particolari ma solo amore, tanto amore per gli animali ed una buona dose di energia positiva. Poi, però , ci sono quelli che gli animali proprio non li amano. Quelli che non si sentono appagati semplicemente nel girare la faccia dall’altra parte e far finta di non aver visto. Un cane assetato, un cane ricoperto di zecche, un cane affamato, un cane ferito, un cane investito, nulla! Nessuna di queste cose riesce a scuotere il cuore, la loro coscienza. Poi ci sono quelle persone che, invece, per gli animali darebbero la loro stessa vita.
Quelli che sotto la pioggia o sotto il sole escono per strada a ricercare i loro amici a 4 zampe per portare una ciotola d’acqua, del cibo, prestare cure mediche. Quelli che appena riconoscono un “nuovo” cane per strada subito lanciano in rete un appello di smarrimento, ritrovamento e anche di abbandono. Quelli che a spese, totalmente, loro si prodigano per non far mancare nulla a questi esseri indifesi; quelli che con i loro sacrifici, con inventiva, con intraprendenza si adoperano ogni giorno sul campo per lottare la loro battaglia; quelli, infine , ma non da ultimo, che riescono a riposare sonni tranquilli solo sapendo di aver fatto del bene. Antonia è una di loro. Di Lei ha scelto di parlare il collega Carmelo Abbate raccontando la sua storia sociale, il suo amore per gli animali, da dove e quando nasce, ma di raccontare anche la sua sofferenza.
“Lei è Antonia. Vive a Bellona, in provincia di Caserta. Ha 6 anni. Scende in strada, i ragazzi del rione si stanno divertendo. Prendono a calci qualcosa. Antonia si avvicina. Fermi, ma siete impazziti! Sotto i loro piedi c’è un cagnolino. Non è possibile. Antonia si butta in mezzo, lo strappa dalle loro grinfie. Non azzardatevi mai più. Ha le lacrime agli occhi. È una femmina. Milly, ti chiamerò così. La abbraccia, la porta via, la tiene con sé. Antonia cresce, il suo paese è pieno di cani randagi. Denutriti, maltrattati, uccisi. Deve fare qualcosa. Li avvicina, li sfama, una carezza, una coccola, non ci vuole tanto. Qualcuno se ne va, qualcuno resta. Romeo abbaia ogni giorno sotto la sua finestra, la chiama, vuole giocare, le fa le feste.
Antonia si affeziona. Quando lo investono piange a dirotto, si sente in colpa, deve fare di più. Si candida alle elezioni comunali, parla della necessità di sterilizzare i randagi. Passa un giorno. La minacciano di morte. Dieci dei suoi cani vengono avvelenati e bruciati. Antonia è disperata, ma non si ferma. È il 2012. Sotto casa si presenta Nerone. Ha la rogna, la pelle rovinata e tanta tristezza negli occhi. Antonia si prende cura di lui, lo rimette in sesto e gli prepara una cuccia sotto i portici. Ecco, questa è casa tua, torna quando vuoi. Nerone si fa vedere il giorno dopo, insieme a lui c’è Robin. Vivono in simbiosi, felici, accompagnano le signore del posto nelle passeggiate, diventano i cani del quartiere. Qualcuno storce il naso, Antonia viene invitata a farli sparire. Lei respinge il suggerimento al mittente, ma qualche giorno dopo Nerone scompare.
Antonia lo cerca, disperata, offre una ricompensa di 500 euro. Niente. Sono passati 8 mesi. Del suo Nerone ancora nessuna notizia. Antonia soffre, ma non si dà per vinta. Ha 46 anni. La sua missione continua. Si dedica anima e corpo ai cani randagi. Li accoglie, li cura, ai più fortunati trova una famiglia. Nelle sue tasche non entra nulla. Va tutto dentro il suo cuore.”