LE FOTO ESCLUSIVE E RACCAPRICIANTI. Poteva essere strage. Il palazzo abbattuto da questi caivanesi arrivati a CASERTA attraverso le solite strade è crollato un quarto d’ora dopo l’uscita dei bambini di via sant’Antida

27 Luglio 2024 - 19:48

I vigili del fuoco hanno lavorato fino alle tre di notte per mettere in sicurezza la zona, rimuovendo tonnellate di macerie. Questo sindaco e la sua amministrazione sono diventati il pericolo pubblico per una città in cui ormai nel suo centro erbacce alte sei/sette metri diventeranno presto ospizio per serpenti, rettili e chissà cos’altro ancora. La ridicola ordinanza del primo cittadino

CASERTA (g.g.) – Facciamo subito una premessa: il palazzo di via sant’Antida che ospita l’asilo privato riconducibile alla famiglia Cangiano è sicuro e assolutamente agibile. La sua condizione statica è perfetta ed è in grado di continuare a svolgere la sua funzione con sicurezza.

Non è certo colpa di questo edificio se al suo fianco ce n’è, o meglio, ce n’era un altro gestito da autentici pazzi, i quali si sono messi a fare opere di abbattimento con il sant’Antida ancora aperto, visto che questa scuola privata continua i suoi servizi ai bambini della materna e dell’infanzia fino all’epilogo di luglio. Dunque, un mese in più fino alla canonica data del 30 giugno, che segna la fine dell’anno scolastico delle materne statali.

Vogliamo anche pesare le parole. Però, se guardate le fotografie c’è poco da pesare. Un quarto d’ora prima, non un minuto in più, nella scuola dell’infanzia erano presenti ancora diverse decine di bambini e diverse maestre.

La distanza, il discrimine, il crinale, che differenzia una tragedia, qualcosa che avrebbe richiamato tutte le televisioni del mondo e una notizia che è importante solamente le cronache locali dei quotidiani regionali e che conquista l’avanguardia delle prime pagine solo nei giornali a diffusione locale, è una questione di dettagli.

Su questo non ragiona nessuno. E si sbaglia. Perché lo scampato pericolo, dovuto solo a fatti casuali, come può essere un crollo che avviene 10 o 15 minuti prima o dopo, pende a far sfumare un intransigente ricerca delle responsabilità.

All’interno della scuola è entrato di tutto. Da quello che abbiamo saputo dai vigili del fuoco, i danni alle finestre che vedrete nelle foto sono causati dai mattoni che, volati via nel crollo, sono praticamente diventati dei proiettili che hanno colpito i vetri.

Come se avessimo avuto un presagio, noi di CasertaCe, con il collaboratore storico di questa testata, Pasquale Manzo, ci siamo voluti occupare di questo nuovo gioiello di speculazione immobiliare cittadina.

Fino a qualche mese fa abbiamo scritto del napoletan-afragolese (e non sappiamo altro ancora) Fontana. Mo’ è arrivato ‘sto Francesco Celiento da Caivano o da Cardito.

Tappeti rossi nell’Ufficio tecnico del comune di Caserta che ha già liquidato come un semplice incidente di percorso l’ordinanza del tribunale di Santa Maria Capua Vetere che ha tenuto agli arresti domiciliari – e che cavolo, almeno una volta nella vita – lo chef degli che, lo chef della più organizzata cucina degli orrori del mondo, ossia Franco Biondi.

Ormai la città è saccheggiata. Il primo che arriva abbatte, ricostruisce, fa appartamenti in pieno centro storico e li vende a peso d’oro, ingrassandosi con valori aggiunti vertiginosi, ossia con guadagni profitti esponenziali rispetto ai costi dell’opera.

Eppure, a quanto ci dicono, questo Celiento era stato anche pregato di utilizzare l’agile, facile agevole permesso di costruire ricevuto dal giorno dopo della chiusura estiva dell’asilo di via sant’Antida, fissata proprio per la giornata di ieri, visto che probabilmente ci sarà una sorta di bonus caldo che l’avrebbe fatto rimanere chiuso il 29, il 30 e il 31 luglio.

Niente di fare. Ma abbatti bene, almeno. Abbatti in sicurezza. Niente da fare.

Vedete le foto che pubblichiamo? Il crollo del palazzo in abbattimento ha colpito pesantemente quello contiguo dell’asilo. Se dentro ci fossero stati ancora i bambini, sarebbe stato un disastro.

Guardi, sindaco Carlo Marino, noi abbiamo accolto con una certa sufficienza l’iniziativa della Lega, di Gianpiero Zinzi e Maurizio Del Rosso, che raccoglie firme per le sue dimissioni.

Ma lei, sindaco, è diventato realmente un pericolo pubblico per la città. Mai, eppure chi scrive la frequenta da 25 anni, si era vista una Caserta combinata nella condizione in cui versa. Ci sono strade come viale Cappiello, centro cittadino, in cui le erbacce hanno raggiunto 5-6 metri di altezza. Da una corsia non si vede letteralmente l’altra.

Qui non è una questione politica. Probabilmente siete impazziti con questo caldo e non vi rendete conto di ciò che sta avvenendo. Non ve la prendete con la sfortuna, con il caso, per il fatto di via sant’Antida.

Non è sfortuna, come non fu sfortuna la morte di Gennaro Leone, accoltellato fatalmente a 18 anni in via Vico, dopo settimane in cui bande di delinquenti si erano sfidate in città con coltelli, spranghe, bottiglie rotte nella vostra indifferenza e nonostante le denunce e gli appelli accorati e disperati di questo giornale che è l’unico – ripetiamo – che si è occupato di quest’altra porcheria che in piena estate, lontana da occhi indiscreti (ovviamente non i nostri, che ci sono sempre), si vuole realizzare in pieno centro storico.

Carlo Marino è un uomo fortunato e ieri pomeriggio, quando mezza caserma del Comando provinciale dei vigili del fuoco è dovuta accorrere sul posto, quando decine di carabinieri e poliziotti hanno dovuto presidiare il lungo lavoro dei pompieri durato fino alle tre di notte, è bastata un’ordinanza con la quale, pur di salvarsi il suo augusto deretano, il primo cittadino ha voluto far vedere che interviene in maniera risoluta.

Ma questo Celiento con chi ha parlato? Nell’Ufficio tecnico, nel palazzo comunale? Lei, signor sindaco, lo conosce? Quando ha comprato questo palazzo in via sant’Antida.

Queste sono le domande a cui cercheremo di rispondere in questi giorni e come sempre saremo gli unici a farlo. Sembra realmente incredibile pensare che, al di là di ogni valutazione politica, di schieramento, che francamente non ci interessa, persone così siano ancora al timone della città.

Ma ve ne volete andare o no? La segretaria provinciale del Pd Susanna Camusso convinca Carlo Marino a lasciare perché secondo noi, e secondo queste foto, la sua amministrazione è diventata il pericolo pubblico numero uno.