MARCIANISE. Anacleto Fuschetti, da consulente della Procura a dirigente di Velardi, Pino Riccio, di Rossano e di G.B. Valentino. Siamo curiosi

27 Aprile 2021 - 13:17

Si tratta di un professionista stimato e per questo ci ha sorpreso, non poco, la sua decisione di andarsi a impelagare nella palude resa ormai inagibile dalle vicende denunciate da Fulvio Tartaglione da Gennaro Spasiano, poi dal siluramento di De Ciccio e dalle clamorose dimissioni di Giaccio

 

 

MARCIANISE (G.G.) – Dell’ingegnere Anacleto Fuschetti pensiamo bene perché con accenti positivi ci è stato presentato e anche raccontato da personaggi delle istituzioni, da grandi e valorosi detective che hanno operato e operano in questa provincia, quale valente consulente tecnico della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere.

Se sta lì, se viene interpellato per affiancare e sostenere il lavoro di chi è titolare, per la Costituzione Italiana, dell’azione penale, vuol dire che è persona al di sopra di ogni sospetto. Lo conoscemmo ai tempi di quella che doveva essere una inchiesta spartiacque sul fronte della lotta alla corruzione di politici con funzioni istituzionali, dei dirigenti e dei funzionari dei Comuni della Provincia di Caserta.

Quell’indagine magnificamente realizzata (che portò all’arresto, tra gli altri, dell’allora sindaca di Maddaloni Rosa De Lucia), non fornì però la propulsione in grado di determinare un’onda lunga nell’attività investigativa e repressiva di un tipo di criminalità che qui da noi non si ancora a schemi tipici del fatto illegale, ma assume una identità sistemica in cui eccezioni isolate e molto spesso perseguitate sono quelle di impiegati, funzionari, dirigenti o politici (si contano sulle dita di una mano sola) che rigano dritti.

Questa premessa sarà, magari, un po’ noiosa. Ma serve, cavolo se serve, a commento della fresca nomina di Anacleto Fuschetti a dirigente del Comune di Marcianise nella ripartizione a cui sono delegate le materie dell’Ambiente, dell’Urbanistica, del Suap e altre ancora.

Anacleto Fuschetti è stato fortemente voluto all’indomani delle clamorose dimissioni di Francesco Giaccio (CLICCA QUI).

Ciò è dimostrato dal fatto che Fuschetti non era tra gli idonei, selezionati dalla commissione interna del Comune di Marcianise e spediti al cospetto del sindaco Antonello Velardi, al quale, utilizzando le facoltà garantite dall’articolo 110 del Tuel, tocca la scelta definitiva, così come accaduto con Giaccio, ma anche con altri dirigenti in passato.

In pratica la procedura è stata azzerata, perché se all’indomani delle dimissioni di Giaccio l’amministrazione comunale di Marcianise avesse adoperato quella lista sfornata pochissimo tempo fa, Fuschetti non avrebbe potuto ottenere la nomina.

Ma diciamo che va bene così. Diciamo che esiste, da parte del sindaco Antonello Velardi e da parte dell’assessore Pino Riccio, che di Fuschetti è amico e che pare aver perorato molto il suo nome, gradito peraltro anche al primo cittadino (che in uno dei suoi post Facebook lo aveva definito, già nel 2016, “un mio amico”), non si siano resi conto che le dinamiche interne agli uffici tecnici comunali rappresentano humus, aberrante know how, sul quale posso svilupparsi e proliferare attitudini criminali.

Ribadiamo il concetto già esposto nel corpo dell’articolo sulle dimissioni di Giaccio.

L’ingegnere Fulvio Tartaglione, accusato di essere in pratica un lestofante al soldo di poteri criminali, ha messo nero su bianco, con argomentazioni molto dettagliate rispetto a quelle esposte da Velardi nei suoi confronti, diverse questioni che se non superano il confine tra ciò che per il Codice Penale è lecito e ciò che non lo è, quantomeno lo lambiscono; l’ingegnere Gennaro Spasiano, arrivato a Marcianise con il pieno gradimento di Antonello Velardi come elemento che avrebbe dovuto, come poi effettivamente ha fatto, portare avanti tutta la turpe procedura per una ulteriore speculazione targata Interporto e Barletta, è stato costretto, a un certo punto, di fronte alle richieste indecenti che gli venivano formulate da Velardi (a partire da quella relativa al Siad, per arrivare a tutta la non opaca ma opacissima procedura dell’appalto dei famigerati tutor) a rompere con il sindaco e a battere in ritirata.

