MACRICO. Don Lombardi: “Il problema non è il prezzo d’acquisto da parte del Comune, ma la volontà politica di creare verde pubblico”

12 Aprile 2019 - 10:28

CASERTA (PasMan) – Riprendiamo oggi la nostra lunga inchiesta sulla vicenda, determinante per la città, del Macrico, pubblicando un’intervista fondamentale ad uno dei suoi protagonisti assoluti sia per la conoscenza approfondita delle questioni implicate sia per averle vissute in prima persona. Abbiamo difatti incontrato il sacerdote Don Nicola Lombardi, che ci ha rilasciato le dichiarazioni che riportiamo, le quali si connotano – come constateranno i nostri lettori – per spirito di equilibrio, senso civico e coscienza del bene pubblico.

Don Nicola, lei segue da sempre ed autorevolmente le vicende del Macrico. Può ricordarne brevemente, specie a vantaggio dei casertani più giovani,  i momenti salienti?

“In maniera molto sintetica possiamo ricordare due tappe fondamentali. Una prima tappa riguarda l’acquisizione del Macrico da parte dell’Istituto Diocesano Sostentamento Clero (IDSC): nel 1994 il Ma.cri.co (330.000 mq) entra a far parte, dopo una lunga vertenza giudiziaria con il Ministero della Difesa, del patrimonio immobiliare dell’IDSC (non della Curia). L’IDSC di Caserta è un ente autonomo con scopo commerciale riconosciuto dallo Stato. Ad esso, per legge, sono stati trasferiti tutti i beni immobili delle parrocchie e della Diocesi di Caserta al fine di produrre reddito per provvedere al sostentamento dei sacerdoti (cf legge 222 del 1985).

Una seconda tappa riguarda la costituzione del comitato “Macrico verde” e le sue molteplici iniziative per procedere alla lottizzazione del bene e per la volontà del Vescovo di “donarlo” alla città per la pubblica utilità. Si costituisce il Comitato “Macrico verde” (2001) che inizia a sensibilizzare l’opinione pubblica su questo bene comune della città con varie iniziative. Nel 2006 viene organizzata una passeggiata all’interno del Ma.cri.co a cui partecipano circa 5.000 persone. Nel 2007 viene redatto un progetto di fattibilità, a cura del suddetto Comitato, per l’utilizzo dell’intera area “Il Parco dei parchi”. Progetto ripresentato nel 2014 per il PUC e consultabile sul sito dell’Ufficio di Piano del Comune di Caserta”. 

In questo momento a che punto siamo?

“L’unica cosa che si è riusciti ad ottenere in questi venti anni di impegno è una delibera comunale, ma di solo indirizzo, per la classificazione dell’area (ancora oggi zona militare “F9”) assimilabile a F2 (verde pubblico). La Soprintendenza è intervenuta apponendo due vincoli all’area. Le manifestazioni del Comitato “Macrico Verde” e l’attenzione mediatica hanno impedito di sicuro in questo ventennio lottizzazioni dell’area e speculazioni edilizie”.

Nella opinione comune, uno dei maggiori ostacoli all’acquisizione dell’area da parte del Comune di Caserta ne sarebbe il prezzo eccessivo (40 milioni di euro?) richiesto dall’ IDSC: lei crede che  sarebbe equo che fosse ceduta alla città per quasi liberalità come non pochi sostengono? 

“Innanzitutto vorrei ricordare che il prezzo di 40 milioni di euro per il Macrico fu concordato in un tavolo tecnico tra IDSC e il Comune di Caserta e la Regione Campania nel 2004. L’IDSC, per legge, pur volendo, purtroppo, non può donare nessun bene immobile di sua proprietà. Quindi è inutile insistere su questo punto sul quale ogni tanto si ritorna appellandosi anche al Papa. Ma il problema non è di ordine economico. Questo ormai è chiaro a tutti. L’acquisizione dell’area è unicamente un problema di ordine politico. Pensi che proprio nel 2006 quando la Regione, la Provincia e il Comune erano a guida centro sinistra, i suddetti enti pubblici avevano messo da parte anche diverse decine di milioni di euro per l’acquisto dell’area. Ma l’amministrazione comunale non ha mai avanzato formalmente una proposta di interesse per l’acquisizione del Macrico e i fondi in bilancio hanno avuto, nel tempo, purtroppo, altre destinazioni. Ritengo che proprio il Comune abbia unicamente, mi scusi il gioco di parole, “interesse a non avere interesse” per l’area Macrico. Senza far nulla incassa ogni anno circa 300 mila euro. Sa quanti milioni di euro la publiservizi di turno ha riscosso in questi 20 anni dall’IDSC? Si faccia il conto! E l’IDSC è un buon pagatore. Mi chiedo: Come mai nessuna amministrazione comunale ha mai attivato in questi anni la procedura di esproprio? Certo c’è il dissesto. E quando non c’era il dissesto? Che si inizi almeno la procedura. E poi l’Ente pubblico ha sempre il diritto di stabilire un suo prezzo di esproprio (es. 20 milioni di euro). Certo può essere contestato dalla proprietà. Il prezzo ma non l’esproprio. Ma nel frattempo si procede. E poi vi è sempre la possibilità della compensazione urbanistica, della perequazione, dell’affitto a riscatto. Non solo. Ma si possono realizzare progetti lasciando IDSC quale proprietario dell’area a garanzia, anche, di eventuali privatizzazione future dell’area. Penso che siano tutte strade legittime e percorribili”.

