MARCIANISE. Delle Curti prima minacciato da uno “spaccadenti” e poi oggetto di una stupidaggine di G.B. Valentino. Dopo i like di Velardi, subito la scorta all’avvocato

3 Aprile 2021 - 13:33

MARCIANISE – Cos’hanno in comune il post, pubblicato qualche giorno fa, dal signor Franco Farina e quello reso pubblico dal consigliere comunale di maggioranza Giovan Battista Valentino, a commento dei fatti avvenuti durante l’ultimo consiglio comunale svoltosi giovedì scorso?

Apparentemente, nulla. Quella del signor Franco Farina è fondamentalmente una minaccia, nell’accezione che a questo termine viene data dal Codice Penale: “Gli farò sputare i denti…” e altre delicatezze assimilabili (che potete leggere nel testo integrale del post che pubblichiamo in calce, al pari del breve scritto di Valentino) non possono certo appartenere alla legittima espressione del libero pensiero, quand’anche esposto con toni duri, fortemente polemici, dialetticamente coloriti.

Il post di Valentino, invece, incrocia, sempre in apparenza, coordinate e subordinate del sacro diritto di libera espressione, costituzionalmente riconosciuto e protetto.

Ovviamente, quello che scrive Valentino è frutto di una ricostruzione che, a voler essere iperliberali, valutiamo semplicemente come erronea, sgangherata, facendo salva, fino a prova contraria, la buona fede.

Ma allora su che cosa si saldano queste due esternazioni apparentemente incompatibili, estranee tra di loro nei rispettivi contenuti?

Si saldano grazie a un like, che ne diventa gradiente di fusione. Guardate, non è un ragionamento accademico, complesso, concettualmente inafferrabile. Se stessimo parlando, infatti, del signor Antonello Velardi, persona fisica e privato cittadino, il 99% degli articoli pubblicati da Casertace negli ultimi sei anni non avrebbe mai visto la luce.

Ma siccome il signor Antonello Velardi è il sindaco di Marcianise, dentro a questa funzione – che al netto del Ventennio, è un istituto secolare della storia democratica del nostro Paese, monarchica o repubblicana che sia – ogni gesto e ogni azione (lo scriviamo da anni, siamo anche spossati, ma abbiamo la testa dura e non ci arrendiamo) erogate da Velardi hanno un peso elevato in quanto frutto del pensiero della massima funzione democratica locale.

Se dunque il signor Velardi appiccica il suo like, così come è accaduto, sia sotto le minacce da Codice Penale formulate dal signor Farina, sia sotto alla presa di posizione del consigliere comunale Valentino, la cosa riveste un significato quasi pari a zero; ma se lo fa il sindaco di Marcianise, anche un bambino dell’asilo capisce che il significato è tale da giustificare pienamente una sottolineatura, una modalità a sua volta esplicativa del diritto di espressione, che si interroghi e interroghi i cittadini sul senso di quei like.

E fin qui siamo dentro ad una valutazione che può attrarre o non attrarre l’interesse del cosiddetto cittadino comune, non disposto a mettersi a questionare sulla linea di confine tra quello che appartiene alla persona e quello che appartiene alla funzione.

Ma i due post hanno come bersaglio la stessa persona. E questo non può essere un fattore casuale e non rende, quindi, casuale, il fatto che sia sotto al primo che sotto al secondo ci siano i like del sindaco.

Per di più esiste un’unità, un’omogeneità temporale che impacchetta questo ragionamento, lo definisce e lo certifica.

Raffaele Delle Curti

Raffaele Delle Curti

Non è che il signor Farina ha pubblicato il suo post a settembre e Giovan Battista Valentino il suo ad aprile. No, sono comparsi a distanza di pochi giorni ed entrambi hanno come bersaglio il consigliere comunale Raffaele Delle Curti. Ecco perché i due like del sindaco di Marcianise rappresentano senza se e senza ma il modo con cui la città si pone di fronte a situazioni che riguardano delle Curti e la sua famiglia, suo padre Mimì, a cui chiaramente allude il signor Farina.

E se il modo con cui la città si pone di fronte alle azioni professionali e politiche della famiglia Delle Curti è quello certificato e sigillato dai due like che il sindaco appone sotto ai due post, allora cari miei la scorta la deve avere Delle Curti.

E guardate che la stupidaggine che, in buona fede, fino a prova contraria, scrive Giovan Battista Valentino, paragonando Delle Curti al famoso parlamentare Scilipoti – uno di quelli che nel frangente in cui la pratica consolidata del trasformismo italian-meridionale servì a Berlusconi per salvare il suo governo – non è meno insidiosa della minaccia dello spaccadenti Farina.

Scilipoti avrebbe dovuto, in base allo schieramento politico di cui faceva parte, votare contro il governo Berlusconi. Da una posizione parlamentare di minoranza, saltò sul carro della maggioranza e del potere, diventando un simbolo vivente, in versione macchiettistica, della pratica trasformista. Cosa c’entra Scilipoti e lo “scilipotismo” con la posizione di Delle Curti? Nulla.

Esattamente al contrario, questo consigliere comunale ha fatto una cosa che avviene rarissimamente. Ha lasciato un comodo seggio della maggioranza, che gli avrebbe consentito di gestire, seppur in quota frazionale, potere e favori, e se ne è andato con la minoranza, che non gestisce un tubo.

Non solo, ma abbandonando l’aula, l’altra sera, insieme ad altri 10 consiglieri, ha dimostrato di essere pronto, eventualmente, a votare una mozione di sfiducia contro il sindaco o ad andare dal notaio insieme ad altri 12 colleghi per dimettersi.

Dunque, Delle Curti, che noi non conosciamo personalmente avendo incrociato nelle nostre cronache, in qualche circostanza, solo il padre, non fa parte nemmeno di quella categoria di ultra-furbastri della politica i quali, non contenti di quel che hanno chiesto e non ottenuto, passano all’opposizione dichiarandosi indipendenti e aspettando la prima crisi vera della maggioranza per andare a trattare da posizioni di forza per il proprio tornaconto.

Qualcuno può dire, oggi, alla luce di quello che è successo l’altra sera in consiglio, che il consigliere comunale Raffaele Delle Curti appartenga a questa categoria?

I like di Velardi mettono insieme, perché possano colpire da due lati distinti lo stesso obiettivo, l’odio che trasuda dal post del signor “spaccadenti” Farina e la stupidaggine sgangherata e sconclusionata detta, in buona fede fino a prova contraria, da Giovan Battista Valentino, che in questo articolo abbiamo trattato con rispetto, senza tornare su certi argomenti relativi alle modalità con cui la sua famiglia ha fatto una barca di quattrini nel Consorzio Idrico e che non gli darebbero alcuna legittimità morale nel puntare il dito verso chicchessia, introducendo categorie della moralità politica qual è indubbiamente quella del trasformismo e delle sue piccole subordinate farsesche del tipo “scilipotiano”.