MACRICO, e piantatela con queste boiate. Ma quale finanziamento Pnrr, ad oggi non può avere neppure un euro dal Recovery
23 Agosto 2021 - 19:13
Naturalmente vi spieghiamo il perché, offrendovi qualche sintetica informazione su quello che è il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Il Piano di Fattibilità presentato insieme all’Università alla Regione Campania dà poche garanzie di essere finanziato nella configurazione tutta pubblica o mista, mentre zero sono le possibilità di entrare a far parte dei cosiddetti progetti bandiera. Ovviamente Marino ha già pronta la “balla B” e va dicendo di avere già in mano la cessione del terreno da parte dell’Istituto di Sostentamento del Clero
CASERTA (G.G.) – I casertani avrebbero dovuto imparare pur essendo, purtroppo per questa città, duri di comprendonio su molte questioni strategiche, che quando si parla di Macrico la politica locale, tarata per il breve o brevissimo periodo, cioè innamorata di operazioni veloci e redditizie (naturalmente non per il bene comune), non ha mai cavato un ragno dal buco perché il futuro del Macrico necessita di un impegno morale prima ancora che materiale e operativo.
I politici di questa città, che vogliono incassare benemerenze al cospetto dell’imprenditoria assistita, hanno sempre ritenuto quella del Macrico una cosa troppo difficile, troppo complicata, ma soprattutto troppo sotto ai riflettori.
Lì sì che c’è bisogno di resilienza, non per dire, non per esercitarsi dialetticamente con una parola divenuta viralissima, ma sul serio.
Dunque, cosa rimane al netto di questa incapacità frutto di una inettitudine a misurarsi con i grandi processi di governo e della scarsa convenienza di una redditività che non sarebbe brevi manu?
Il Macrico torna utile durante le campagne elettorali.
Questa è la settima in cui c’è chi afferma che stavolta fa sul serio e che ineluttabilmente, di qui a poco tempo, quell’area diventerà tutto, mettendo insieme la domanda di verde pubblico e quella legata a ogni tipo di sapere.
Il tutto senza alterare di nulla l’attuale volumetria, ereditata dalle cubature dismesse delle antiche strutture militari.
E figuriamoci se questa roba del Macrico non veniva fuori anche in questa campagna elettorale.
Non sappiamo se è il record del finanziamento vagheggiato, visto che in passato ne abbiamo letti di progetti già muniti di contabilità.
170 milioni di euro per una partnership tra università degli studi Luigi Vanvitelli di Caserta e Comune capoluogo.
Il tutto già presentato, nella forma di studio di fattibilità, agli uffici della Regione Campania, quelli ben conosciuti dal professore di Ingegneria della Vanvitelli Cascetta, che per tanto tempo ha servito l’allora governatore Antonio Bassolino da assessore ai Lavori Pubblici.
Cascetta, più che un professore, è diventato un politico durante quegli anni.
Dunque è molto probabile che si sia messo a disposizione di Carlo Marino, auspice il governatore De Luca, per tirare fuori l’ennesimo progetto per il Macrico, rigorosamente a scopo elettorale.
Tutto sommato, la stessa Università sa bene che non se ne farà nulla.
Lo strumento scelto è quello del Pnrr, il Piano Nazionale per la Ripresa e Resilienza.
Vi annunciamo già che nei prossimi giorni torneremo su questo Piano, conseguenza di quello che l’Unione Europea chiamò Recovery Fund, trasformandolo poi in Next Generation Eu (NGEU).
Siccome non siamo un giornale nazionale, vogliamo concentrare la nostra attenzione sulla relazione che si potrà creare tra progetti provenienti dal territorio, da parte di Regioni, province e Comuni, e questa autentica messe di finanziamenti di cui vi diamo solo il dato aggregato: 191 miliardi e spiccioli provenienti dall’Europa, di cui una parte completamente a fondo perduto, un’altra a tasso agevolato, più altri 30,6 miliardi stanziati dallo Stato, per un importo complessivo di 222 miliardi circa.
Accedere a questi soldi non sarà facile.
