MARCIANISE ALLE ELEZIONI. Velardi vuole imporre al centrodestra i nomi di Angela Letizia e di Carmencita Ventrone. E allora è giusta l’idea del centrosinistra di Lina Tartaglione

27 Febbraio 2023 - 12:23

In apparenza sarebbe un confronto tra donne pienamente in grado di di assumersi la responsabilità di classe dirigente, ma in realtà, non è così, perché, con rispetto parlando la storia politica di Angela Letizia e quella di Lina Tartaglione sono molto diverse, a partire dalla formula del loro rapporto con Antonello Velardi, di cui, una in un modo, l’altra in tutto l’altro modo sono state protagoniste

MARCIANISE (Gianluigi Guarino) – Se nei giorni scorsi non fossimo intervenuti con un articolo di dignità democratica, oggi, lunedì 27 febbraio, Fratelli d’Italia avrebbe reso completa, compiuta la sua specialissima condizione di partito di complemento, di ausilio, manovrato a piacimento dal gruppo di potere, che, ormai da anni, detta legge a Caserta e provincia, da quel coacervo, trasversalmente partecipato, che ha messo insieme di tutto e di più, con la più potente operazione clientelare che la storia di questa provincia abbia mai vissuto. Una tetrarchia di fatto, un mostriciattolo tentacolare a quattro teste, di cui la più grande è quella del consigliere regionale Giovanni Zannini, uno apprezzatissimo dal governatore De Luca, che gli ha affidato, in forza di un comune sentire sulla vita, più che sulla politica, le chiavi della provincia di Caserta.
Le altre tre sono quelle del

Presidente della Provincia, Giorgio Magliocca, a cui il coordinatore regionale Fulvio Martusciello ha consegnato quel che resta di Forza Italia, del deputato del Pd Stefano Graziano e del sindaco di Caserta, anch’egli del Pd, Carlo Marino.
Della sudditanza del commissario provinciale di FdI, il neo deputato Marco Cerreto, a Giorgio Magliocca abbiamo scritto in diverse occasioni, declinando molte di quelle che, a nostri avviso, ne sarebbero le ragioni, così come abbiamo scritto del fatto collaterale dell’arruolamento della consigliera provinciale Gabriella Santillo, che a Santa Maria Capua Vetere si è messa d’accordo con il sindaco del Pd, Antonio Mirra, che le ha garantito un posto
nella ormai celeberrima prima commissione, nella quale, se ci stai, intaschi, tutto compreso, più di mille euro al mese, mentre alla Provincia si è messa d’accordo con Zannini e Magliocca, i quali, con la copertura politica ufficiale di Marco Cerreto, hanno portato la Santillo e FdI in maggioranza, spostandoli, con un’operazione biologicamente opposta a quella che è stata la politica di denuncia e di lotta al trasformismo, che ha consentito a Giorgia Meloni di portare il suo partito al 26 per cento, dai banchi della minoranza, dove FdI e la Santillo, eletta alla Provincia sito le insegne di quelli che oggi è diventato il partito del premier, erano stati collocati dall’esito delle elezioni provinciali del 18 dicembre 2021.
Il nostro articolo di qualche giorno addietro ha, forse, determinato la consumazione completa dell’atto di perversione estremo di questo boudoir, di governo della politica casertana, nemmeno ingentilito dalla prosa del marchese de Sade.
Quel nostro intervento editoriale ha posto a Cerreto il problema delle regole interne, che obbligano gli aspiranti candidati ad ogni carica istituzionale, di presentare il certificato del casellario giudiziale e, soprattutto, quello dei carichi pendenti, che avrebbe messo a nudo tutti i procedimenti penali a cui è sottoposto l’ex sindaco di Marcianise Antonello Velardi, designato da Giorgio Magliocca come “new entry” in una Forza Italia che sta riuscendo nella prodezza di far arrossire, per spregiudicatezza, finanche quella targata Giggin a Purpetta, al secolo Luigi Cesaro, attualmente agli arresti domiciliari dopo aver perso i vantaggi dell’ immunità parlamentare. Neanche di Moriello si fida Velardi, perché Moriello non gli consentirebbe, per fatto biologico, di dar sfogo all’impronta del sultano, che riempie di immenso il suo ego, ma che trova, oggi, nella possibile candidatura a sindaco di Lina Tartaglione, da parte del centrosinistra, un antidoto testimoniale, una forma plastica di autentico, reale riscatto delle donne, la sublimazione di una parità praticata e non solo enunciata, che nella Tartaglione, oggetto di quelle pulsioni misogine, di cui molto lucidamente scrisse, in un suo esposto – denuncia, l’ex dirigente comunale Gennaro Spasiano, e che trova, oggi, proprio nell’idea di imporre i nomi di Angela Letizia o di Carmencita Ventrone, una volontà prospettiva che, solo apparentemente, sembra raccontare una parabola diversa, il loro strutturale adempimenti, com’è del tutto evidente agli occhi di chi ha seguito negli anni, ovviamente con attenzione e non solo superficialmente, la politica a Marcianise