LE FOTO. S. MARIA C.V./1 Domani l’inaugurazione di piazzetta Malatesta. Non tutti sono contenti. Fanno discutere il muro che recinta le proprietà private e i 7mila euro del murales iper naif. E il bar di Merola…

24 Luglio 2023 - 14:00

Resta, fortunatamente, intatta l’antica funzione per la quale questo spazio fu espropriato, in modo da consentire una via di fuga alle centinaia e centinaia di famiglie del rione Ventrone.

SANTA MARIA CAPUA VETERE (g.g.) Da qualche giorno la pubblicazione su diversi gruppi Facebook di alcuni scatti relativi alla riqualificazione di piazzetta Malatesta, ha provocato perplessità e sgomento da parte di numerosi cittadini. La questione riguarda innanzitutto l’utilizzo di quell’area che negli anni post terremoto dell’80 da giardino privato qual era, fu espropriata dal Comune non per decoro ma per urgenti motivi di pubblica utilità, ovvero per realizzare quella necessaria via di fuga pedonale al popoloso rione Ventrone servito all’epoca da un unico accesso.

E d’altronde, se l’esproprio fu agile e indiscutibile, fu perché la convergenza del concetto di pubblica utilità non era collegata all’idea di costituire una piazzetta, ma a quella di garantire la sicurezza di migliaia e migliaia di persone, di migliaia e migliaia di sammaritani.

Negli ultimi tempi c’è stata una modifica della morfologia dei luoghi. A dire il vero, però, questa non ha modificato la funzione di via di fuga, rimasta sostanzialmente intatta, anche dopo l’intervento dell’amministrazione comunale. Un privato ha posizionato un cancello a doppio battente sul muro di confine. Ed è proprio su questo muro che sorgono le maggiori perplessità. Definendolo muro di confine, non possiamo certo escludere il fatto che ci sia un titolo di proprietà relativo allo stesso. Quindi, quel muro, direttamente annesso alla proprietà privata delle case presenti, o appartiene a chi di quegli appartamenti, di quelle case è, per l’appunto, il proprietario privato, oppure appartiene al Comune.

Sicurezza rispetto a cosa? Rispetto, per caso, a cadute di calcinacci o di altro? E qui bisogna stabilire il titolo di proprietà, perché se il muro è una proprietà privata, allora non è il Comune a dover intervenire per garantire, con i suoi soldi, la sicurezza. Si tratta di una questione dirimente, da stabilire con precisione: quel muro è proprietà privata o proprietà del Comune? Quel muro è in parte proprietà privata e in parte del Comune? Perché, se è solo proprietà privata, occorreva una autorizzazione, la firma di una sorta di convenzione con i proprietari delle case, che consentisse al Comune di intervenire con i 13mila euro della riqualificazione (vedi la determina firmata dal dirigente D’Aco pubblicata in calce all’articolo), della ritinteggiatura e di tutto quello che è stato fatto. Se questo non è avvenuto, l’intervento è di dubbia legittimità, di dubbia legalità.

Noi di CasertaCe, come sempre, faremo le nostre indagini e torneremo di nuovo sulla questione, perché merita di essere approfondita. Per il momento l’attenzione va focalizzata sui costi dell’intervento da parte del Comune e sul cancello del privato che potrebbe essere funzionale ad un antico progetto dell’imprenditore Merola che da anni e anni aspira ad aprire un bar di concezione moderna.

Sempre relativamente ai costi, leggiamo dalla determina che pubblichiamo in calce, che 7mila euro è costato il murales che mostriamo nella foto. Intanto, prima di entrare un po’ nel merito di questo intervento specifico, va detto che anche questa si collega al titolo di proprietà totale o parziale del muro, in quanto se questo è in tutto o in parte una proprietà privata, dovevano essere i privati ad autorizzare formalmente il dipinto murario.

Per quanto riguarda il dipinto, non ci permettiamo di entrare nel merito dell’opera artistica, perché non siamo dei critici d’arte. Anzi, tutto siamo fuorché dei critici d’arte. Però, a guardarlo bene, l’artista sembra essere un esponente di una corrente neo naif sammaritana, con un’idea della prospettiva e delle conseguenti proporzioni volumetriche dei monumenti che ha dipinto il murales in modo piuttosto eccentrico e molto personale, al punto da apparire come un vero e proprio caposcuola. Prospettiva e proporzioni che diventano una sorta di quintessenza in quei 4, 5 stelloni enormi, rappresentativi di un messaggio originale nel suo genere, di cui magari dovremmo chiedere conto direttamente all’artista, visto che fino ad oggi eravamo abituati alle proporzioni presepiali delle carte blu stellate del Natale, in cui gli astri appaiono più piccoli e dunque più lontani, Ma forse questi stelloni vogliono comunicare un messaggio di auspicio, di richiamo alla buona sorte, alla fortuna, un sorta di “stellone sammaritano” o una riproposizione laica della stella cometa dei Re Magi.

Speriamo che l’artista ci risponda, perché 7mila euro non solo bruscolini e valgono bene una spiegazione.