LE FOTO MADDALONI. Ecco l’isola ecologica provvisoria: niente bagni, niente bacini di contenimento. Ribadiamo: il funzionario Cerreto e l’assessore Liccardo non sono all’altezza del loro compito

15 Dicembre 2020 - 13:08

Lo scrivemmo un paio di estati fa, lo ribadiamo oggi, sperando che il sindaco De Filippo acceleri la procedura del concorso per la nomina del nuovo dirigente e che soprattutto i rapporti con la società Buttol siano completamente “apersonalizzati”

 

MADDALONI(g.g.) Stavolta non occorre un articolo lungo. Le foto che pubblichiamo in alto e anche all’interno, infatti, come si suol dire in casi del genere, parlano da sè. Testimoniano meglio di ogni descrizione più o meno romanzata, le condizioni in cui si presenta quella che, in teoria, secondo l’amministrazione comunale, sarebbe la nuova isola ecologica temporanea di Maddaloni. Niente bagni, niente bacini di contenimento, con l’operatore in pratica costretto a lavorare sotto l’acqua. Sul modo in cui funzionano i rifiuti a Maddaloni, abbiamo già scritto molti articoli. In questo caso, ribadiamo due concetti cardinali: nè l’assessore Salvatore Liccardo, nè il “funzionario facente funzioni” Arturo Cerreto sono minimamente all’altezza del loro compito.

Pensate un pò che quando l’abbiamo scritto ai tempi di quell’autentico schifo che si consumò un paio di estati fa, quando i cittadini di Maddaloni furono costretti a trattenere in casa, nonostante i 40 gradi all’ombra, la frazione umida dei rifiuti, il Cerreto presentò anche una querela contro di noi, come se l’avessimo offeso personalmente, quando, al contrario, per offendere un individuo personalmente, bisogna almeno conoscerlo, seppur di sfuggita, averci parlato o aver incrociato indirettamente i suoi passi nel momento in cui qualche proprio atto amministrativo si è rivelato nocivo, dannoso, al punto da innescare la reazione del convenuto che esplode in un attacco personale.

Per qual che ci riguarda, Arturo Cerreto lo conosciamo solo in fotografia. Poi, mai visto, mai sentito, mai incrociato, nè direttamente, nè indirettamente. Abbiamo, invece, conosciuto il funzionario del comune di Maddaloni che si chiama Arturo Cerreto e il cui nome è totalmente irrilevante nell’esposizione della nostra attività di inchiesta giornalistica, concentrata sulle modalità attraverso cui quella funzione viene esplicitata e non sull’identità personale di chi la esplicita. D’altronde se si usa l’antica locuzione latina “pro tempore” ci sarà anche un perchè.

Questa cosa l’avremo ripetuta almeno mille volte e forse più, da quando teniamo in piedi ‘sto CasertaCe. E certo, non solo riguardo al citato funzionario. C’è talmente ignoranza in termini di comprensione reale della relazione tra persone fisiche, affare di diritto civile e funzioni istituzionali pubbliche che queste possono ricoprire, affare di diritto amministrativo e dunque di diritto pubblico (ma guardate un pò che ci tocca scrivere, qui ci vogliono i missionari, non i giornalisti) che, ancora qui, in questa landa desolata di ignoranza sesquipedale, non si riesce a far capire che un funzionario pubblico, un dirigente della pubblica amministrazione, quindi di un comune o di altri enti sovra o sotto ordinati, deve dar conto del suo operato ai cittadini.

 

Per cui, se vieni criticato, esaminato, sindacato da un giornale come il nostro, ciò avviene perchè noi non avvertiamo la cosa solo come un diritto sancito, prima di tutto dalla Costituzione, ma andiamo al di la, avvertendolo come un dovere. Non come un dovere etico, per carità, ma come un dovere di cittadinanza perchè la parola stessa cittadino significa questo, nonostante il concetto sia completamente sconosciuto dalle nostre parti. Significa che uno è il cittadino in quanto controlla, verifica che i suoi soldi messi a disposizione dei comuni e di altri enti, attraverso il pagamento di imposte, tasse e tributi, vengano correttamente spesi per il bene comune.

Noi ci muoviamo dentro questo perimetro. E quando abbiamo scritto, un paio di estati fa, che Arturo Cerreto non era all’altezza di svolgere il compito di facente funzioni del settore rifiuti, volevamo proprio svolgere questa funzione di cittadinanza, largamente assente, largamente latitante in provincia di Caserta. Poi avremmo potuto chiamare il nostro, Pinco Palla, Ermenegildo. Sarebbe stata esattamente la stessa cosa: sempre del funzionario facente funzioni pro tempore si sarebbe trattato.

Secondo voi, a Cerreto tutto questo che abbiamo adesso ribadito, gli entrerà nella zucca dopo aver letto questo articolo? No sicuramente, perchè Arturo Cerreto, con tutto il rispetto per la persona, appartiene ad una cultura il cui concetto di bene comune è solo una definizione rituale ma non è avvertito sulla propria pelle, non è dunque connaturato alle popolazioni indigene, quale retaggio di una tradizione democratica e di autentica sussidiarietà che qui, per tanti motivi, non c’è mai stata, come non c’è mai stata una tradizione di autonomia territoriale, così com’è successo per esempio in Italia, ad altre latitudini, con la sola eccezione, giusto per fare un esempio, della Repubblica Marinara di Amalfi che però, non a caso, fu la prima delle 4 a tirare le cuoia.

E figuriamoci se il buon Arturo Cerreto a cui promettiamo una sicura querela per calunnia nel momento in cui, com’è certo, saremo assolti o prosciolti per quella sua iniziativa giudiziaria, può rapportarsi a queste cose nel momento in cui gestisce, insieme all’assessore Salvatore Liccardo, colui il quale in quei giorni di luglio, con le case dei maddalonesi piene di monnezza, scrisse in un post, che chi lo attaccava apparteneva ad un manipolo di frustrati sessuali, ai quali raccomandava una provvidenziale e liberatoria “pelluccia”.

Finale: ora ci possono essere tutte le giustificazioni del mondo, ma nessuna giustificazione, quand’anche fondata, può neutralizzare, può sanare, può amnistiare l’effetto, mostrato in tutta la sua evidenza, dalle foto che pubblichiamo. Le cause, dunque sono materia di confronto, di dibattito politico, ma non possono fornire una giustificazione al fatto che il sito dell’isola ecologia provvisorio debba vivere ed operare in queste condizioni, nè decenti, nè tantomeno legali.

All’amico sindaco Andrea De Filippo, formuliamo un appello accorato: faccia presto per definire il concorso per la nomina di un nuovo dirigente di ruolo, possibilmente ben qualificato, seriamente ferrato nella materia, del settore Ambiente e poi parli chiaro a Salvatore Liccardo rispetto alla sua attività professionale di funzionario al comune di Afragola, che non sappiamo se svolge ancora ma che ha comunque svolto, a stretto contatto di gomito con l’impresa dei rifiuti Buttol, che si occupa della raccolta anche nel popolosissimo comune dell’area di Napoli nord.

Un assessore all’Ambiente non può, infatti, avere rapporti, anche semplicemente professionali, quand’anche professionali, quand’anche nitidi e trasparenti con un’azienda che poi arriva ad operare nel comune in cui lui è assessore al ramo. A casa nostra, non funziona così, dato che abbiamo maturato negli anni un’idea rigorosa, benchè nitidamente liberale, del conflitto di interessi.