LA VERGOGNA. Migliaia e migliaia di casertani lasciati senza assistenza sanitaria e umiliati dai soprusi degli sgherri di De Luca “guappo di cartone”
20 Agosto 2019 - 21:02
CASERTA – (Gianluigi Guarino) Il Paese reale è quello che, in una definizione più scenografica che autentica, non si appassionerebbe alla politichetta da quattro soldi, alla solita rappresentazione italiota di un Palazzo che parla a se stesso e che concede la funzione di cittadinanza durante le campagne elettorali, ma solo attraverso un modello di partecipazione futile e superficiale simile ad una lotteria o un gioco di società, dato che ben difficilmente capita che un italiano voti ragionando ed approfondendo i contenuti sottoponendo i candidati ad un esame di credibilità, preferendo, al contrario, le suggestioni superficiali di un effimero carisma da talk show.
Il paese reale, come si suol dire, sarebbe un’altra cosa, rispetto a quello che abbiamo visto e stiamo vedendo, oggi, tra Senato e Quirinale. Oddio, fino ad un certo punto: perché se coloro i quali le buscano, patendo le pene dell’inferno, a causa del malgoverno, non si pongono il problema di votare in base alla credibilità dei programmi e concentrandosi solo e solamente su quelli, allora il paese reale finisce per evaporare, confondendosi con quello virtuale, con quello politicista dei politicanti.
E stavolta non si tratta di un’espressione suggestiva, caricata retoricamente “per vedere l’effetto che fa” ma si tratta di una realtà, finanche approssimata per difetto, rispetto alla gravità assoluta di questa ennesima follia consumata dalla Regione Campania.
Ricordate i nostri articoli sulle folli comunicazioni, arrivate dall’Asl di Caserta (ma se è per questo, anche dalle Asl di Napoli), sull’interruzione della assistenza diretta, cioè delle prestazioni rimborsate agli aventi diritto dal servizio sanitario nazionale?
La Regione Campania si è mossa, fino a qualche tempo fa, dentro ad un perimetro temporale di un anno. Di solito, arrivava ad ottobre e chiudeva baracche e burattini, dicendo a tutte le strutture convenzionate, laboratori, centri di radiologia, ambulatori in cui si erogano cure cruciali, come ad esempio la chemioterapia, che da quel momento in poi, cioè per gli ultimi due mesi e mezzo dell’anno, non avrebbe scucito più un euro e dunque chi voleva farsi le analisi del sangue, delle urine, chi voleva sottoporsi a delle radiografie, o, ancor più seriamente, ad una tac o ad una risonanza magnetica, avrebbe dovuto pagare l’interno importo della prestazione.
Ciò significa che un anziano, titolare di una pensione sociale di 500, 600 euro al mese, avrebbe dovuto versare un importo pari alla sua intera pensione per sottoporsi ad un esame di questo tipo, visto che una tac e una risonanza magnetica costano tra i 500 e i 600 euro.
Però tutto sommato, essendoci comunque uno straccio di certezza in un regime di generale incertezza sull’erogazione della sanità pubblica, relativa alla data di interruzione, anche gli imprenditori del settore potevano organizzarsi, calibrando la propria gestione amministrativa a quella che era diventata una scadenza abbastanza consueta.
Siccome però, i vari governatori, De Luca oggi, ma anche Caldoro ieri, menano vanto sul fatto di essere riusciti ad abbattere molta parte del debito della sanità campana, non rendendosi conto che hanno battuto una malattia, ammazzando, però, il malato, ecco che la dimensione annuale è diventata una dimensione trimestrale.
L’anno viene diviso in 4 sezioni e, in un posto di minima civiltà, all’inizio di ogni trimestre, la Regione Campania, attraverso le Asl, avrebbe il dovere di fornire una data precisa, al massimo l’indicazione di uno spazio temporale ristretto ad una settimana, con limite trimestrale per l’erogazione dell’assistenza diretta.
Ma siccome l’Italia è un paese incivile e la Campania un cesso, questo non viene fatto e, come abbiamo scritto nei mesi scorsi, la comunicazione arriva dopo, durante il trimestre.
