L’assessore Sadutto si dimette con stizza. Marino fa fuori Marzo e Casale ma per lo stesso motivo dovrebbe revocare anche se stesso. E i nomi che girano…

31 Luglio 2024 - 19:28

Se effettivamente sono veri quelli di Federico Lasco e Lucia Esposito, ha ragione la Sadutto quando parla di un’operazione di normale lottizzazione politica e partitica. Ma quello che noi vogliamo sottolineare è che se il parametro dei siluramenti degli assessori è quello giudiziario, Marzo e Casale sono “solo” indagati, mentre Carlo Marino è imputato per turbativa d’asta per una gara da 116 milioni di euro

CASERTA (G.G.) – Prima di entrare nel merito della nota con cui Annamaria Sadutto ha rassegnato le sue “dimissioni irrevocabili” dalla carica di assessore, proviamo a dire una cosa semplice, pane al pane e vino al vino in modo da accontentare quelli che sostengono, forse non a torto, che i nostri articoli siano troppo lunghi e di difficile comprensione.

Allora: a quanto si dice – e le dimissioni della Sadutto potenziano questa indiscrezione, domani mattina il sindaco Carlo Marino revocherà il mandato in giunta del vicesindaco e assessore alle Attività Produttive Emiliano Casale e dell’assessore Massimiliano Marzo.

Ciò avverrebbe perché il sindaco Carlo Marino andrebbe ad adempiere ad un desiderio-diktat espresso dal commissario provinciale del Pd senatrice Susanna Camusso.

Ora, delle due l’una: o Susanna Camusso non conosce la storia giudiziaria più o meno recente della città di Caserta, non essendosi impegnata a rovistare nei cassetti di Google, oppure Carlo Marino non le ha detto, ed è molto probabile che questo sia avvenuto, che lui sta inguaiato come e anche più dei due indagati che domani dovrà mettere alla porta.

Con Massimiliano Marzo abbiamo una sorta di match pari: l’assessore che ha gestito per quasi tre anni la delega ai lavori pubblici è stato arrestato ai domiciliari, è stato poi liberato dal tribunale del Riesame e attualmente il suo formale status è quello di indagato per i reati di corruzione e di falso compiuti in concorso con altri.

Il vicesindaco Emiliano Casale è, invece, un indagato a piede libero nell’ambito della stessa indagine che ha portato all’arresto, poi revocato dal Riesame, del suo collega Marzo.

Il sindaco Marino, che s appresta a firmare due decreti di revoca nei loro confronti è, attualmente, un imputato, dunque non un semplice indagato, per il reato di turbativa d’asta compiuto in concorso con altri per l’arcinota vicenda dell’appalto dei rifiuti provvisoriamente aggiudicato, a suo tempo, sotto l’egida dell’imprenditore Carlo Savoia, a sua volta indagato con l’aggravante camorristica, alla società Energetika Ambiente per un importo settennale di 116 milioni di euro.

Dunque, Marzo e Casale indagati, Marino imputato che spera nell’impaludamento di questo processo che si sviluppa molto a rilento per i tempi biblici di un’udienza preliminare durata un anno e per tutta una serie di eccezioni, presentate dagli avvocati difensori, relative alle competenze territoriali del tribunale giudicante, ha in testa una sola parola: prescrizione.

Qualora, infatti, Carlo Marino dovesse essere condannato in primo grado e qualora questo governo non modificasse la legge Severino, Marino sarebbe sospeso dalla sua carica di sindaco, .

Questo succederebbe, in caso di condanna di primo grado, anche a Marzo e Casale.

Scusi, sindaco, ci spiega qual è la differenza, il discrimine, che rende equa la sua decisione di mettere alla porta Massimiliano Marzo e Casale e allo stesso tempo di non mettere alla porta se stesso, dimettendosi da sindaco di Caserta?

Perché se lei resta al suo posto, la commissaria provinciale del Pd, sull’onda di una suggestione mediatica, ha compiuto un atto di iniquità chiedendo la fucilazione alla schiena di Marzo e Casale e allo stesso tempo proteggendo la poltrona di Marino.

LA DURISSIMA LETTERA DI ANNAMARIA SADUTTO – Se quella giudiziaria è la molla che ridefinisce gli assetti politici della città, Carlo Marino dovrebbe essere il primo a lasciare la sua poltrona.

In caso contrario, se rimane sindaco a maggior ragione Marzo e Casale dovrebbero rimanere vicesindaco e assessore.

Al di là della fuffa iniziale della lettera della Sadutto, che pubblichiamo in calce integralmente, la seconda parte è decisamente più interessante: “Non condivido più nulla – scrive – del modo di governare la città: non i metodi; non lo stile; non l’approccio ai temi senza una visione; non il pragmatismo senza tensione ideale; non le continue transazioni senza prospettive; non le decisioni prese altrove da ratificare; non l’assecondare soluzioni che, mettiamola così, non guardano al bene comune. Nulla”.

Al di là dell’asserzione assolutamente opinabile relativa ad un tempo antico, passato, in cui evidentemente, secondo la Sadutto, l’attività amministrativa sarebbe stata pregna di visione, di tensione ideale, di prospettiva, cosa che francamente noi non abbiamo mai intravisto dal 2021 ad oggi, va sicuramente sottolineato che le dimissioni dell’assessora Sadutto, non sappiamo se ancora consuocera in pectore di Carlo Marino, coinvolgono l’intera struttura dell’attività di governo, e dunque mettono sul banco degli imputati anche il sindaco, prima di tutto lui.

Poi, come si suol dire, si entra più nel pratico e forse si capisce che in questo gran vocio, in questo gran parlare di azzeramenti e rimpasti, si è partiti in un modo e si è arrivati in un altro. La Sadutto sostiene, infatti, di aver messo a disposizione la sua delega di assessore in maniera informale, auspicando quella giunta di alto profilo che invece non esiste assolutamente nelle idee che il sindaco Carlo Marino ha probabilmente condiviso con le varie correnti del Pd.

D’altronde, al di là del nome di Riccardo Ventre, a cui avevamo già fatto cenno, se si parla di un Federico Lasco da Maddaloni e della solita Lucia Esposito è troppo chiaro che stiamo parlando di una lottizzazione, neanche troppo curata e raffinata nell’ambito delle correnti del Pd.

Un altro nome che gira è quello di Adele Vairo, dirigente scolastico del Manzoni e già assessora nella precedente consiliatura. Domani vedremo se la Sadutto, che sicuramente conosce la situazione meglio di noi, ha ragione o torto.