Qual è la sua idea sulla destinazione di tale  vasta superficie di terreno anche in relazione alla gravissima carenza di verde pubblico a Caserta per effetto  di una politica edilizia speculativa?

“Caserta non ha bisogno di altro cemento ma di aree verdi attrezzate, curate e aperte al pubblico. I dati sono allarmanti. Ogni cittadino casertano ha a disposizione appena 2 mq di verde. La normativa regionale ne prevede 10 mq ad abitante. La città esige un parco urbano”.

Che cosa pensa di un Macrico totalmente verde  e di  alcuni progetti che prevedono la realizzazione di infrastrutture sia pure pubbliche che sarebbero il cavallo di troia per una nuova cementificazione? Il riferimento è al campus universitario, agli impattanti impianti sportivi, all’orto botanico, all’auditorium, ecc., ipotizzati?

“Sono favorevole ad un parco totalmente verde. La realizzazione delle infrastrutture irrealizzabili altrove in città avvenga nel Macrico nei limiti della volumetria esistente, dei vincoli della Sovrintendenza e della futura destinazione dell’area che noi auspichiamo F2. Certo non mi meraviglierei dell’esistenza di soggetti che vogliono introdurre possibili cavalli di Troia per “appropriarsi” dell’area. Ma il Comitato “Macrico verde” non è estinto e, in questi giorni, darà prova della sua grande e forte vitalità. A ogni membro e a ogni associazione del Comitato il compito di vigilare e denunciare eventuali abusi e inadempienze”.

Come commenta l’obiezione del sindaco Carlo Marino che il comune, senza l’ingresso dei privati nella gestione del Macrico, attraverso la concessione di servizi ed attività di varia natura, non sarebbe in grado di sostenere le spese di manutenzione? 

“Penso che nessuno, in linea di principio, sia contrario all’ingresso di privati, meglio se con vocazione sociale, nella gestione del Macrico. Importante è vigilare sui protocolli di intesa che spesso, mi sembra che siano a favore di privati con vocazione commerciale a scapito dell’ ente pubblico e dei cittadini. E poi perché non potrebbe esserci un’intesa con gli altri Comuni confinanti? Un grande parco pubblico con verde attrezzato, come il Macrico, mica è a servizio esclusivo della sola città di Caserta? Le progettazioni avvengano con più soggetti pubblici”.

In una sua recente e franca intervista pubblica a riguardo della riunione ultima – per noi irrituale ed a carattere estemporaneo  – tenutasi presso il comune tra il sindaco, la camera di commercio, confindustria, la IDSC e parlamentari del movimento 5 stelle, lei ha ammesso  di “…essere rimasto  sorpreso …dell’incontro in comune…” affermando che “…La presenza al tavolo di alcuni soggetti …” lasciava intendere che si voglia cambiare linea rispetto ad una “..certa di idea di parco…”: è lecito dedurre che lei immagina già pensato e deciso a tavolino in altre sedi?

“Non penso che ci siano progetti decisi a tavolino altrove. Ritengo, invece, che ci sia da parte dei parlamentari 5stelle una buona dose di ingenuità ed inesperienza nell’inserirsi in vertenze decennali a difesa del territorio. È come se si affacciassero per la prima volta su queste problematiche! Ragionano come se fino ad oggi nessuno si sia interessato della questione o abbia avanzato proposte. Mi sarei aspettato da un movimento politico nato dal basso che si convocasse in primis un’assemblea pubblica alla quale invitare tutti, cittadini e istituzioni, piuttosto che fare tavoli separati dove i vari soggetti non sanno cosa è stato affermato e proposto. Perché non si fanno mediatori presso i ministeri di una proposta di alto profilo, come la proposta del Comitato “Il Parco dei parchi”, semmai finanziabile con fondi europei? Un Parco urbano (verde) intercomunale, regionale. Spero che i parlamentari 5stelle che si sono addentrati, da poco, nella vicenda Macrico, non si interessino dell’area per pura propaganda politica in vista delle prossime elezioni europee. Tuttavia do merito a loro l’aver riportato la questione all’attenzione della cittadinanza”.

Prevede iniziative e quali per riportare all’attenzione della cittadinanza la vicenda del Macrico?

“La bella e partecipata assemblea pubblica di giovedì 4 aprile, convocata in pochi giorni presso la scuola elementare De Amicis, è stato il segno eloquente di come, a distanza di molti anni, l’interesse dei cittadini sul Macrico sia ancora molto vivo. Altre iniziative le valuteremo dopo l’incontro – sopralluogo all’interno dell’area, voluto dai parlamentari 5stelle e concesso dall’IDSC, che si terrà venerdì 12 aprile. Al sopralluogo parteciperà una rappresentanza del Comitato “Macrico verde” e rappresentanti delle istituzioni pubbliche. I media mantengano alta l’attenzione sull’area Macrico”.