L’innovazione di ANTARES. Sta per nascere il centro Garden Therapy. Centinaia di bambini e anziani curati col recupero sensoriale

22 Febbraio 2019 - 12:45

CASERTA (Gianluigi Guarino) Se la pigra, indolente, rammollita, trastolara imprenditoria under 40 casertana possedesse un decimo della vitalità, della motivazione e, sembra folle dirlo, ma ve lo scriviamo forte e chiaro, possedesse l’attitudine all’innovazione che ha mostrato e mostra il non più giovane per l’anagrafe, ma non certo per la natura, Raffaele Gallucci, questa città e questa provincia abiterebbero sicuramente la prima colonna che contiene le 50 aree italiane più sviluppate nelle annuali classifiche del Sole24Ore e di ItaliaOggi.

Quando diciamo “sviluppate”, non ci riferiamo solo ad uno sviluppo economico, a cui poi si arriva di conseguenza, ma ad una visione, ad un modo di concepire impresa che non resta mai ancorata alla semplice tensione e alla semplice attesa del taumaturgico arrivo dei soldi pubblici, versati dalla Regione Campania in convenzione.

Se Raffaele Gallucci, da noi scelto, non a caso, da anni, trattandosi di una persona seria, perbene e di specchiata onestà, avesse espresso questa grettezza tipica, invece, della stragrande parte degli operatori economici che lavorano nella sanità convenzionata, il suo centro Antares di San Nicola La Strada, avrebbe chiuso da un pezzo e non sarebbe quel luogo che è oggi e che andrebbe visitato da ogni cittadino di questa provincia.

Ciò, non tanto per constatare l’ineccepibilità della pulizia, dei servizi primari e di base, del rispetto dei requisiti di tipo strutturale previsti dalla legge, ma per quel clima di serenità, per quel sorriso che si incrocia stabilmente dalla reception in poi, sul viso di tante mamme, di tanti genitori, appartenenti ad un’umanità dolente, ad una comunità di invisibili che porta la croce della disabilità dei propri bambini con la dignità del silenzio. Persone vive che riescono ancora a portare con la leggerezza di quel sorriso, il fardello di un destino non certo fausto e che dunque, meritano quello che Antares gli dà in termini di cortesia, di appropriatezza dell’accoglienza, di irreprensibilità delle cure umana e terapeutica che le persone con handicap, soprattutto i bambini con handicap, a partire dai neonati di un mese i quali hanno bisogno di sbloccarsi da paralisi post parto, incrociano in quelle piscine della cura, ma anche della gioia.

Perchè non è esercizio retorico affermare che guardare il volto di una madre seduta al fianco della piscina in cui il proprio bimbo, di un mese o di due mesi, saldamente ancorato ad un operatore di Antares, svolge, non accorgendosene, ritenendo che si tratti solo di un gioco, la sua riabilitazione che lo porterà a recuperare la piena funzionalità dei suoi arti, si è portati a pensare che esistano anche da noi, finanche da noi, in un luogo in cui la nefandezza è diventata senso comune, delle isole felici in cui il cittadino, il paziente è considerato al centro di un’attività finanziata dallo stato, dal servizio sanitario nazionale, attraverso la Regione Campania e le asl.

E non è casuale, allora, essendo Gallucci quello che è, ed essendo Antares quello che è, il dato di una costante diffidenza, di una costante azione ostativa, ostruzionistica, che gli uffici dell’asl di Caserta hanno condotto, negli anni, nei confronti di un imprenditore anomalo, che non parlava, evidentemente, la stessa lingua e lo stesso linguaggio di certi dirigenti e di certi funzionari. Ma, mentre gli altri centri di riabilitazione della provincia, chiudevano bottega a settembre o ottobre quando la Regione, perennemente in bolletta, afflitta dai rigori di un ormai annosissimo commissariamento, bloccava, come ha bloccato anche quest’anno, il rubinetto dei trasferimenti a copertura delle terapie e dei trattamenti, Antares è rimasto aperto.

Per 3 o 4 mesi, a proprie spese, ha garantito, ogni anno, la continuità delle cure.

Perchè Gallucci si è posto sempre il problema etico che abbandonare un bambino autistico legato ad un assistente, ad un terapeuta, ad una forma di trattamento, per tre o quattro mesi consecutivi, avrebbe potuto determinare un corto circuito nei processi di recupero e di adattamento al mondo e avrebbe potuto gettare nello sconforto famiglie non facoltose che, a quel punto, non avrebbero veramente saputo che pesci pigliare.

Questo è Raffaele Gallucci. E allora, non stupisce se, quando c’è qualcosa di innovativo, lui, giovanissimo di spirito, si fa incuriosire. Il recupero sensoriale, la cifra di vivibilità che va garantita ai bambini che conducono un percorso, sono una realtà in zone altamente evolute. Di centri per la Garden Therapy se ne contano, infatti, pochissimi in Italia. Forse solo due. Il terzo, come spiega l’appunto in basso, nascerà a San Nicola proprio come pertinenza, continuazione, estensione materiale, operativa e, oseremmo dire, morale di tutti i valori espressi da Antares.

Credo di aver spiegato bene il motivo per cui CasertaCe, da anni, vuol bene a questo imprenditore e vuole il bene di questo imprenditore, che spesso, bontà sua, ci ha onorato dei suoi sfoghi e delle manifestazioni della propria apprensione, della propria amarezza di fronte all’incomunicabilità tra un modo di essere azienda, di esserlo mettendo al centro il paziente e il modo in cui viene gestita la sanità pubblica in Campania, e, in special modo, in questa provincia.

Si può essere amici di CasertaCe, sul serio, al di la dei rapporti di pura cortesia, condividendone pienamente, con i comportamenti e non solo assertivamente, cioè a chiacchiere, i valori.

Raffaele Gallucci è uno dei pochissimi nostri amici.

 

QUI SOTTO L’APPUNTO CON TUTTI I DATI TECNICI DEL NUOVO CENTRO GARDEN THERAPY