LE FOTO. AGGRESSIONE AL SUPERMERCATO. La cronaca passo dopo passo del caos al Carrefour di via Battisti

7 Agosto 2023 - 19:55

CASERTA (pasman) – Alla sicurezza astratta, retorica, immaginata nei convegni e nei comitati, fa riscontro quella della realtà e della strada, cruda e tutt’altra. Si è dato stamattina a Caserta l’ennesimo esempio di questa verità attuale, ovvia e indiscutibile, di cui appare superflua ogni spiegazione.

E paradossalmente proprio nelle stesse ore in cui il ministro dell’Interno Piantedosi, a Castel Volturno, faceva, come da anni si è venuto facendo, il punto dell’ordine pubblico nella provincia. Similmente a quando, a solo scopo palliativo, si chiama il medico al capezzale dell’ammalato a cui la diagnosi infausta è da tempo stata posta e che non si sa come curare.

E’ accaduto che nel conosciuto supermercato di via Battisti, in pieno centro della città, un giovane straniero si è presentato alla cassa per acquistare generi vari, ma che la carta prepagata presentata non autorizzava il pagamento. A questo punto, benché invitato a restituire la merce, iniziava ad inveire contro il cassiere e stava allontanandosi di forza con gli articoli quando interveniva il direttore del negozio. Il quale, pur tentando di sbarrarne l’uscita per impedire il furto, non riusciva a bloccarlo. Anzi, venendone affrontato, telefonicamente chiedeva l’intervento di una pattuglia delle forze dell’ordine.

I presenti sentivano il direttore commentare visibilmente scosso: “ma

vi ho detto che mi sta aggredendo, in via Battisti, al supermercato, mandate subito una pattuglia…che vi devo dire di più”.

Sta di fatto che mentre ciò avveniva, lo straniero, privo di ogni controllo, dopo essersi allontanato per un tratto, ritornava verso l’uomo urlandogli contro frasi sconnesse. A questo punto, del tutto fortuitamente, transitavano degli agenti in macchina, a cui il direttore, richiamatone l’attenzione, spiegava i fatti indicando lo straniero ancora sul posto.

Niente da fare, anzi il giovane faceva peggio allorché uno degli agenti lo avvicinava. Per nulla smarrito dell’intervento delle forze dell’ordine, urlandogli contro nel suo stentato italiano, recriminava che non sapeva perché la sua carta prepagata non funzionasse, in quanto aveva lavorato. Ma che lui doveva mangiare e che sarebbe andato, allo stesso modo, in un altro supermercato a prendere gli altri alimenti che gli servivano. E qui si allontanava definitivamente, senza essere per giunta controllato o identificato.

Al direttore, poveretto, non restava che raccogliere l’invito a sporgere denuncia, non bastando quel poco che era successo per mettere in moto la macchina giudiziaria che esisterebbe per riparare i torti.

Non sappiamo per quali ragioni di opportunità lo straniero non sia stato fermato nell’immediato. Di certo, se lo si vorrà rintracciare e perseguire in seguito bisognerà impegnare tempo ed uomini distogliendoli da altri compiti degli uffici di polizia.

Ma non devono essere diverse da quelle che molte volte abbiamo indicate con riguardo all’anarchia della movida o alla baraonda che si permette nella piazza monumentale Carlo di Borbone in violazione dei divieti che la tutelano.

Gli agenti delle forze dell’ordine sono ormai gravemente intimoriti delle conseguenze dei loro interventi, sia penali sia derivanti dalla loro scala gerarchica, la quale, alla prima maretta di contestazioni, non ci pensa due volte a comminare opportunistiche sospensioni dal servizio.

Quando poi l’intervento è verso uno straniero, l’accusa di razzismo è sempre incombente, anzi puntuale. Nel caso di oggi, sicuramente si sarebbe dovuto usare la forza per ridurre alla ragione il giovane che pensa di fare la spesa senza pagare. Dunque, far rispettare la legge in questo contesto è impensabile. Se Piantedosi ed il suo governo vogliono fare cosa buona, devono mettere mano a tutto ciò a tutela delle persone per bene.