LO SCANDALO DELLE PRO LOCO. Riusciamo ancora ad indignarci, altro caso di migliaia di euro incassati per eventi con l’uso della stessa fattura

26 Ottobre 2018 - 11:51

CASERTA (G.G.) – Dove eravamo rimasti? Una delle caratteristiche di questo giornale è quella di condurre battaglie con la pazienza di un antico artigiano cinese. Nel senso che sappiamo bene un fatto, e cioè che i tempi della giustizia, la saturazione di documenti, indagini ed impegni da parte delle Procure finiscono per diventare un ostacolo spesso insormontabile all’attuazione del principio costituzionale dell’obbligatorietà dell’azione penale. Noi andiamo avanti, teniamo fresca la memoria.
La memoria e proviamo a tenere alta l’attenzione su questioni incredibili, in cui questa che non definiamo un’impunibilità apparentemente irreversibile si sviluppa giorno per giorno, danneggiando gli interessi della cosa pubblica.
Così capita per Terra di Lavoro SpA, così capita per il modo incredibile, probabilmente unico in Italia e nel mondo, attraverso cui la Regione Campania consente da decenni che i soldi dei cittadini vengano buttati via, a voler pensare bene, da chi li gestisce nelle EPT ma, soprattutto, nei comitati provinciali dell’Unione Nazionale Pro Loco d’Italia, o UNPLI che si voglia.
Oggi, dopo qualche mese, torniamo ad affrontare questo ultimo argomento. Lo facciamo ribadendo concetti già noti, situazioni già affrontate, ma che restano sempre interessanti dato che emergono sempre nuovi documenti.
E così vediamo che l’attuale Presidente provinciale dell’UNPLI Caserta Maria

