L’imprenditore Michele Patrizio Sagliocchi chiede in pratica la rimozione di tre nostri articoli. Con il massimo rispetto spieghiamo a lui e al suo avvocato perché non lo faremo

26 Febbraio 2020 - 16:09

Il sottoscritto, in qualità di procuratore speciale del Dott. Michele Patrizio Sagliocchi, inoltra formale interpello al fine di chiedere la devisualizzazione degli articoli reperibili alle seguenti URL:

1)    “Chiesti 5 anni di sorveglianza speciale…e non solo per l’imprenditore Michele Sagliocchi”, pubblicato in data 24.10.2018 e reperibile alla seguente URL:

https://casertace.net/chiesti-5-anni-di-sorveglianza-speciale-e-non-solo-per-limprenditore-michele-sagliocchi/

2)    “La Corte di Appello respinge il ricorso e conferma il dissequestro di 50 milioni di euro di beni dell’imprenditore Michele Patrizio Sagliocchi”, pubblicato in data 05.11.2019 e reperibile alla seguente URL:

https://casertace.net/la-corte-di-appello-respinge-il-ricorso-e-conferma-il-dissequestro-di-50-milioni-di-euro-di-beni-dellimprenditore-michele-patrizio-sagliocchi/

3)    “Dal carcere alla piena libertà: il Riesame toglie dalla cella l’imprenditore Michele Patrizio Sagliocchi ”, pubblicato in data 22.07.2019 e reperibile alla seguente URL:

https://casertace.net/dal-carcere-alla-piena-liberta-il-riesame-toglie-dalla-cella-limprenditore-michele-patrizio-sagliocchi/

Confidando in un Vs. celere e positivo riscontro alla presente, alla luce del fatto che trattasi di notizie risalenti nel tempo e non più di interesse pubblico, porgo

Cordiali Saluti

avv. Michele Di Somma

 

CASERTA (g.g.) – Gentile avvocato, la ringraziamo per la sua iniziativa che si collega ad una dialettica aperta all’interno della giurisprudenza sul diritto all’oblio. Lei ci chiede la rimozione dei tre articoli, perché di rimozione si tratta. Quando lei infatti parla di devisualizzazione dice una cosa di cui noi non possiamo disporre. L’azienda Google e l’azienda editrice di CasertaCe sono due soggetti giuridici diversi. Noi, che siamo fruitori al pari di miliardi di siti internet, della cosiddetta re-indicizzazione attraverso i motori di ricerca, non abbiamo alcuna possibilità giuridicamente utilizable per chiedere all’azienda Google la de-indicizzazione o come dice lei la devisualizzazione delle tracce dei nostri articoli. Questa è un’azione che può effettuare, invece, il diretto interessato, che avendo un interesse diretto e personale, in questo caso giuridicamente rilevante, può compiere passi formali per chiedere a Google la de-indicizzazione o, come lei la chiama, devisualizzazione. Per cui, lei ci chiede, in pratica di cancellare tre articoli che in quel momento fotografavano una realtà pienamente effettuale. Lei, avvocato, potrebbe obiettare a questo punto che essendo venuti meno nelle successive fasi giudiziari degli elementi d’accusa di cui noi davamo conto nei tre articoli, questi non hanno più alcun valore storico. Una tesi, ci creda, che noi condividiamo in pieno. Perché noi siamo dei liberali. Ma proprio perché siamo dei liberali, abbiamo usato al suo assistito un trattamento che nessun altro giornale ha utilizzato e che ci dà la possibilità di rivendicare, a ragione o a torto, ma con onestà intellettuale, la scelta di non rimuovere gli articoli. Perché se è vero che quegli articoli sono stati indicizzati è anche vero che questo giornale, autentica palestra di garantistica tutela dei diritti, è stato in prima linea quando il dottor Patrizio Michele Sagliocchi è stato assolto dalla Cassazione per la nota vicenda dei carburanti. Non un solo articolo vi abbiamo speso con convinzione, ma diversi nostri interventi, con tanto di pubblicazione, dell’analisi e dei commenti sulle ragioni di legittimità addotte dalla Cassazione che scagionavano il suo assistito.
Dunque, da parte nostra non c’è alcun pregiudizio. Per cui, non avremmo alcuna difficoltà a rimuovere i contenuti. Ce lo impedisce la necessità, che un organo d’informazione come il nostro non può non avvertire, di ricercare un elemento di chiarezza nella trattazione del diritto all’oblio quando questo viene rivendicato in un contesto in cui il racconto storico dei fatti che hanno riguardato una persona comprende articoli superati poi dagli eventi, e che magari evidenziavano gli aspetti requirenti, accusatori esplicitati dal Pubblico ministero, ma anche altri articoli, in cui, a giudizi definiti, a processi conclusi, hanno dato puntualissimo e amplissimo conto dei motivi per cui la persona in questione è stata assolta dalle accuse. Questo, avvocato, mi consenta, si chiama liberalismo ed è il pane quotidiano di questo giornale. Per cui, non è paradossale quello che noi le chiediamo, gentile avvocato Di Somma, auspicando una sua iniziativa presso le autorità competenti, in modo che in un immediato futuro, si spera nel più breve tempo possibile, l’Authority per la comunicazione, meglio nota come Agcom, il Garante della privacy e/o un tribunale che amministra il diritto penale o anche uno che amministri il diritto civile possano pronunciarsi sulla questione specifica che lei solleva. Ovviamente, nel momento in cui, nel pieno rispetto delle posizioni sue e del suo cliente affermiamo ciò, siamo perfettamente consapevoli delle eventuali conseguenze derivate da una decisione negativa delle authority o anche di un tribunale rispetto alle nostre tesi. Ma noi, le conseguenze, non le abbiamo mai temute. O meglio sarebbe dire che le conseguenze ci hanno sempre preoccupato, dato che davanti ad un giudizio di un tribunale o autorità governativa bisogna sempre essere responsabilmente consci e consapevoli di quell procedimento. Diciamo, però, che le ragioni dell’affermazione di un principio, giusto o sbagliato che sia, hanno sempre prevalso, nelle iniziative di questo giornale rispetto ai rischi comportati e derivanti da quest’attività testimoniale.

La saluto cordialmente, il direttore responsabile Gianluigi Guarino.