Le ville da sogno dei nipoti del boss Papa. Una vicenda incredibile, più che un CTU della Procura un illusionista. E il ruolo del geometra Vincenzo Virgilio
2 Aprile 2024 - 19:59
SECONDA PUNTATA. Ora è certo. Due ville ed altre che stanno nascendo tutte appartenenti a soggetti della stessa famiglia, insistono su terreni agricoli dove mai avrebbero dovuto essere edificati. Il tutto nel sonno profondo dei commissari di Governo a cui vogliamo raccontare questa storia. Ma i fatti più clamorosi come quelli degli incarichi del prima e del dopo Ctu con il ruolo del Virgilio saranno spiegati nella terza ed ultima puntata
SPARANISE (g.g.) Seconda puntata del caso spinosissimo delle super ville abitate dai nipoti diretti del super boss Giuseppe Papa. La prima puntata la potete leggere clikkando sul link che sovrasta questo articolo.
Possiamo affermare che la Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere inizi bene e finisca malissimo. Nell’appena citata prima puntata, abbiamo riportato, infatti, le ragioni per le quali l’allora pubblico ministero Silvio Marco Guarriello, trasferitosi poi alla Dda di Salerno ed oggi prestigioso Procuratore Aggiunto in quel di Foggia aveva deciso di sequestrare queste due ville in costruzione nella zona prospiciente alla via Calvi.
Le ragioni sono fondamentalmente tre: la prima, largamente la più importante, riguarda il marchiano tentativo di violare il piano regolatore vigente del Comune di Sparanise che classificava quelle aree, al pari di come le classifica oggi, come zone di sviluppo di attività agricole. In pratica, scriveva il pm, affermando una cosa tanto banale quanto cardinale: “tu,
Il secondo motivo atteneva, addirittura, ad una difformità relativa alle misure previste nel permesso di costruire firmato dall’ufficio tecnico del comune di Sparanise. In pratica già di per sè quella era una casa di abitazione, ma ipotizzando che potesse essere considerata una pertinenza agricola erano state comunque sforate totalmente le dimensioni dei vari piani, oggetto del permesso.
La terza ed ultima questione riguardava la irregolarità della documentazione sismica.
Ed è con questo armamentario che la Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere chiede e ottiene il rinvio a giudizio di Girolamo e Umberto Papa.
E qui entra in scena l’architetto Angelo De Sano, nominato sorprendentemente CTU della Procura. Sorprendentemente per un motivo che non vi scriviamo oggi ma che costituirà uno degli elementi centrali della terza puntata di questa inchiesta giornalistica.
Più che un CTU, De Sano, sembra un paragnosta in grado di cancellare dalla testa della pubblica accusa i suoi elementi fondamentali. In due paginette di scarna relazione che abbiamo a nostra disposizione e che eventualmente pubblicheremo in un’altra puntata, il problema di quelle case diventa solo quello della documentazione antisismica.
La relazione, infatti, non fa menzione, incredibilmente della connessione logica e giuridica tra quegli immobili e la destinazione d’uso ai sensi del PRG vigente di ogni singola particella catastale del terreno dove sono costruiti.
I cugini Papa vengono assolti in primo grado, in secondo grado mentre le Cassazione annulla il verdetto assolutorio dell’Appello.
Ma intanto, siccome la Procura di Santa Maria Capua Vetere, oltre a pendere dalle labbra dell’architetto paragnosta ritiene che nonostante i cognomi dei due Papa non ci siano le condizioni per trasmettere gli atti alla Dda di Napoli, i termini di prescrizione scorrono e scadono anche. Al riguardo sarebbe interessante comprendere il nesso tra tutte le cose scritte nel decreto di scioglimento del Comune firmato dal Presidente della Repubblica, che centralizza l’importanza, il peso di esponenti della famiglia Papa nel rapporto con il vice sindaco Vitaliano Ferrara, e con esponenti della burocrazia interna agli uffici (rapporti con l ‘imprenditore Vitale, ma non solo con Vitale come è scritto espressamente nel dpr ma anche nei confronti del geometra Raffaele Della Gatta dell’ufficio tecnico, poi gratificato da altro incarico importante in quel consorzio idrico in cui Vitaliano Ferrara entra nella stanza dei bottoni per specifica ed espressa volontà del consigliere regionale Giovanni Zannini) con l’idea un po’cloroformizzata della Procura di Santa Maria che pur trattandosi di una vicenda dei nipoti diretti del boss Giuseppe Papa, ha ritenuto, un po’ di anni fa, che non ci fossero neppure i fondamenti per provare a capire se dentro e dietro a quei comportamenti, alla costruzione arrogante di quelle case non ci fosse uno schema di tipo camorristico.
Succede nel 2014. Facendo un passo indietro di 7 anni, al momento in cui la Procura sembrava indagare seriamente sulle gravi difformità, sulle gravi violazioni edilizie compiute, i due cugini avevano chiesto di accedere alla procedura di sanatoria per e le irregolarità sismiche. Il Genio Civile, come si suol dire “aveva tenuto in mano” fino alla dichiarazione di prescrizione, pronunciata dall’allora pm Vincenzo Quaranta, sana tutto nei giorni immediatamente successivi alla pronuncia di non luogo a procedere.
In poche parole, scompare dalla vicenda la grave difformità tra destinazione agricola del terreno e destinazione residenziale delle ville.
E qui entra pesantemente in gioco a la figura controversa del Geom. Vincenzo Virgilio. Uno che ci siamo trovati costantemente davanti, di recente, in tante vicende relative al Comune di Sparanise. Ma occorre una puntata ad hoc, la terza, che pubblicheremo nei prossimi giorni per parlare di Virgilio e di tutte le cose strane che ha fatto e che hanno consentito, a nostro avviso, non sappiamo se per timore o per altro, ai Papa di aprire le loro super ville nell’anno 2021 e di consentire, a strascico, ad altri esponenti della famiglia Papa di costruire anch’essi in zona agricole