LA NOTA. Dio ci conservi Mario Ferrante DG dell’ospedale fino a quando politicanti e poteri forti lo terranno sotto attacco
16 Luglio 2018 - 09:30
CASERTA (gianluigi guarino) – In otto anni di lavoro faticoso e onorato in questo giornale, uno degli argomenti principali trattati dal sottoscritto è stato quello relativo al funzionamento, alle dinamiche amministrative, alle zone d’ombra che hanno connotato l’ospedale civile di Caserta e l’azienda che lo sovraintende.
Cavolo, fosse successo una volta, una schifezza di volta che le nostre campagne di denuncia, le inchieste circostanziate, bollate con ogni infamia da chi dalle stesse si sentiva toccato, che un altro organo d’informazione ci abbia affiancato in queste denuncie che campata in aria non era se è vero come è vero che nell’ordine sono stati arrestati il direttore generale Bottino, il dirigente dell’ufficio tecnico Festa, Carmine Iovine, giusto per citare i nomi più noti. Nessuno parlava e nessuno scriveva perché, evidentemente, i poteri forti della politica e delle lobbies professionali vivevano e sguazzavano in quel sistema con grande letizia ed uguale soddisfazione e siccome quelle lobbies controllavano e controllano molte cose nei giornali grandi e piccoli di questa provincia, i vari Bottino, Festa, Iovine e compagnia cantata passavano come dei veri e propri stinchi di santo.
Ma il tempo è galantuomo e la storia ancora di più, i fatti (purtroppo vi dovete rassegnare amici marchettari buoni per tutte le stagioni e per tutte le casacche) non le parole, ci hanno dato ragione.
Più rimanevamo soli nella denuncia di certe malefatte e più eravamo convinti di aver imboccato la strada giusta perché consideravamo certi altri organi d’informazione la cartina tornasole dell’agio, o del disagio, dei cosiddetti poteri forti.
Dunque, quando negli ultimi mesi si è determinato un processo antitetico, anti-ciclico, siamo rimasti un po’ spiazzati. Avevamo iniziato, infatti, ritenendo che Mario Ferrante fosse stato uno come tutti gli altri, prono di fronte ai vicerè e agli ascari della politica locale. Per cui, un po’ col pilota automatico, avevamo iniziato subito a contestare al Dirigente lo stabile utilizzo delle graduatorie di mobilità della “sua” Avellino per l’assunzione di nuovi medici, per l’assunzione di mini-primari.
Mano mano che facevamo quello che abbiamo sempre fatto, ci accorgevamo, però, che chi era stato sempre in silenzio, o aveva suonato i violini, si metteva, fatto senza precedenti, sulla nostra scia e attaccava un giorni sì e un giorno pure Ferrante. Cartina al tornasole, dicevamo: come al tempo della nostra splendida solitudine testimoniale oggi, allo stesso modo, l’atteggiamento di chi lavora da anni per i poteri forti ci fa capire che questi sono scontenti a anche molto arrabbiati del Dg Ferrante.
Per cui, se proprio bene bene non sta facendo, sta sicuramente facendo meglio, molto meglio, dei suoi predecessori, altrimenti politicanti e vari attapies non si lamenterebbero.
Ma non è solo una questione di condizionamenti politici, ma ci sono anche dei fatti e degli atti che vanno considerati in maniera positiva. Perché se un medico determina per “negligenza” la morte di un paziente e Ferrante lo licenzia, significa che qualche novità reale si sta verificando.
Attenzione, Ferrante non è un santo e non vuole esserlo, dunque incrocerà sicuramente, in futuro, le nostre critiche quando farà, secondo noi, qualcosa di sbagliato. Ma abbiamo la sensazione che pur governando un sistema in cui certi meccanismi clientelari e para-clientelari non possono essere debellati in un anno o in due, lui stia cercando di salvare, nei vari procedimenti amministrativi o di direzione sanitaria quantomeno le ragioni imposte dalla legge.
“Embé?“- potrebbe obiettare un inglese, un americano, uno svizzero, uno svedese -“C’è anche la possibilità di non farlo senza finire in galera?“. Si, qui da noi c’è la possibilità di fare atti illegali e scampare la galera. Nella sanità casertana, nell’ospedale Sant’Anna e San Sebastiano, gli atti illegali prodotti dalle direzioni strategiche si contano a centinaia e in tanti sono rimasti impuniti.
Per cui, se un direttore generale arriva e produce immediatamente nove regolamenti che ne riducono il potere discrezionale, rafforzando quello della norma considerata nella sua struttura letterale, vuol dire che al pari del licenziamento del primario negligente, sta capitando qualcosa di diverso, di strutturale, rispetto al passato. E siccome checché se ne dica noi non siamo bastian contrari, contestatori a prescindere, ma siamo sicuramente profondi conoscitori della storia e dei fenomeni interni all’ospedale civile di Caserta, possiamo dire che Ferrante sta effettuando delle nomine, sta preparando dei concorsi, creando le condizioni per far arrivare, soprattutto da fuori, nuovi e prestigiosi primari, riverniciando e rinnovando i dipartimenti. Ma lo sta facendo con maggiore trasparenza perché, oltre ai regolamenti, ha rispettato e non poco il senso e l’importanza fortemente responsabilizzante di redigere una relazione della performance dell’anno 2017, necessario viatico per motivare sul terreno del riconoscimento della meritocrazia, opinabile finché si vuole ma rispetto alla quale Ferrante ci mette la faccia, le scelte dei nuovi capi dipartimento, dunque di coloro che rappresenteranno la spina dorsale dell’ospedale civile di Caserta nei prossimi anni.
Dalle notizie che abbiamo, Ferrante ha intenzione di rimanere qui fino a lavoro compiuti, quindi per molti anni ancora. Noi lo seguiremo con spirito laico, provando sempre a stimolarlo ma non saremo mai niente di più. Lo avremo in simpatia, per il discorso già fatto per la cartina al tornasole, fin quando le agenzie dei poteri forti, di coloro i quali erano abituati a passare le mezze giornate negli uffici dei direttori, politici e non, chiedendo e ottenendo tutto quello che desideravano, proveranno a creare ostacoli affinché questo irpino anti-demitiano si tolga dalle scatole consentendo il ritorno all’ancièn regime.