LE ESCLUSIVE DI CASERTACE. Vi raccontiamo la vita a Santo Domingo di Riccardo Bardellino, figlio del boss e oggi produttore cinematografico di successo
19 Agosto 2018 - 11:19
SAN CIPRIANO DI AVERSA- (Tina Palomba) “Non sono come mio padre….Non sono come mio padre…”. Lo dice più volte il protagonista del film “Gramiglia” di Sebastiano Rizzo ispirato ad una storia vera, il riscatto di Luigi Di Cicco, figlio di un boss di Lusciano. Nel film viene raccontata una storia di riscatto di un ragazzo nato in una famiglia con valori diversi dai suoi.
Lo stesso si potrebbe dire, creando una similitudine tutt’altro che gratuita con il personaggio del film, anche di Riccardo Bardellino De Vita. Attore e noto produttore cinematografico della Repubblica Domenicana. Riccardo però non è una persona qualunque. Lui è il figlio, niente popo di meno che, di Antonio Bardellino. Il boss considerato il fondatore del clan dei Casalesi.
Ucciso a Buzios, Rio de Janeiro, secondo il racconto dell’ormai defunto Luigi Basile, il marsigliese, dopo il tradimento di uno dei suoi più fidati luogotenenti, Mario Iovine che lo avrebbe ucciso a martellate per vendicare l’assassinio del fratello Domenico.
E’ dal 1988 che si cerca di scoprire qualcosa in più sulla scomparsa e sulla vita di don Antonio Bardellino. Un mito criminale, il suo nome negli anni ’80, un manager più che un boss, aveva instaurato rapporti persino con il ministro della difesa di Santo Domingo. Giocava a tennis con lui, come è scritto in un rapporto del tempo, firmato dai Ros dei carabinieri.
Fu lì che si risposò con Rita De Vita, una bellissima donna napoletana, tanto bella come la prima moglie di San Cipriano, Immacolata Bretto, che lasciò quando decise o fu costretto a trasferirsi all’altro capo del mondo. Dalla nuova unione sono nati due figli: Gustavo Bardellino De Vita che fa l’avvocato. Si chiama Gustavo, come suo zio, fratello di Antonio Bardellino e ucciso in un conflitto a fuoco con la polizia. Ironia della sorte, attinto, a Torre del Greco, da colpi di pistola, sparati da un agente di polizia, cugino di Mario Iovine.
L’altro figlio, il già citato Riccardo è attore e produttore cinematografico che ha raccolto già numerosi premi e consensi dalla critica. Sambà (il film prodotto nel 2017) è un dramma sportivo sulla redenzione attraverso la metafora della vita e della boxe. La storia di Francisco “Cisco” Carrillo, tornato in patria nella Repubblica Dominicana dopo 15 anni di carcere negli Usa. Dietro alle sbarre, “Cisco” ha imparato a fare a botte, ma è solo dopo che l’italiano Nichi Valente, lui stesso una ex promessa del pugilato, ne scopre l’innato talento, che la vita dei due comincia a riprendere senso. “Cisco” e Nichi hanno poco o nulla in comune, se non la voglia inconscia di avere “una seconda chance”. Nichi decide di allenare “Cisco”: per entrambi comincia un cammino di redenzione.
Un altro film, uscito quest’anno, prodotto direttamente da Riccardo Bardellino e che ha già riscosso successo dalla critica, si chiama “Veneno” nel quale si narra l’origine e l’ascesa del più famoso lottatore dominicano di tutti i tempi, Rafael Sánchez alias Jack Veneno, e del suo arcinemico José Manuel Guzmán aka Relámpago Hernández. Si aspetta l’arrivo di questi film nelle sale italiane.