Le patenti false prodotte a CASAL DI PRINCIPE e Giugliano. I 4 avvocati accattoni con le marche made in China. Ma la vera tragedia è che esiste un mercato per queste cose

20 Maggio 2020 - 11:10

Abbiamo analizzato le strutture principali del comunicato stampa della Procura della Repubblica di Aversa-Napoli nord sulle misure cautelari emesse stamattina. Abbiamo formulato un nostro commento, simile, se non uguale a tanti altri. Ma abbiamo il dovere di ripeterci, perchè altro, purtroppo, da fare non c’è contro una mentalità

 

CASERTA (Gianluigi Guarino) Ad ognuno il suo: i cinesi che sanno fare? Sono i maestri dell’imitazione, per cui da loro ci facciamo mandare, magari attraverso cinesi assimilati, che ormai hanno capito come funzionano le cose in Campania e in provincia di Caserta, tutte le marche da bollo che ci servono.

Gli avvocati di un certo tipo, appartenenti ad una certa scuola, che sanno fare? Come abbiamo più volte scritto l’anno scorso incassando insulti, contumelie, querele, esposti al Garante per la privacy, gli avvocati di un certo tipo sanno fare gli accattoni. Dunque, 4 di loro rappresentano questa categoria nella vicenda attenzionata dalla Procura della Repubblica di Aversa-Napoli nord, la stessa che aveva smascherato un’altra “accattonata di gruppo”, la famosa carica dei 101 avvocati oggi ancora in attesa, a quanto ci risulta, ad indagine chiusa, di richiesta di rinvio a giudizio per un vasto traffico di marche, pardon, marchette da bollo falsificate, per risparmiare sugli atti giudiziari.

I funzionari della pubblica amministrazione, in questo caso, quelli della Motorizzazione civile, che sanno fare? Ma naturalmente la ricotta, vera eccellenza italiana e campana in particolare prodotta grazie all’ingrediente decisivo della corruzione.

A Casal di Principe e dintorni esiste poi un’eccellenza della falsificazione di documenti? E certo che esiste. Ai “tempi d’oro”, c’erano camorristi che, di carte d’identità, ne avevano anche 15 e per farsele fare, aspettavano dai 10 ai 15 minuti. Una vera e propria scuola che, per esempio, nel settore del danaro falso ha avuto in Mario Torromacco, il suo esponente di punta, una sorta di Leonardo Da Vinci del farlocco.

Insomma, ogni cosa al posto suo, ogni persona messa a fare la cosa in cui eccelle. In poche parole, un’azienda perfettamente organizzata come solo le aziende della malavita sanno essere dalle nostre parti in maniera inversamente proporzionale al caos e alla disorganizzazione svogliata che impera nelle imprese legali. Ne è uscita fuori l’ennesima, vergognosa, ineffabile espressione che ha nel suo effetto criminale solo la punta dell’iceberg di un processo che parte da una mentalità ma che ha il suo nocciolo duro nel mercato nell’esistenza e nella potenza propulsiva di una domanda, di un mercato che chiede prodotti del genere alle “piccole e medie imprese” del malaffare.

Perchè qui, in questa storia delle patenti di guida e delle patenti nautiche false rilasciate a 3mila e a 2mila euro l’una, il fatto da rilevare non è rappresentato dall’attività di un’associazione di persone che insieme hanno architettato il losco traffico, ma nel numero, probabilmente molto alto, di soggetti che erano pronti a tirar fuori i 3mila e i 2mila euro per ottenere il titolo senza neppure andare a sostenere l’esame teorico e presentandosi solo figurativamente a quello pratico, governato da un ingegnere della Motorizzazione o da uno che faceva finta di esserlo, che metteva a posto tutte le carte.

Giugliano in Campania e Casal di Principe sono i luoghi dove venivano confezionate le patenti false. A pianificare tutta la fase della procedura documentale, accompagnata da marche da bollo “doverosamente” false made in China, i 4 avvocati, stavolta del foro di Santa Maria Capua Vetere a differenza dei 101 che appartenevano per la magna pars, a quello di Aversa-Napoli nord. Marche da bollo, presentate presso gli uffici del P.R.A., alla M.C.T.C. di Napoli e Caserta e ad alcuni uffici giudiziari, precisamente del Tribunale Civile di Aversa-Napoli Nord, agli Uffici del Giudice di Pace di Napoli Nord e di quello di Santa Maria Capua Vetere.

Sarebbe interessante capire, ma forse l’ordinanza non è neppure in grado di stabilirlo visto che di solito si tratta di indagini che si sviluppano nell’ambito di 2, 3, massimo 4 anni, quante persone, in provincia di Caserta o fuori dalla provincia di Caserta, stiano conducendo auto e addirittura barche, con titoli di guida rilasciati dallo Stato italiano, la cui falsità non è, incredibilmente, il problema più grave, perchè stiamo parlando di persone che non hanno mai sostenuto una fase di formazione alla guida e che, soprattutto, ingrossano le fila già enormi di quel popolo che,  oggi applaude De Luca, ieri applaudiva Salvini, l’altro ieri Renzi, ancora prima Berlusconi e Bassolino, ma che soprattutto svolge la funzione di “coltivatore diretto” di quella classe politica locale, costituita da uomini che camminano con il concetto incorporato di trastola.

Dunque, il guaio non si costituisce attraverso l’esercizio di questa modalità di far politica, nè attraverso la struttura dell’atto criminale, smascherato in questa ordinanza che, evidentemente, è solo un effetto. Il guaio che ci induce a scrivere molto spesso sull’inutilità, in una situazione di chiara irreversibilità di una mentalità comune, dimostrata da centinaia di situazioni come quella esposta dalla cronaca nera di giornata, di indugiare sulla speranza vana di costruire, qui da noi, un mondo migliore, sono i 10, 100, 1000, 10.000 soggetti incensurati e che tali rimarranno, ad epilogo di questa vicenda, pronti da domattina a non rispettare il semaforo rosso, a saltare la fila al supermercato, a eludere una procedura amministrativa, ma che sono anche e soprattutto quelli che periodicamente entrano in una cabina elettorale.

Il resto va da sè.