L’omelia di Natale del nostro Don Franco: ” Natale è stato trasformato in evento commerciale, occasione di affari, settimana bianca…”
25 Dicembre 2021 - 10:38
Natale del Signore ( C ) – 25 dicembre 2021 Dio, con un volto d’uomo!
Prima lettura: Tutti i confini della terra vedranno la salvezza del nostro Dio (Is 52,7). Seconda lettura: Dio ha parlato a noi per mezzo del Figlio (Eb 1,1). Terza lettura: Il Verbo si è fatto uomo (Gv 1,1).
Metti un Cristo nel tuo Natale! Qualcuno ha detto che noi cristiani dobbiamo scegliere un’altra data per festeggiare il Natale, lasciando il 25 agli spensierati festaioli. Natale ormai è diventato un coktail per tutti i gusti, ottenuto mescolando figure cristiane con abeti, vetrine, cenoni, zampogne, Babbo Natale, compromesso tra un leggendario san Nicola e un Padre eterno secolarizzato che passeggia sulla slitta. E’ come se il cristiano e il pagano oggi facessero pace: sacro e profano si incontrano su una terra di nessuno, ma la tregua dura da Natale a Santo Stefano! Natale ha subìto un crollo verticale di significato, sino a diventare Bianco Natale, Magico Natale … Natale è stato trasformato in evento commerciale, occasione di affari, settimana bianca. Nel migliore dei casi, un po’ di sentimentalismo, fatto di nostalgia, d’innocenza, di ricordi, di rimpianti. Che cosa fare? Smascherare le contraffazioni. Denunciare per annunciare! Per la denuncia, facciamo ricorso ad un autore tra i più discussi del Novecento, Curzio Malaparte (1898-1957), il “maledetto toscano” ma anche lo scrittore religiosamente inquieto. Un suo articolo, pubblicato nel 1954, porta un titolo molto amaro e di sorprendente attualità: La commedia del Santo Natale. Lo riporto integralmente: “Tra pochi giorni è Natale, e già gli uomini si preparano alla suprema ipocrisia. Perché nessuno di noi ha il coraggio di dirsi che il secolo non è mai stato così poco cristiano come in questi anni? Perché nessuno di noi osa riconoscere che la magniloquenza degli uomini politici, la grande parata dei sentimenti evangelici, le processioni dei falsi devoti, servono soltanto a nascondere questa terribile verità: gli uomini non sono più cristiani, Cristo è morto nell’anima dei suoi figli, l’ipocrisia è discesa dalla politica fin nella vita sociale, familiare, individuale? In tutto il mondo, e anche in Italia, si ammazza, si ruba, si tradisce, s’inganna. In tutto il mondo, e anche in Italia, uomini malvagi preparano nuove violenze, nuovi massacri: e tutti noi, come se nulla fosse, ci prepariamo alla commedia (una volta era la festa dell’innocenza!) del Santo Natale. Non ci importa nulla di chi soffre! Non facciamo nulla per impedire la sofferenza, la miseria, il male, il delitto, la violenza, la strage. Stiamo cheti e zitti, festeggiamo il Santo Natale! Tanta è la nostra incoscienza, che forse non ci accorgiamo neppure di essere complici della immoralità del mondo. E osiamo, tuttavia, parlare di un avvenire di giustizia e di pace! Vorrei che il giorno di Natale il panettone diventasse carne dolente sotto il nostro coltello, e il vino diventasse sangue, e avessimo tutti, per un istante, l’orrore del mondo in bocca. Vorrei che il giorno di Natale i nostri bambini ci apparissero all’improvviso come saranno, domani, fra alcuni anni, se non oseremo ribellarci contro il male che ci minaccia: poveri corpi straziati, abbandonati nel fango rosso di un campo di battaglia! Vorrei che la notte di Natale, in tutte le chiese del mondo, un povero prete si levasse gridando: “Via da questa culla, vigliacchi, andate a casa vostra a piangere, sulle culle dei vostri figli! Se il mondo soffre, è anche per colpa vostra, che non osate difendere la giustizia e la bontà, e avete paura di essere cristiani fino in fondo! Via da questa culla, ipocriti: questo Bambino, che è nato per salvare il mondo, ha schifo e pietà di voi!”. Dostoewskij già nel 1871 scriveva: “In Occidente hanno perduto Cristo, e per questo l’Occidente cade, esclusivamente per questo”. Cosa fare? Ho letto su una pubblicità: “Metti un Cristo nel tuo Natale”. Ecco, mettere Cristo nel nostro Natale, e nessun altro. Provate a togliere Cristo dal presepio: tutto subito diventa vuoto e assurdo. Cristo è quell’uno messo davanti ai tanti zeri della nostra vita.
Saper riconoscere l’Inaspettato Partiamo da questa esperienza: immaginiamo un giorno di attendere una visita importante, e, correndo alla porta al suono del campanello, ci troviamo di fronte uno straccione. Una delusione! I casi saranno due: o lo mandiamo via, in fretta e in malo modo, perché l’aspettato non è lui; o lo trattiamo con più gentilezza del solito, ma sempre in fretta, perché attendiamo un altro. Anche a noi potrebbe capitare di aprire la porta, e di trovarci di fronte a un inaspettato, a uno sconosciuto. A Natale, almeno due equivoci possono ingannarci: ✩ il primo è quello di puntare sulle gioie e non sulla Gioia. La parola “Natale” ha subito una profonda degradazione semantica; ormai la parola “natale” significa per molti cristiani clientela, regali, vacanze, tredicesima … che sono certo significati reali ma estranei al Natale cristiano. Attenzione allora: le piccole gioie, che si hanno o meno, sono appena un piccolo segno della grande Gioia che Dio vuole donarci a Natale; ✩ il secondo equivoco è quello di interpretare il Natale più come “commozione” che come “conversione”; commuoversi significa cedere tutto finché il cuore è intenerito, e tornare poi come prima appena finita la fibrillazione; convertirsi, invece, significa cambiare testa, scegliere i valori del Vangelo, mettere Dio al primo posto. Provate a radunare un po’ di adulti intorno a bambini felici, all’albero carico di doni: non è commovente? Provate a costruire un presepio, con le belle statuine della nostra infanzia, i laghetti e il carillon: non è commovente? Non dico che la commozione non sia buona; dico solo che la commozione può essere come la classica marmellata spalmata sul pane, che i bambini mangiano tutta, buttando poi il pane, che veramente li avrebbe nutriti. Commuoversi per convertirsi, sì; solo commuoversi non basta! Insomma, può bussare alla porta Uno che non stiamo attendendo, e tuttavia potrebbe essere l’Ospite giusto! Natale è vicino. Interroghiamoci se aspettiamo le gioie o la Gioia, se siamo capaci di riconoscere l’Inaspettato! Buon Natale e Buona Vita!