LE FOTO. S. MARIA C.V. “Quarto Savona 15”: in una teca ciò che resta della scorta del giudice Giovanni Falcone

17 Dicembre 2022 - 19:57

La stagione delle stragi di mafia, la lotta dello Stato: il prefetto Castaldo e il questore Messineo accolgono Tina Montinaro, moglie di uno degli uomini uccisi a Capaci. Seicento studenti della facoltà di Giurisprudenza della Vanvitelli abbracciano colei che è simbolo della cultura della legalità.

SANTA MARIA CAPUA VETERE. (gv) La mafia pensava che con del tritolo avrebbe risolto la guerra contro lo Stato, invece sono state proprio le vittime delle sue stragi, uomini ormai morti, a vincere questo braccio di ferro. La storia di chi vive nella memoria viaggia ancora oggi, 17 dicembre, proprio su quell’auto, la “Quarto Savona 15” , nome in codice, della sigla radio della Fiat Croma blindata della questura di Palermo a bordo della quale viaggiavano gli uomini della scorta di Giovanni Falcone: Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Dicillo.

Da Scandicci è partita una teca contenente i resti della vettura per arrivare presso il Dipartimento della facoltà di Giurisprudenza della Vanvitelli, a Santa Maria Capua Vetere. Ad accogliere questa teca, avvolta completamente dal Tricolore, non solo le autorità: il prefetto Giuseppe

Castaldo, il questore Antonino Messineo, il rettore del dipartimento Gianfranco Nicoletti, il direttore generare dell’ufficio scolastico della Campania Ettore Serra, ma anche tantissimi giovani, gli studenti della facoltà e le classi quinte del liceo Artistico Solimena della città del Foro, con i loro docenti. Oltre 600 studenti per abbracciare la vedova di Antonio Montinaro, Tina Montinaro, presidente dell’associazione “Quarto Savona 15” attraverso la quale promuove la cultura alla legalità, coinvolgendo in primis le scuole. Il liceo Artistico Solimena, con la dirigente scolastica Alfonsina Corvino, da anni ha avviato dei percorsi di legalità in maniera trasversale con tutte le discipline e l’evento di oggi era molto atteso. Alla vedova di Montanaro è stata regalata, da parte del Liceo Artistico, una serigrafia realizzata dall’artista Felice Re dal titolo “Oltre”, mentre dalla studentessa Edna Simeone di 5B è stata composta una poesia, letta però dal compagno di classe Riccardo Merola, poiché l’allieva questa mattina è stata impegnata a ritirare un premio nazionale. La lirica è dedicata a Vito Schifani e alla moglie che si è trovata a vivere la stessa tragedia della signora Montanaro. Così recita:
VITO SCHIFANI
Una morte ricordata ,con onore e dolore
per proteggere il giudice Falcone.
Era al volante mentre scortava
un magistrato la cui morte
non è stata un caso.
Vito schifani , 27 anni aveva
quando lasciò una famiglia che lo attendeva
Al suo funerale un omaggio pronunciato
dalla moglie Rosaria , chiedeva giustizia ,
offriva perdono a chi non meritava
un simile dono .
Ebbe la forza di guardare “oltre”
quelle tende di oscurità
che coprivano un mondo di crudeltà.”
Il silenzo ha invaso l’aulario, interrotto poi dalle dure e giuste parole della Montanaro:
“A tutti i detenuti va data una seconda possibilità, ha detto con voce rotta dalla commozione, ma ai reclusi per mafia, camorra e ndrangeta no.” Chiaro il messaggio, il dolore di quel lutto di uomini che hanno dato la vita per lo Stato, ancora non è passato, ma queste famiglie spezzate dal dolore hanno saputo guardare oltre, come la serigrafia regalata fa intuire guardando oltre le tende e l’oscurità.