Gennaro Spasiano ha pagato con l’arresto. Ma se lo meritava lui, e forse lo meritava, noi siamo completamente d’accordo con l’ex procuratore della Repubblica aggiunto presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, Antonio D’Amato, oggi componente togato del Csm, quando, da titolare dell’inchiesta sull’Interporto, aveva chiesto il divieto di dimora a Marcianise per Antonello Velardi, cioè aveva chiesto che gli fosse impedito di continuare a svolgere la funzione di primo cittadino.

Poi è arrivato Fiorenzo De Cicco, ed è successo letteralmente di tutto, a partire da quell’altra operazione sconcia dei lavori che i Colella vorrebbero fare per costruire un palazzetto dello sport in totale difformità, in maniera molto più scadente e dunque con costi molto più bassi, con i contenuti del bando, così come abbiamo scritto e dimostrato a lettere di fuoco in più di un articolo, anche grazie agli spunti forniti dal dettagliatissimo atto di revoca del permesso a costruire firmato da Fulvio Tartaglione durante il governo del commissario prefettizio Lastella.

Sempre a questi si ricollega tematicamente l’altro brutto affare dell’abuso edilizio che Velardi, una volta indagato dalla Procura, ha dovuto riconoscere, presentando una richiesta di sanatoria che in due articoli pubblicati circa un mese e mezzo fa abbiamo dimostrato essere totalmente illegittimi.

In uno scenario che vede il sindaco di Marcianise in odore di processo per la vicenda dei falsi permessi con una richiesta di rinvio a giudizio formulata dal Pm Gerardina Cozzolino, il cui rigore morale e professionale Anacleto Fuschetti, che con lei ha collaborato, dovrebbe ben conoscere, la scelta di quest’ultimo va valutata come molto coraggiosa e, aggiungiamo noi, anche un po’ anomala.

Diamo per scontato che da questo momento in poi Fuschetti, che è uomo serio e dunque in grado di ben considerare questa nostra affermazione, eviti di salire le scale degli uffici della Procura, a meno che non sia convocato e che dunque non debba svolgere il suo mestiere di cittadino.

Da un lato la filosofia di Antonello Velardi e quella di Pino Riccio, amico di Fuschetti.

Dall’altro la filosofia dei migliori Pm della Procura di Santa Maria, a partire dalla Cozzolino. A nostro avviso non esiste alcuna possibilità di trovare un punto di equilibrio etico, morale e professionale tra questi due sistemi di pensiero e di prassi esistenziale.

Però, per carità, è un punto di vista, seppur basato su una conoscenza ventennale, da parte nostra, di uomini, fatti e circostanze. Poi magari ci stiamo sbagliando e non avremo alcuna difficoltà ad ammetterlo. Proprio per la sua attività di consulente dell’autorità giudiziaria a cui la Repubblica Italiana delega per procura l’adempimento del già citato principio costituzionale dell’obbligatorietà dell’azione penale, da lui, cioè da Fuschetti, ci si attende un atteggiamento intransigente.

E se Fuschetti sarà, come riteniamo, uomo delle istituzioni, questo imprimerà una svolta sesquipedale al modo con cui Marcianise viene amministrata.

Perché una cosa è certa e le inchieste giudiziarie lo dimostrano ampiamente: in quel Comune e in quegli uffici tecnici si è ballato costantemente attorno alla linea che discrimina l’illegalità dalla legalità.

La sorpresa che in noi genera il fatto che Fuschetti abbia accettato di lavorare insieme a Velardi, a Pino Riccio, alla famiglia Rossano, a Giovan Battista Valentino, farà crescere ulteriormente la nostra azione di controllo. Siamo molto curiosi rispetto a questa sfida.