Diamo per buona l’idea che il progetto per questa cittadella universitaria di 1500 studenti, che segnerebbero l’improvvisa esplosione degli studi in Agraria e Scienze Ambientali, che oggi alla Vanvitelli raccolgono solo un paio di centinaia di studenti, venga finanziato in una delle 6 missioni previste dal Pnrr, che ricalcano la cornice disegnata dalla commissione dell’Unione Europea.
La mission buona potrebbe essere la quarta, “Istruzione e Ricerca”: 31,9 miliardi di euro – di cui 30,9 miliardi dal PNRR e 1 miliardo dal FC.
Intanto questa è la cifra complessiva frutto del finanziamento europeo e di quello statale. Al momento, a PNRR approvato a luglio dalla commissione, il bonifico spedito all’Italia ammonta a poco meno di 25 miliardi di euro.
Siccome il piano ha presto 30,9 miliardi di finanziamenti europei e siccome i soldi arrivati ad oggi rappresentano il 13% dell’intero trasferimento, si può lavorare a breve termine su una dotazione di circa 3,9 miliardi, che arrivano a più di 4 miliardi tenendo conto che le cifre sono approssimate leggermente per difetto.
Mettiamo che De Luca si attacchi al telefono, chiami Draghi e gli dica che questa cosa di Caserta è talmente bella che dovrà avere una priorità assoluta.
Il premier, dall’altra parte, gli chiederà: scusi, governatore, mi spiega meglio? è una cosa interamente pubblica, mista, o che cosa?
Perché le risorse del piano, se sono iniziative pubbliche o miste (in poche parole con il Comune di Caserta e la Curia, proprietaria, che presentano insieme un progetto) non possono essere progetti già definiti nel loro percorso, ma devono andare a bando, per cui non è scontato che, nonostante De Luca dica a Draghi che questa cosa del Macrico sia un prodigio, la stessa venga finanziata a priori, visto che ci saranno tanti altri Comuni, tante altre università, che presenteranno a loro volta nel resto d’Italia le loto proposte di iniziativa.
A quel punto Draghi direbbe a De Luca: magari potete tentare, se questa cosa è tanto prodigiosa, a inserirvi nei cosiddetti progetti bandiera, il cui primo elenco è stato già presentato dall’Anci e non ci risulta contenga l’iniziativa Macrico.
Va bene, se De Luca lo sponsorizza così pesantemente ritiriamo la bandiera per dieci minuti e ci mettiamo pure questo di Caserta, ok detto fatto.
Naturalmente come tutti i progetti bandiera, cioè altamente strategici, anche quello del Macrico dovrà essere totalmente pubblico.
E qui rispolveriamo il tormentone di prima: non pubblico per dire, ma pubblico su suolo pubblico.
Aspettate un po’, pensiamoci un attimo. Ma il terreno del Macrico non era di proprietà dell’istituto per il Sostentamento del Clero, cioè della Diocesi di Caserta? Se non ricordiamo male ciò che affermò ai tempi di Cavour e ciò che è scritto nel secondo concordato del 20° secolo, quello firmato nel 1984 dall’allora presidente del consiglio Bettino Craxi e dall’allora segretario di Stato del Vaticano cardinale Agostino Casaroli.
Quel terreno non è pubblico nel senso giuridico del termine.
Quando Marino ha raccontato le sue boiate ai vari giornali, che incartano e portano a casa, fosse una volta che andassero ad approfondire quello che i politici propinano alla loro bocca aperta ad acchiappar mosche, queste cose non le ha dette, ammesso che le sapesse bene. Qualcuno gliele ha dette. Sapete cosa ha risposto il simpatico sindaco di Caserta? No problem, ho già in mano la cessione dei terreni firmata.
E qui siamo arrivati alla boiata pazzesca che nessuno andrà a controllare, eccetto noi, tanto la sua funzione quella notizia sparata dai mangiatori di mosche l’ha già realizzata.
L’ennesimo proclama, l’ennesima fumisteria, l’ennesima balla raccontata ai casertani sul Macrico di Caserta affinché qualcuno di loro o magari qualche imprenditore speranzoso nel business si metta a disposizione di Carlo Marino in questa campagna elettorale.