MARCIANISE. Gravissime accuse della segretaria Iacobellis al sindaco Velardi: “Mi spinge a lasciare il Comune mi impedisce di svolgere il ruolo di garante della legalità dell’azione amministrativa e di responsabile anticorruzione”

26 Novembre 2021 - 17:53

MARCIANISE – Dobbiamo forzare la nostra natura perché questi sono fatti che meriterebbero trattazioni articolate, senza lucrare sulla dimensione dell’articolo.
Ma siccome l’unica speranza che a Marcianise accettino di leggere le tesi esposte da questa campana è quello di limitare la lunghezza dell’articolo, cercheremo di adeguarci.
Per farlo, però, occorre accettare l’idea di esprimere delle asserzioni non argomentatissime. Ma tanto lo abbiamo fatto per anni e non è che la cosa abbia sortito grandissimi risultati in termini politici e giudiziari, se si considera il magma di irrazionalità psichica e illegalità che è precipitato a fiumi dalle stanze di quel che si è trasformato da palazzo comunale a vero e proprio manicomio.
Partiamo: da quando Velardi è sindaco, parliamo anche della prima consiliatura, ha avuto a che fare con quattro segretari comunali.

Il primo era un suo ex compagno di scuola del “Quercia”, cioè Onofrio Tartaglione, è sopravvissuto vivendo piuttosto pericolosamente dall’estate del 2016 all’ottobre del 2019, quando il sindaco è stato spedito a casa da una mozione di sfiducia del consiglio comunale.
Il secondo segretario comunale, Carla Moscato, lo ha incrociato quando si è reinsediato nell’ottobre del 2020, subito dopo aver vinto di un soffio le elezioni comunali.
Abbiamo scritto che l’ha incrociato perché quel segretario comunale era arrivato al Comune durante il periodo in cui tutte le funzioni amministrative degli organi elettivi erano state svolte dal commissario, nonché vice-prefetto vicario, Michele Lastella.

La segretaria Carla Moscato sarebbe rimasta volentieri a Marcianise, che è sede di segreteria generale e dunque offre significativi vantaggi professionali.
Ma siccome Velardi è un caso, e che caso, ha trovato modo per litigare anche con il vice-prefetto.
Per cui figuriamoci se si teneva il segretario comunale insediatosi durante il periodo di Lastella.

Successivamente è arrivata Virgina Terranova, reduce da una esperienza non fortunatissima al Comune di Capodrise, dove si era scontrata e non poco con l’allora sindaco Crescente e con l’allora presidente del consiglio comunale Negro, destinato poi a diventare a sua volta sindaco all’esito delle elezioni svoltesi quasi due mesi fa.

