L’ORO DELLA CAMORRA. Le ville da sogno, costruite in area agricola, dei rampolli del clan Papa. Il sequestro, di cui si sono perse le tracce, del pm Guarriello e la polveriera su cui “dormono” i commissari
2 Aprile 2024 - 12:18
Rovistando tra le nostre carte abbiamo trovato un provvedimento firmato 17 anni fa dall’allora pm della Procura di Santa Maria Capua Vetere, oggi procuratore della Repubblica Aggiunto di Foggia. Mai avremmo pensato che queste sontuose dimore al tempo intestate ad un 27enne e ad un 28enne deal cognome “famoso” fossero ancora in piedi. E invece sono vive e vegete. Nei prossimi giorni vi racconteremo tutta la loro storia e anche di certe distrazioni dell’ufficio tecnico comunale
SPARANISE – (g.g.) Ci occupiamo del Comune di Sparanise da circa un anno e mezzo e veramente ne abbiamo viste, sentite e naturalmente, scritte di tutti i colori. Cominciammo quando c’era un’amministrazione di segno marcatamente zanniniano che aveva nel vice sindaco Vitaliano Ferrara il suo fulcro relazionale con mondi contigui alla camorra, cosa che non affermiamo noi, ma che è messa nero su bianco nel decreto di scioglimento firmato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, e lo ritroviamo oggi come Comune amministrato da una commissione straordinaria che, sulla carta, oltre a portare avanti l’ordinaria amministrazione dovrebbe anche svolgere una funzione ispettiva del profilo amministrativo, in modo da informare eventualmente, l’autorità giudiziaria di fronte a situazioni sospette.
Abbiamo smesso già da tempo di riporre fiducia in questa commissione alla luce di alcuni errori marchiani da essa compiuti e soprattutto dalla nomina di certi soggetti all’apice di alcuni procedimenti amministrativi del Comune nonostante gli stessi siano protagonisti o co protagonisti dele vicende narrate nel già citato decreto di scioglimento.
Scartabellando tra un mucchio di documenti del passato, ci siamo imbattuti in un provvedimento cautelare firmato da Silvio Marco Guarriello, non, dunque, da un magistrato di secondo ordine ma da una toga che dopo gli anni vissuti all’interno della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere ha svolto funzioni di servizio importanti nella Dda di Salerno diventando poi procuratore della Repubblica aggiunto in quel di Foggia dove di lavoro per i magistrati antimafia ce n’é proprio tanto in considerazione della crudezza e della violenza che contraddistinguono i clan di Foggia e della sua provincia.
Il documento in questione è quello che sancisce il sequestro cautelare di due super ville di Sparanise. La prima di proprietà di Girolamo Papa, oggi 44enne, ma al tempo del sequestro, avvenuto nell’anno 2007 solo 27enne e già in grado di farsi una mega villa, la seconda di proprietà di Umberto Papa, oggi 45enne mentre al tempo del sequestro aveva 28 anni. Si tratta di due figli di camorristi di prima schiera visto che i Papa a partire dal boss Giuseppe Papa hanno dominato, provenendo dall’agro aversano il territorio di Sparanise in stretta connessione con il clan dei casalesi di cui in effetti facevano parte e con il quale erano strettamente federati
Queste ville furono edificate entrambe in area agricola per cui la concessione edilizia fu chiesta per edificare dei manufatti da utilizzare per attività del settore primario ossia stalle, locali per riparare attrezzature agricole e anche raccolti dell’ortofrutta.
Naturalmente dei micro spazi rispetto al tutto si sarebbero potuti utilizzata anche per ospitare il custode.
Quando Guarriello scrisse il suo provvedimento frutto di un indagine svolta dal commissariato di polizia di Santa Maria Capua Vetere, fotografò una situazione di totale abuso. Intanto queste due ville site entrambi in via Calvi erano utilizzate esclusivamente per fini residenziale, ma anche rispetto alla concessione edilizia ad uso agricolo venivano ravvisate delle pesanti difformità volumetriche nei vari paini di fabbricazione. Ieri così come oggi i Papa ci abitavano e ci abitano. Non sappiamo cosa successe all’indomani di quel sequestro. L’allora pm Guarriello scriveva esplicitamente di “abusi non sanabili” per cui quelle case si sarebbero dovute abbattere al contrario, questo non è successo. Quando i Papa andarono ad abitarvi non risulta che l’ufficio tecnico del Comune di Sparanise intervenne nonostante fosse palmare che quei manufatti fossero ville e non stalle né ricoveri per attrezzi agricoli.
Ma chi furono i protagonisti di quella distrazione dell’istituzione comunale? Ve lo scriveremo nei prossimi giorni quando torneremo a ricordare ai commissari straordinari che, sulla carta, amministrano il Comune di Sparanise, con una manica, a nostro avviso, troppo larga, su quale polveriera di illegalità operano