MADDALONI. Ecco perchè i lavori del nuovo svincolo autostradale, che inizieranno il 29 novembre, potrebbero essere fermati dopo 20 giorni. E quel D’Angiolella…

19 Novembre 2018 - 12:41

MADDALONI(g.g.) Il sindaco Andrea De Filippo ha giustamente salutato con entusiasmo la notizia, ufficializzata dalla Società autostrade dell’inizio dei lavori per la costruzione del sospiratissimo svincolo autostradale di Maddaloni, lungo la statale A30, meglio conosciuta come Caserta-Salerno. Un nodo abbastanza cruciale, previsto nell’accordo di programma dell’Interporto Sud Europa e che renderà ancora più vicine le distanze con l’area commerciale interportuale di Nola, alleggerendo, presumibilmente, non di poco, il traffico pesante che asfissia e distrugge la vita dei residenti di via Cancello e dintorni.

Ma come capita quasi sempre in Italia quando si devono realizzare lavori pubblici frutto di una gara d’appalto importante, chi la gara la perde non si arrende. A ragione o a torto, ritiene che chi l’ha vinta, l’abbia fatto, in maniera non regolare.

Non entriamo, per il momento, nel merito specifico che stiamo ancora studiando, dei motivi per cui il Consorzio Nazionale Cooperative Produzione Lavoro Ciro Menotti,

un soggetto imprenditoriale tra i più grandi d’Italia nel settore delle coop, non a caso con sede in Emilia Romagna, secondo classificato nella gara per lo svincolo, bandita, come centrale appaltante, dalla Società Autostrade, si sia rivolto al Tar della Campania per chiedere un provvedimento di sospensione dell’efficacia dell’aggiudicazione al Consorzio Stabile Arem, che la gara invece si è aggiudicata e che dovrebbe materialmente, di qui a 10 giorni, far partire il cantiere.

Ma una cosa va subito detta: la richiesta di sospensiva è stata respinta, due mesi fa, a settembre, ma di qui a poco, precisamente il 19 dicembre si terrà l’udienza di merito davanti ai giudici del Tar Campania. Oltre alla costituzione in giudizio di società Autostrade, c’è anche quella ad opponendum, dell’Interporto Sud Europa, manco a dirlo, rappresentato dall’avvocato Luigi Maria D’Angiolella, con studio a Caserta,che molto significativamente è stato tirato in ballo nella prima puntata dell’inchiesta che stiamo dedicando agli intrighi, ormai oggetto di alcune pesanti inchieste giudiziarie, legati alla mega speculazione in atto nella zona industriale di Marcianise, proprio ad opera della premiata ditta Barletta-Campolattano.

Se il prossimo 19 dicembre, il Tar dovesse dar ragione al Consorzio delle coop emiliane, allora il cantiere s bloccherebbe a 20 giorni esatti dalla sua apertura e Maddaloni vivrebbe un’altra delusione, dovuta solamente alla complessità del sistema degli appalti italiani e al fatto che, siccome questi non sono al di sopra di ogni sospetto, anzi tutt’altro, non si può sperare, perchè non sarebbe prudente realizzarla, in una legislazione che renda più agili i tempi e soprattutto armonizzi, rendendola più veloci, le decisioni dei tribunali all’interesse, sicuramente pubblico, collettivo di veder realizzare delle opere importanti per lo sviluppo delle comunità in tempi più o meno normali.

Ma questo accade nei paesi normali, non in quelli in cui almeno il 70% delle gare d’appalto sono truccate in partenza.