MARCIANISE. Il pentito Giovanni Buonanno fa i nomi del vicedirettore e dell’impiegato del Banco di Napoli, Salvatore Foglia e Gaetano Sorrentino (non indagati). I conti di Angioletto Giuliano per riciclare i soldi dei Belforte
5 Settembre 2022 - 11:23
Inutile dire che si tratta solamente di dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, che di per se non significano nulla in attesa dei riscontri determinati in un eventuale dibattimento. E sarebbe anche superfluo, ma lo facciamo e lo faremo fino allo sfinimento, affermare che rimaniamo a disposizione di tutti coloro che vengono citati in questo articolo, qualora volessero replicare ai contenuti dello stesso e dunque alle dichiarazioni rilasciate dal pentito
MARCIANISE – Le dinamiche economiche, grazie alle quali gli esponenti del clan Belforte, al tempo ancora attivi, mobilitavano e utilizzavano i soldi provenienti dalle estorsioni e anche dalle cointeressenze come esponenti del mondo imprenditoriale di tipo commerciale, quale ad esempio Paolo Siciliano, non erano molto complicate. Ciò, quantomeno stando al racconto del neo collaboratore di giustizia Giovanni Buonanno, le cui dichiarazioni sono legate intimamente a una delle ultime ordinanze, chieste e ottenute dalla DDA di Napoli, sulla relazione esistente tra queste aree del clan Belforte a partire da Camillo Belforte, figlio di Mimì Mazzacane, al secolo Domenico Belforte, e cugino diretto, nonché omonimo, dell’altro Camillo Belforte, cioè del figlio di Salvatore Belforte. Buonanno afferma che i soldi, almeno parte di essi, venivano portati in banca, e versati sul conto di Angelo