Siccome a Capodrise la Terranova aveva posto il problema della presenza tracimante negli uffici comunali dell’ingegnere Ernesto Palermiti, difeso a spada tratta da Crescente e Negro nonostante una sentenza di condanna penale e nonostante le diverse inchieste giudiziarie che l’hanno coinvolto, va da sé che a Marcianise era destinata a durare molto poco, visto e considerato che lì c’era un sindaco rinviato a giudizio per falso e truffa in concorso per la questione dei rimborsi, indagato per abuso edilizio conclamato e ormai divenuto definitivo e non coinvolto per miracolo in un altro procedimento penale, stavolta per le firme false apposte in calce alla lista Orgoglio Marcianisano, di diretta espressione velardiana, perché aveva fornito un contributo decisivo alla sua affermazione del maggio e giugno 2016.
E infatti, in men che non si dica, Virginia Terranova ha radunato baracca e burattini e compreso di trovarsi in un vero e proprio opificio dell’aggiramento sistematico delle leggi e delle norme, ha salutato dopo pochissimo tempo.
Poi è arrivata la Iacobellis, la quale ha tentato di collaborare, constatando però che questa parola per Velardi significa altro. Significa allinearsi ad ogni suo ordine e ogni suo desiderio. E se questo desiderio confligge con lo stato di diritto, chissene: trovi il segretario il modo di realizzarlo lo stesso, così come fu costretto a fare, al tempo, il pavidissimo Onofrio Tartaglione, il quale ancora oggi non si rende conto, si fidi di noi, quanto sia andato vicino ad essere arrestato per la vicenda dei falsi permessi.
Ergo: l’unico che ha resistito è stato proprio Tartaglione. Ed ha resistito perché ha accettato di essere prono ad ogni direttiva, ad ogni intenzione, più o meno commendevole, del sindaco Velardi.
Quando sono arrivati tre segretari che hanno semplicemente operato nel rispetto dell’ordinamento e che, rivolgendosi al sindaco, gli hanno dovuto dire no diverse volte, perché in caso contrario avrebbero corso lo stesso rischio che ha pesantemente corso Onofrio Tartaglione, sono andati allo scontro. Perché se il problema ci fosse stato con uno solo dei tre, si sarebbe potuto parlare di un conflitto caratteriale, di una incompatibilità personale.
Ma siccome i segretari fatti fuori da Velardi sono stati tutti quelli che si chiamavano Onofrio Tartaglione, che dite, una roba del genere rende legittima una riflessione? Quello che pubblichiamo in calce sono due documenti: una lettera scritta dalla presidente del consiglio comunale Angela Letizia che attacca la segretario Iacobellis, che aveva osato non presenziare ad una strana riunione che la Letizia aveva sedicentemente definito come “coordinamento”.
In pratica una richiesta di consultazione con i dirigenti e con la stessa segretaria che, ad avviso della Letizia, non supporterebbero bene e con la giusta efficienza il funzionamento del consiglio comunale e delle commissioni.
Al di là della lunare identità di un organismo che non esiste e che può svilupparsi attraverso forme informali dir accordo tra la presidenza del Consiglio e i dirigenti, resta il fatto che la Iacobellis ha risposto per le rime ad Angela Letizia così come aveva fatto precedentemente anche con il sindaco Velardi, quando questi pretendeva che facesse cose non aderenti alle strutture normative e di regolamentazione degli atti amministrativi.
La Letizia contesta in pratica alla Iacobellis di essere una pigra; la segretaria, segnalando che il giorno prima si era svolto un consiglio comunale conclusosi all’una di notte, a cui lei aveva dato seguito con la presenza negli uffici il giorno successivo, quello della strampalata convocazione del “Coordinamento”, arriva a conclusioni nette e rincara la dose con una lettera spedita alla Letizia, ma anche a tutti i consiglieri comunali.
Rincara le argomentazioni già esposte nel momento in cui aveva parlato, senza mezzi termini, di violazione delle norme che regolano l’orario di lavoro e di negazione dei diritti di una donna, madre di tre figli tra cui due gemelli di 4 anni, sul terreno cardinale delle pari opportunità.
Nella seconda lettera, datata un paio di settimane fa, preannunciando una denuncia alla Procura della Repubblica e un esposto ampio ed articolato sui fatti che invierà al Prefetto di Caserta non ha alcun timore a mettere nero su bianco le seguenti frasi:

“Quella riunione convocata a poche ore da un consiglio comunale
iniziato il giorno prima alle ore 15 e terminato all’una di notte, aveva sicuramente un altro scopo, e
cioè legato a quel disegno fin troppo evidente che sta ponendo in essere l’amministrazione a mio
danno per spingermi a lasciare il comune e per impedirmi di svolgere il ruolo di garante della
legalità dell’azione amministrativa”.

E poi rafforzando il concetto: “Pertanto, questa ennesima attività da parte del Sindaco di delegittimazione del mio operato potrebbe
essere funzionale ad impedire di fatto allo scrivente di dedicarsi pienamente alla propria attività di
garante della legalità dell’azione amministrativa e di responsabile anticorruzione”.

Va da sè, aggiungiamo noi, che la segretaria Iacobellis, a questo punto costretta a lasciare, come presumibilmente farà, all’inizio del nuovo anno, la sua carica al comune di Marcianise, non potrà non essere ascoltata dalla procura della Repubblica, dato che si tratta di un dirigente dello Stato che denuncia due fatti gravissimi: o la sua incriminazione per il reato di diffamazione, o addirittura di quello di calunnia, o l’apertura di una indagine penale sui fatti che sicuramente la Iacobellis denuncerebbe.
Corto questo articolo non è uscito, ma meno di così era impossibile per spiegare almeno il minimo di questa ennesima storiaccia marcianisana.