MARCIANISE. Il nuovo paperone dei rifiuti speciali Angiulillo o’ mericano ha comprato all’asta per 60 milioni tutto il complesso OROMARE

15 Settembre 2018 - 12:44

MARCIANISE – Angelo Di Fuccia, “Angiulill o ‘merican” per gli amici (questo soprannome non porta granchè fortuna, vedi i Cosentino), è uno di quegli imprenditori che ha fatto fortuna profondendo lavoro ed abilità nel complesso e spesso illeggibile settore del trattamento dei rifiuti speciali, i quali, com’è noto, sono pienamente aperti alla presenza esclusiva dei privati.

Una fortuna che ha condiviso con la sua famiglia, con sua moglie, che ha tanti parenti buoni, ma ha anche, sfortunatamente per lei, qualche pecora nera.

Una in particolare: quel Vittorio Musone detto Mino Musone, uno degli esponenti fondamentali del clan Belforte.

Di Fuccia ci ha saputo fare anche con la politica. Ha coltivato le amicizie giuste. D’altronde, gli impianti dei rifiuti speciali hanno come principali clienti comuni e altri enti pubblici, oltre alle industrie manifatturiere che vi sversano i loro scarti.

E’ stato ed è amico di Filippo Fecondo. Ma i suoi riferimenti emotivi, quelli con cui si trova bene a parlare, sono la Fiamma Gialla in pensione Angelo Carusone e naturalmente il sindaco Antonello Velardi.

E’ probabile che tutti insieme abbiano giù festeggiato o stiano per festeggiare in un convivio organizzato ad hoc, il clamoroso acquisto, da parte di Di Fuccia, di tutto l’immobile che ospitò, al tempo, una delle più grandi truffe consumate nel territorio italiano, quell’Oromare per la cui inaugurazione si scomodò finanche l’allora presidente della Repubblica, oggi emerito, Giorgio Napolitano.

L’acquisto è avvenuto con la sua società D&M Srl con i prezzi più modici dell’asta, anche se comunque si parla di una cifra di circa 60 milioni di euro. Ora, effettuare previsioni sugli obiettivi e sulla destinazione che Di Fuccia vuole dare a questa piccola cittadella del cemento, è a dir poco azzardato. Fatto sta che quell’area della città, connessa fondamentalmente alla zona dell’Interporto e dei centri commerciali in vita e in nuce, appare sempre più dentro a meccanismi economici fortemente protetti e collegati all’amministrazione comunale, al sindaco che la guida e a colui che, dopo essersi dimesso, ne è diventato una sorta di eminenza grigia, cioè Angelo Carusone.