LE INTERCETTAZIONI. Minacciato al telefono da Giacomo Capoluongo: “Se non mi dai i soldi, uccido te e il tuo amico imprenditore”
20 Febbraio 2020 - 13:12
AVERSA – Erano minacce vere e proprie quelle che Giacomo Capoluongo, al telefono, intimava ad un tale Lelluccio, che si era fatto garante, per un agricoltore di Aversa, il quale non aveva versato due assegni. Capoluongo “sarebbe intenzionato ad attuare una cruenta rappresaglia” nei confronti di quell’imprenditore, scrive il giudice nell’ordinanza che, al tempo ha coinvolto i rampolli dei boss, Pino Cantone, Ivanhoe Schiavone e di cui ci stiamo occupando in un lunghissimo focus.
In una telefonata registrata il 20 gennaio 2017 ed intercettata dagli inquirenti, Capoluongo reclama il pagamento di quei due assegni, pena ritorsioni sia per il garante dell’affare, che per l’imprenditore agricolo normanno. “Mi devi dare i soldi, non voglio sapere nulla, mi sono scocciato“, “Io non li posso fermare ad Aversa, quelli ti vogliono togliere la terra, ti vuoi far uccidere, cosa vuoi fare (…) domani mattina, mi prendo le serre e tutto“, e ancora: “I soldi me li devi dare sempre altrimenti uccido prima a questo (l’agricoltore in debito, n.d.r.) e poi uccido anche a te (Lelluccio, n.d.r.), mi sono spiegato!“.
Per il giudice che ha redatto l’ordinanza, Capoluongo godeva, grazie al suo collegamento con il clan, della capacità di assoggettare i suoi interlocutori. A tal riguardo, sarebbero probanti le parole pronunciate da Lelluccio durante la conversazione intercettata: “Poi
Insomma, non si andava per il sottile, almeno al telefono. Non sappiamo come la vicenda si sia conclusa, ma di certo “il contenuto della conversazione testimonia il ruolo che riveste Giacomo Capoluongo, ritenuto uno degli esponenti più rappresentativi del clan dei casalesi, fazione Schiavone.“, conclude il giudice.
Qui sotto pubblichiamo lo stralcio integrale della conversazione.
QUI SOTTO LO STRALCIO DELL’ORDINANZA