Va beh, è proprio uno schifo dar notizia dell’interruzione dell’assistenza diretta pochi giorni prima che questo accada. Se’ se’, non avete visto ancora nulla! No, attraverso un sistema fantascientifico, ma anche insolente, delinquenziale, tecnicamente criminale, capita che una mattina, improvvisamente, attraverso delle improvvisate pec, che non contengono numeri di protocollo o altre indicazioni formali, viene comunicato che il 18 e il 19 agosto l’assistenza diretta dei servizi convenzionati si interrompono il 31 luglio.
Se un tedesco o un americano vedesse una roba del genere, penserebbe ad una gag, traducibile in italiano con uno “scherzi a parte”. Sarebbe interessante che De Luca, invece di fare il guappo di cartone, chiacchiere e distintivo e stella di latta, sputando sentenze a destra e a manca, rispondesse a tono e con precisione a domande relative a questo metodo vile, selvaggio e ripetiamo criminale.
Abbiamo davanti a noi l’intero schema dei servizi non coperti più da assistenza diretta, dal mese di luglio con comunicazioni fatte in queste ore. Ciò è successo a Caserta ma anche all’Asl Napoli1. Ciò vuol dire che in questi 20 giorni chi ha fatto un prelievo, una radiografia dovrebbe essere chiamato a casa dal centro e invitato, seppur tra mille imbarazzi, a pagare per intero il prezzo del servizio sanitario ricevuto.
Questo non succede. Sono le strutture sanitarie convenzionate a sopportare l’ingente danno economico che poi si tradurrà in tonnellate di decreti ingiuntivi e di ricorsi all’autorità giudiziaria, che di fronte a queste assurdità, sfornerà un numero impressionante di sentenze negative nei confronti delle Asl e quindi della Regione Campania, la quale sarà sottoposta ad un vero e proprio salasso, di cui la Corte dei Conti non potrebbe non occuparsi.
Da questo giorno in poi, il titolare di una pensione sociale, però, se dovesse avere la necessità, l’urgenza, fisica e morale, di accertare il proprio stato di salute, attraverso un esame diagnostico, di tipo laboratoriale o radiografico, dovrà pagare.
E statene certi: un anziano con una pensione sociale preferirà morire invece di privarsi di tutti quei quattro soldi fetenti che lo Stato gli eroga.
Insomma, la stella di latta, il guappo di cartone che governa la Regione Campania, ha creato una condizione tale che in 12 mesi ne vengono coperti tre dal servizio sanitario nazionale. Questo rappresenta uno schiaffo alla Costituzione. Ciò è più che sufficiente, non per sostituire De Luca come commissario di Governo per l’emergenza sanitaria, ma per commissariarlo come Presidente della Regione.
Perché questa è una vergogna senza precedenti. Una cosa è la necessità di ridurre i costi, di tagliare e razionalizzare la spesa pubblica, altra cosa è umiliare i cittadini e ridurre sul lastrico migliaia di strutture che con tre mesi di copertura, metteranno presto in cassa integrazione un esercito di giovani. Questi qua non hanno il senso della vergogna: abbiamo letto, infatti, nelle righe e nelle colonne redatte dal signor Marchese, funzionario Asl già noto ai lettori di CasertaCe, che la copertura diretta dei servizi “si interrompe a luglio”.
Manco la data c’ha messo questo qua, si tratta una violazione dei diritti dell’uomo. Roba nazista. In un paese civile la gente si rivolterebbe e soprattutto a uno come Marchese non verrebbe permesso il lusso della superficialità, dello sberleffo, dell’irridente trattamento a tanti e tanti lavoratori e a tanti e tanti pazienti che pagano tonnellate di tasse per vedersi presi per il culo da lui che scrive la parola luglio senza alcuna data, per indicare l’interruzione della assistenza diretta nel settore della Patologia clinica, leggasi laboratorio di analisi.
E il fatto che Marchese andrà in pensione ad ottobre, non significa che lui debba vivere i suoi giorni, mollando ogni freno inibitore, scaricando sul prossimo questo anelito di licenziosità, che si traduce in anarchia e in un attentato alla libertà e ai diritti dei suoi concittadini; non significa che possa vivere i pochi giorni che lo separano dalla pensione, festeggiandoli con un eccentrico agire nell’esercizio di quelle che sono delicatissime funzioni pubbliche.
Oggi è il 20 agosto e probabilmente non c’è ancora il grado di attenzione giusto su questi argomenti. Ma state tranquilli che da settembre questa sarà una battaglia quotidiana che CasertaCe, come suo costume, intende combattere fino all’ultimo sangue.