L’INTERVISTA Il gran ritorno di Ubaldo Greco: “Vi racconto la Caserta che sogno e il Pd in cui mi piace militare. Fino ad ora un governo senza una vera programmazione”

11 Giugno 2021 - 16:29

Abbiamo raccolto l’opinione di colui che è stato a lungo il leader della sinistra riformista casertana prima che maturasse la notizia, ufficiale da qualche ora, dell’assegnazione ad Italia Viva e a Pasquale Antonucci della carica di vicesindaco. Greco parla di Cimmino e si sofferma sulla questione dell’ipertrofia delle poltrone a cui non corrisponderebbe un’autentica e visibile azione di governo

 

CASERTA (Rita Sparago) – La segreteria cittadina di Enrico Tresca totalmente schiacciata sulle posizioni dell’amministrazione comunale guidata da Carlo Marino . Il partito provinciale di Emiddio Cimmino, targato Stefano Graziano, pronto ad essere rivoluzionato dal presidente del consiglio regionale della Campania, Gennaro Oliviero.

Il Partito Democratico casertano, a quattro mesi dalle elezioni amministrative, resta spaccato e se prima con Nicola Zingaretti la “sinistra” riusciva ad ottenere udienza a Roma, oggi con Enrico Letta il dialogo sembra essersi pressoché interrotto. Poco meno di un anno fa 43 iscritti al Pd di Caserta firmarono un documento in cui chiedevano le dimissioni di Tresca e bocciavano la gestione di Marino in tema di urbanistica, ambiente e politiche sociali. La goccia che fece traboccare il vaso fu, allora, la nomina ad assessore alla Pubblica Istruzione di Adele Vairo, già dirigente nazionale di Forza Italia (ricordiamo, per chi l’avesse rimosso, che anche il sindaco Carlo Marino per anni ha militato nel partito di Berlusconi). Uno schiaffo alla sinistra interna del Pd cittadino che reagì con quel duro documento di critica. Eppure in undici mesi poco o nulla è cambiato. Tresca è ancora segretario cittadino del partito e Marino si appresta a sedere per altri cinque anni sullo scranno più alto di palazzo Castropignano (realisticamente ad impensierirlo potrebbe essere solo la discesa in campo, per il centrodestra, di Gianpiero Zinzi). A sostenere la sua ricandidatura ci sarà il Pd cittadino, ma come si comporteranno i 43 dissidenti che bocciarono la sua gestione definita accentratrice e personalistica?  Tra i primi firmatari di quel documento c’era anche Ubaldo Greco, già leader dei Ds di Terra di Lavoro, per anni ai vertici del partito casertano ed oggi pronto, sembrerebbe, a rilanciare il Pd provinciale grazie anche al sostegno di Oliviero. E’ lui che ci spiega cosa è cambiato nell’ultimo anno.

Lo scorso luglio chiedeste le dimissioni del segretario cittadino del Pd, Tresca. I rapporti nel frattempo sono migliorati?

“Ci sono stati certamente più incontri con la segreteria cittadina. Le nostre critiche erano rivolte soprattutto al ruolo che il Pd,  in quanto partito progressista, doveva svolgere all’interno dell’amministrazione comunale e questo sempre per tutelare gli interessi della città. Oggi abbiamo ottenuto garanzie su punti imprescindibili quali l’urbanistica, l’ambiente ed i servizi sociali. Il Pd deve svolgere un ruolo di impulso, ma quando necessario anche critico per migliorare la gestione amministrativa. In questi anni, invece, abbiamo assistito ad un sostegno incondizionato. L’interlocuzione degli ultimi mesi – sottolinea Greco -ci induce a dare il nostro contributo all’affermazione del Pd a Caserta e alla coalizione di centrosinistra, che mi auguro essere quanto più allargata anche a soggetti civici. Serve una maggiore governance”.

Proprio il segretario Tresca nelle ultime ore ha posto il veto alla richiesta di vicesindacatura da parte di Italia Viva.

“Personalmente credo che sia giusto che le varie anime della coalizione vengano coinvolte all’interno del consiglio comunale.  Questa mi sembra una polemica sterile, che non porta a nulla e che indebolisce la coalizione. Con realismo politico posso affermare che in consiglio comunale probabilmente il Pd occupa posizioni eccedenti rispetto ai reali equilibri in cambio. Qui non si tratta di dare poltrone ma di conferire responsabilità”.

A livello provinciale, invece, il partito guidato da Cimmino sembra vivere una profonda crisi.

“Il Pd ha bisogno di rilancio, in ambito cittadino ed ancora di più a livello provinciale. Questa crisi ha una sua dimensione nazionale e regionale, ma in Terra di Lavoro il Pd è del tutto fermo. E’ ed è stato caratterizzato dall’inazione e dall’incapacità. Spero che con il nuovo approccio di Letta si rilanci anche il partito di Terra di Lavoro, afflitto da contrapposizioni interne. Anche su questo  nulla è stato fatto. Le contrapposizioni si governano, in nome dell’interesse superiore dell’organizzazione che si dirige. Non posso che auspicare il ricambio della segreteria provinciale che non è stata in grado neppure di provvedere, quest’anno, al tesseramento 2020  e questo, per il Pd, è un problema di sopravvivenza. Non c’è Covid che tenga. Anche perché lo scorso anno, in una fase pandemica molto più grave, il tesseramento relativo all’anno 2019 è stato fatto. Resta un mistero”.

Segreterie politiche a parte, a Caserta si torna a parlare di Puc e Macrico.

“Abbiamo chiesto un’accelerazione sull’approvazione del Puc che in questi anni è rimasto in stand by. Un rallentamento sul quale abbiamo riscontrato anche un certo atteggiamento di mistero. A noi preme che ci sia una scelta netta dell’amministrazione per evitare, innanzitutto, l’ulteriore consumo del suolo visto che non ci sono impellenti esigenze di abitazioni private. Per quanto concerne il Macrico, che non è certo una piccola questione, auspichiamo la riqualificazione dell’area nel rispetto dei volumi esistenti seppur con una moderna chiave di lettura e che venga creato un parco a disposizione dei cittadini”.

Critiche sono state però sollevate anche sul biodigestore.

“Abbiamo chiesto una riflessione sulla collocazione del biodigestore, perché è sì uno strumento utile ma va valutato l’impatto ambientale e paesaggistico. Tra l’altro mi auguro che anche per quel che concerne la gestione del verde pubblico e dei beni comuni, questa avvenga in sintonia con le associazioni”.

Punto critico dell’amministrazione Marino anche la gestione dei servizi sociali.

“In questi anni ed in un periodo particolarmente difficile quale quello che viviamo tutti con la pandemia, le politiche sociali hanno, purtroppo, segnato il passo. E’ il momento di cambiare”.

Sotto gli occhi di tutti c’è, purtroppo, una città che vive nel degrado. Cosa auspica per Caserta nel futuro immediato?

“La città ha bisogno di rilancio. All’orizzonte ci sono le manovre europee che metteranno a disposizione delle autonomie locali risorse che andranno sfruttate al meglio, per realizzare una “smart city”, una città avanzata e non certo per essere spese in opere inutili. Di qui la necessità di avere una capacità di programmazione che finora non si è avuta per l’incapacità di fare squadra con le migliori risorse della città”.