LE FOTO. Ops, chi si è fottuto i binari di Ferrovie dello Stato nella zona Asi, pardon, a Cancellopoli? Le immagini che dimostrano questa ennesima follia

14 Luglio 2020 - 16:44

In principio, attorno all’ex Indesit e alla MD Ce.Di., arrivavano (come normale che sia in un’area industriale con necessità intermodali) veicoli su rotaia. In questa provincia, rispetto a 25 anni fa, abbiamo arretrato la civiltà di un secolo. Ora comandano solo i gringos

CARINARO (g.g.) – Quando ieri abbiamo scritto che il sequestro dei tre capannoni dei Canciello rappresenta una goccia, seppur importante, in un oceano di illegalità, ci riferivamo a duecento casi possibili che questo giornale, per tutto ciò che ha raccolto da quasi 20 mesi a questa parte, cioè da quando si occupa del Fenomeno-Canciello, potrebbe scrivere senza alcun problema. Oggi abbiamo scelto un argomento che può essere assimilato anche attraverso il semplice confronto tra due immagini, entrambe satellitari. Al centro si vede lo stabilimento ex Indesit in area Asi di Carinaro, nelle vicinanze si trova Md Ce.Di., la distribuzione del grande marchio, dove svolge un’attività molto importante e lucrosa il papà di Caterina Sagliano, giovane ragazza di san Marcellino, candidata alle prossime elezioni regionali nella lista Noi Campani, di Clemente Mastella e Luigi Bosco. Nell’immagine acquisite con il sistema Google Earth Edifici 3D, si scorge distintamente la traccia di un binario che affiora dal terreno per poi scomparire in esso qualche metro più avanti. E’ la prova provata che lì c’era un’infrastruttura fondamentale. E attenzione, non stiamo parlando dell’Alifana o di una linea privata e secondaria. Quelli sono senza ombra di dubbio binari installati dalle Ferrovie

dello Stato al tempo dell’industrializzazione di quell’area e da lì sono scomparsi per motivi ignoti, comunque non per effetto di un atto amministrativo, di un accordo tra l’Asi, i comuni che la compongono e le Ferrovie, che oggi si chiamano Trenitalia e, per quanto riguarda il braccio operativo-cantieristico si chiamano Rfi. In passato c’è stato qualche tentativo timido di affrontare la questione con gli uffici compartimentali di Trenitalia, che si trovano negli ormai storici palazzi incastrati nella stazione centrale di piazza Garibaldi a Napoli, ma non se n’è fatto niente. E ci piacerebbe sapere il perché.

Naturalmente, il punto di vista dell’Asi, dell’Asi di oggi, ma lo stesso valeva per quella targata Cappello-Fecondo, per noi è totalmente irrilevante. Il Consorzio è, infatti, governato, come lo è stata ieri, dalla peggiore politica, alla quale si sono affiancati i peggiori burocrati. Per cui, diciamo, oggi come allora, che tutto ciò che il Consorzio Asi fa è viziato a monte da questo peccato originale. Dunque, è Trenitalia, Ferrovie dello Stato, devono spiegare perché un pezzo importante del patrimonio pubblico, messo lì per dotare l’area industriale di Aversa Nord di una struttura di fluidità intermodale, oggi non esiste più. Chi l’ha eliminata? Non si sa.

Abbiamo deciso di pubblicare questa notizia perché quella di ieri, cioè sui Canciello, ha costituito per noi un elemento evocativo. Uno dei motivi, infatti, alla base del sequestro appena citato è stato rappresentato dal fatto che siano state occupati zone di patrimonio pubblico, per quanto riguarda un’altra area. Come vedrete dall’altra immagine, presa disattivando il sistema Edifici 3D, affidandola ad una raffigurazione di un tempo molto più recente, così come spiega il sito guidami.info, oggi, dove ieri c’erano i binari, ci sono le famose strade. E chi è che ha costruito le strade all’interno dell’Asi, spesso e volentieri in maniera estemporanea, senza averne alcun titolo, in un regime di gestione selvaggia dei suoli che, da un lato calpestava tutti gli standars possibili e immaginabili previsti dagli strumenti di regolamentazione vigenti, dall’altra parte disegnava, in funzione delle necessità di Cancellopoli, lingue di asfalto ornate da filari di palme Washington (dagli 800 a 1.000 euro a palma), su cui l’ottimo Ferdinando Canciello faceva sfrecciare la sua “sobria” Bentley cabrio in tinta pink, magari accompagnato da qualche bionda con capelli al vento. Dunque, non è improbabile, anzi, è molto probabile che anche questo capolavoro della distruzione di binari di proprietà dello Stato abbia la medesima matrice.

a destra, l’immagine tramite Edifici 3D; a sinistra, invece, la foto più recente. LA LINEA ROSSA SEGUE IL TRATTO DEI BINARI, SCOMPARSI NELLA SECONDA IMMAGINE