Grazia Fiore, si ammazza a querelarci pur collezionando una serie di figure barbine visto che le sue denunce sono puntualmente archiviate (mah, avrà soldi da buttare con gli avvocati), è stata ed è evidentemente una chirugica interprete di un metodo molto in voga brevettato dal suo mentore Mario Perrotti, ex Presidente dell’UNPLI Campania: il rinomato metodo della ‘doppia fatturazione’.
Ultimo caso, ma ce ne sono veramente a centinaia, è quello che la Fiore ha determinato indossando temporaneamente la casacca di Presidente della Pro Loco di Caiazzo. Con le stesse fatture la questa Pro Loco ha ricevuto un contributo di quasi 2.000€ dall’EPT di Avellino (altra cosa stranissima, una EPT che diventa tesoriera anche per le altre province) e quasi 6.000€ dall’EPT di Caserta. Le norme regolano questa materia in maniera chiara: una fattura può essere rendicontata solo una volta. Mai visto che un’azienda emette una fattura per un’operazione e poi con la stessa fattura fa un’altra operazione. Se questo è normale allora stavolta chiediamo noi ai giudici di condannarci visto che il nostro è un Paese all’incontrario.
Cosa ha fatto l’ottima Fiore: per il contributo dell’EPT di Avellino ha utilizzato la Legge Regionale 7 del 2005, per quello di Caserta la Legge 24 del 1984. Per realizzare ciò, soprattutto la seconda operazione, occorrevano però altre fatture riguardanti il finanziamento di fasi diverse dell’evento degli eventi. E non si capisce perché non siano state redatte. L’iva è salata? Sì, lo sappiamo sulla nostra pelle che questo è uno Stato vampiro, che toglie i soldi dalle tasche dei cittadini e degli imprenditori, di quelli cattivi, ma purtroppo anche di quelli buoni che volessero crearli dei posti di lavoro. Ma cosa vogliamo fare? Metterci ad evadere tutti? Purtroppo la legge, anche quando è ingiusta, anche quando fa schifo come fanno schifo quelle che regolano la fiscalità italiana, vanno rispettate senza se e senza ma. E noi abbiamo scritto più volte ultimamente che nella guerra dei decibel tra Vittorio Sgarbi e Mario Giordano stiamo con il secondo, il quale ripropone l’antico adagio latino ‘dura lex, sed lex’, affermando che la Legge, quella con la L maiuscola, è sacra.
Che c’entra questo discorsone con la Fiore? Tutto e nulla. Nulla peché nulla lei capirà. Tutto, perché per dirla alla napoletana maniera ‘capisc a me’.
Ritornando ad un discorso ortodosso, ciò che è stato fatto dalla Pro Loco di Caiazzo, e da tante altre Pro Loco campane, non si può fare, semplicemente è vietato.
In effetti non si può fare perchè è la legge che lo vieta. Eppure c’è chi viola la legge e tranquillamente resta in carica senza alcun problema e matura l’idea dell’impunità. Matura l’idea che nessuno potra mai interferire in certe cose. Matura l’idea che qualche santo protettore, negli uffici della Regione Campania, abbia suoi colleghi, ovvero altri santi, nel paradiso delle toghe, cosa probabilmente infondata.
A proposito di diritto: quando la Regione Campania, letteralmente costretta dalle indagini comunque partite dalla Guardia di Finanza, ed alimentate dai nostri articoli, ha chiesto ai Presidenti dei comitati provinciali UNPLI la restituzione di quasi 500.000€ complessivi, rispetto al cui utilizzo (perché non ne è sopravvissuto uno solo di quegli euro) non c’era una rendicontazione regolare. Il che forse ci fa sperare in un tempo futuro che qualcosa dentro ad un palazzo di giustizia succede, perché stavolta è la Regione che comunica una notizia di reato, affermando quello che CasertaCe scrive da anni, ma noi siamo visti male dagli establishment, dai cosìdetti poteri forti, perché rompiamo il cazzo, perché interferiamo nei meccanismi oliati della corruzione istituzionalizzata, ed allora purtroppo del nostro lavoro godiamo noi e qualche altro nostro lettore visto che il più delle volte chi di dovere resta impermeabile anche davanti ad evidenze documentali oggettive.
Comunque, tre Presidenti, uno del comitato regionale UNPLI, cioè il mitico Mario Perrotti, un altro querelatore disperato, e due provinciali, quelli di Salerno ed Avellino, hanno presentanto ricorso al TAR per chiedere la sospensiva del provvedimento che avrebbe comportato la restituzione di quel mare di soldi erogati per diverse annualità dal 2009 in poi.
Il TAR di Salerno la sospensiva, che non è un giudizio di merito, che poi arriverà, l’ha data. Ma ponendo una condizione che noi possiamo definire di serità, di fedeltà, di sincerità. Se voi siete tranquilli e ritenete di poter dimostrare la correttezza con cui sono stati spesi i fondi non avrete difficoltà a prestare delle garanzie, delle fidejussioni che in qualche modo permettono al TAR di tener congelata la situazione, di evitare manovre di gestione ardite.
Risultato: nessuno dei tre Presidenti, a partire dall’ottimo Perrotti, ha presentato nulla nei termini dei 30 giorni stabiliti dal giudice.
Il termine è scaduto lo scorso 12 ottobre. Da quella data ad oggi sono già trascorsi 15 giorni precisi, e la dirigente della Regione Rosanna Romano non ha ancora proceduto con la notifica dei decreti ingiuntivi, e questo signora dirigente, è un fatto grave. Perché essendo venuta meno la sospensiva, per il mancato rispetto della condizione posta dal giudice, la Regione deve procedere, altrimenti è lei, signora dirigente Romano, a doverne rispondere. La dirigente dovrebbe lavorare a stretto contatto di gomito con la commissaria di tutte le EPT campane Angela Pace allo scopo di adempiere a quello che è un dovere di un pubblico funzionario: far applicare la legge ed applicarla a sua volta.
Ricorso al TAR, stavolta quello di Napoli, l’ha presentato anche il Presidente dell’Associazione UNPLI di Caserta, un altro mitico di nome Franco Pezone, querelatore a sua volta di CasertaCe (siamo letteralmente terrorizzati). Al momento non si conosce ancora l’esito dell’istanza di sospensiva, presentata anche dalle ultime due UNPLI, cioè quella di Benevento e quella di Napoli.
Se la decisione dovesse essere uguale a quella del TAR di Salerno, con Pezone sarà un piacere confrontarsi, magari incontrandoci in quel di Sant’Arpino, davanti alla sua abitazione, le cui pertinenze sono state sede (stesso indirizzo) dell’UNPLI della provincia di Caserta, quella veramente straordinaria, memorabile, del bilancio delle zero entrate e delle zero uscite.