L’INCHIESTA. De Luca, che ci racconti: Terra dei Fuochi mangia le vite dei Vigili del Fuoco e dei casertani. Una prima analisi di numeri che nessuno conosce

4 Ottobre 2019 - 16:52

TERRA DEI FUOCHI. IN AUDIZIONE SMA E VIGILI DEL FUOCO: ECCO COSA ABBIAMO SCOPERTO

TERRA DEI FUOCHI. IN AUDIZIONE SMA E VIGILI DEL FUOCO: ECCO COSA ABBIAMO SCOPERTODopo aver interpellato i rappresentanti del Governo (qui:bit.ly/2ofGXHX), oggi in Audizione abbiamo ascoltato le forze che operativamente intervengono sui territori: SMA Campania SpA e Vigili del Fuoco. Abbiamo fatto le pulci al finanziamento annunciato dalla Regione Campania scoprendo che: ⏱ tre dei quattro presidi gestiti dalla Sma dedicati alla Terra dei Fuochi sono attivi solo dalle 8.00 alle 16.10: solo 8 ore al giorno. 👨🏻‍🚒abbiamo due squadre dei vigili del fuoco operative esclusivamente per i roghi, ma secondo la convenzione stipulata con la Regione devono terminare il servizio alle 20. Evidentemente per la Giunta regionale dalle 20.00 alle 8.00 di mattina non si appiccano i roghi!🔥 La Terra dei Fuochi si combatte anche prevedendo risorse economiche sufficienti e soprattutto coerenti con le attività che ogni forza operativa deve svolgere.👏🏼 Un grazie ai vigili del fuoco per il lavoro quotidiano in difesa del nostro bellissimo – per quanto difficile – territorio!#cambiamo

Pubblicato da Gianpiero Zinzi su Martedì 1 ottobre 2019

 

CASERTA (Gianluigi Guarino) – I dati emersi da un rapporto ufficiale del commissariato di governo della Terra dei Fuochi, presieduto da Gerlando Iorio, sono, a nostro avviso, sbagliati per difetto.

Nel senso che il 26%, che indica e declina l’incremento di questi episodi rispetto a dodici mesi fa, è frutto di una particolare attenzione sviluppata sulle aree della provincia di Napoli.

Nel rapporto si parla, infatti, di una particolare incidenza incrementale a Terzigno e Somma Vesuviana, cioè l’enorme area ai piedi del vulcano dei vulcani.

Citate sono anche località di altre province: Sarno e Battipaglia per quanto riguarda Salerno, e Casalduni, luogo storico degli impianti sanniti (prima il Cdr, poi lo Stir), per quel che riguarda la provincia di Benevento.

E Caserta? È diventato per caso un posto idilliaco, percorso dalla nuvoletta della bontà e della civiltà, che ha improvvisamente reso questo territorio assimilabile al cantone svizzero dei grigioni o alla collina di Holmen Kolen a Oslo?

No, i dati veri di Caserta ve li diamo noi e nessun altro.

Non sappiamo cosa sia scritto nella banca dati del commissario di governo. Sappiamo, invece, che nell’intero perimetro della provincia casertana, da giugno a settembre, in tre mesi e mezzo gli interventi dei Vigili del Fuoco contro quegli incendi ascrivibili alla categoria di Terra dei Fuochi, sono stati più di 250 e ben 900 e passa sono stati gli interventi per i cosiddetti incendi di sterpaglie, che, badate bene, vengono sviluppati in una percentuale del 25/30% da rifiuti sottostanti a quelle sterpaglie che diventano una sorta di luogo di protezione, fino a quando qualcuno, per evitare rischi di diverso genere (a partire dal riconoscimento di qualche marca o etichetta che possa far risalire, per esempio, a opifici abusivi) non innesca le fiamme.

In poche parole, nel corso dell’estate appena terminata si sono verificati, in provincia di Caserta, più di 400 incendi, la maggior parte dei quali ha riguardato rifiuti pericolosi e in grado, potenzialmente, di elaborare e disperdere nell’aria sostanze tossiche.

Tutto il resto sono chiacchiere. Si tratta di dati precisi e verificabili. Ecco perché riteniamo che il 26% di incremento dei fuochi velenosi o a rischio denunciato dal commissariato di governo sia un dato non convincente e che copre, con ogni probabilità, una realtà molto più allarmante e sicuramente inquietante.

Ed è partendo da questi presupposti che il presidente della commissione Terra dei Fuochi Gianpiero Zinzi ha convocato in audizione, nei giorni scorsi, i due comandanti provinciali dei Vigili del Fuoco di Napoli e di Caserta, che nella sede della commissione Terra dei Fuochi hanno inviato dei loro rappresentanti.

Sono state dette tante cose. Abbiamo estrapolato uno stralcio veloce della seduta. Per ovvi motivi di queste cose ne citiamo una in particolare: rispondendo ad una domanda precisa del presidente Zinzi, i rappresentanti dei comandi dei Vigili del Fuoco hanno ammesso che esistono molti casi, che costituiscono un numero sospetto, di tumori che hanno colpito e, purtroppo, portato via, tanti Vigili del Fuoco andati in pensione da uno o due anni.

Attenzione, quella espressa dai rappresentanti dei comandanti non è stata una valutazione emotiva, frutto di una emozione e di una conoscenza a spanne dei dati epidemiologici.

No, dalla riunione di commissione dell’altro giorno è venuto fuori che i vertici nazionali, gli alti comandi romani dei Vigili del Fuoco, hanno istituito una commissione speciale proprio per studiare questi dati, per esaminare i dati clinici uno per uno, collegandoli con calma e con cognizione di causa a quelli storici degli anni passati.

Insomma, il dipartimento del Ministero degli Interni sta spendendo molti quattrini per capire se le tante morti di Vigili del Fuoco nelle province di Napoli e Caserta siano normali, fisiologicamente nella casistica, oppure se esistano dei fattori specifici legati al servizio svolto da ognuno di questi ammalati e defunti attorno ai roghi napoletani e casertani.

Per il momento ci fermiamo qui. Non sappiamo ancora se questo focus sarà costituito da due o tre puntate, ma comunque ci leggerete ancora molto presto su questi temi.