MARCIANISE. Il sindaco Trombetta è buono e onesto. Sì, a casa sua e quando fa il medico. In Comune, al momento, è ricattato e complice. UNA NOSTRA PROPOSTA

4 Dicembre 2023 - 09:20

Molto spesso, l’ultimo ad averlo fatto, è stato Nicola Scognamiglio, marito di Maria Luigia Iodice, ci vengono esposte le qualità del primo cittadino. Mai messe in discussione, per carità, ma una cosa sono i parametri di giudizio della vita privata e professionale, altra cosa sono elementi valutativi quando una persona incarna una funzione politico-istituzionale. Ad oggi, l’amministrazione comunale ha violato la legge sui tempi di durata in carica dell’architetto Angelo Piccolo protetto dal vice sindaco Pasquale Salzillo, sull’assurda modalità che ha collocato la pubblicazione (si fa per dire) delle concessioni edilizie della sezione “amministrazione trasparente” nel sito istituzionale del Comune, luogo fisico e non solo virtuale previsto dalla legge e su cui sarebbe bene non scherzare più di tanto, così come ha fatto invece l’assessore Carmen Posillipo rispondendo al consigliere comunale Iole Giugliano. Poi ci sono le questioni riguardanti la risposta strafottente data dal primo cittadino all’interrogazione della minoranza su Fulvio Tartaglione e sulla assunzione ai sensi dell’articolo 110 del TUEL

MARCIANISE (Gianluigi Guarino) Noi non abbiamo la necessità di muoverci all’interno di una cornice rituale come devono fare, ad esempio, in consiglieri comunali nel momento in cui esercitano la propria funzione quando il parlamentino di una città o di un paese è convocato e dibatte.

Un giornale può, infatti, permettersi di accorciare i tempi della sua esposizione dialettica. Allora, veniamo subito al punto: capita spesso che, quando scriviamo di Marcianise, veniamo raggiunti da messaggi nei quali, puntualmente, ci si dice che il sindaco Antonio Trombetta è persona seria ed onesta.

L’ultimo della serie ce lo ha scritto nella giornata di ieri Nicola Scognamiglio, marito della Consigliera Comunale di maggioranza nonché Consigliera Regionale anche in questo caso di maggioranza, Maria Luigia Iodice.

E noi rispondiamo sempre nella stessa maniera, con una proposizione interrogativa retorica cioè che incorpora la risposta “scusa, Nicola, ma perché CasertaCe ha mai messo in discussione l’onestà personale, la serietà personale, l’ integrità personale di Antonio Trombetta quando questi vive la sua vita professionale al di fuori del perimetro politico-istituzionale?

Il problema è che quando si affronta e si attraversa questa categoria di giudizio nel settore della esplicazione di un incarico pubblico, i parametri cambiano, si modificano profondamente. Di conseguenza non puoi paragonare la valutazione di onestà che dai di un medico mutualista rispetto a quella che dai nei confronti di un sindaco. In poche parole i requisiti sono molto differenti, come gli angoli visuali da cui si osservano.

In politica e nelle istituzioni, per esempio, puoi essere anche animato dalle intenzioni più nobili, ma nel momento in cui tu, pur di tirare a campare, accetti dei compromessi che contengono in se il virus dell’illegalità e/o dell’illegittimità, ciò cambia la prospettiva e se può essere espresso in maniera più semplice per quanto riguarda la vita professionale, il giudizio non può non essere negativo nel momento in cui la persona è anche tale, ma è tale in misura nettamente inferiore di quanto non lo sia nelle sfera privata in quanto la persona fisica, il suo carattere, il suo modo di essere sono sovrastati dalla funzione pubblica che incarna e ricopre.

Le differenze (grandi) tra la valutazione di una persona nel suo privato e nella sua funzione pubblica

Vorremmo spiegare a quelli che continuano a martellarci con la storia della bonomia e dell’onestà di Antonio Trombetta che la valutazione, il punto di vista su un sindaco e su un politico è denso di fatti, di subordinate molto più numerose di quelle che connotano il giudizio espresso su una persona e su un professionista di diritto privato.

Dicevamo prima dell’importanza del punto focale, di arrivare al nodo: se il sindaco Antonio Trombetta accetta, pur di tirare a campare – dato che lui non sta governando ma sta solo tirando a campare per la vana gloria di una fascia tricolore che ha creato in lui una sorta di dipendenza emotiva- avalla e difende il sistema creato dal suo vice sindaco Pasquale Salzillo, vuol dire che ne diventa automaticamente complice. E il fatto che tutto questo accada in quanto la necessità di durare, di tirare a campare, rende Trombetta prigioniero di se stesso, non lo giustifica.

Il caso di Angelo Piccolo pesa come un macigno

Bisogna essere chiari: il sindaco di Marcianise Antonio Trombetta sta accettando e avallando che un dipendente del suo Comune ossia l’architetto Angelo Piccolo continui a svolgere la sua funzione di dirigente di fatto, di responsabile del procedimento e dei procedimenti nel settore cruciale del cosiddetto sportello unico dell’edilizia in pratica il dominio sulle concessioni, sui permessi a costruire di edilizia privata residenziale e di edilizia privata economica, al di la di ogni termine consentito dalla legge, così come questo giornale ha dimostrato più volte senza essere confutato.

L’altra sera, la minoranza, rappresentata nel fatto specifico dall’esperto consigliere comunale Pino Moretta ha formulato diversi quesiti tutti interessanti nella sua interrogazione. Il sindaco ha risposto a nostro avviso in maniera molto sommaria e poco convincente. In quell’interrogazione, però, mancavano due questioni importantissime.

La prima: c’è una legge, anzi due leggi quella del 2013 detta legge anticorruzione, e una del 2016 che è la sua elaborazione, che è un mastodontico parere del governo italiano, c’è un piano nazionale anticorruzione, c’è un piano comunale anticorruzione relativo a Marcianise che rimanda alle norme appena citate che escludono categoricamente la possibilità che la funzione di responsabile del procedimento possa essere esercitata dalla stessa persona, nei cosiddetti settori critici di cui indubbiamente ed esplicitamente fa parte quello dello sportello unico dell’edilizia, per più di 4 anni al limite nei casi eccezionale, 5 anni.

Non è una questione di persone caro sindaco Trombetta: lei e ancor di più la segretaria comunale inquietantemente responsabile dell’anticorruzione nel Comune di Marcianise, pur sapendo che l’architetto Angelo Piccolo ricopre la carica di responsabile del procedimento dello sportello unico dell’edilizia da più di 6 anni e mezzo, avete deciso non di girarvi dall’altra parte, ma avete fatto molto peggio, addirittura di confermare con un atto di determina, a firma della stessa segretaria comunale, il rinnovo dell’incarico all’architetto Angelo Piccolo.

Topi messi a far la guardia al formaggio e la storia dei pagliacci

Ci dispiace dirlo, ma se il sindaco Trombetta e la segretaria comunale Maria Carmina Cotugno si comportano in questo modo, paragonarli ai topi messi a far la guardia al formaggio è un atto che viene da se e ci consenta, il sindaco Trombetta, se lui si comporta in questa maniera, il pagliaccio non è il consigliere Delle Curti, così come lo ha additato impropriamente Trombetta l’altra sera in consiglio comunale, ma è lei, sindaco, che forse non sarà pagliaccio, anzi, siamo sicuri che non lo sia, ma finisce per apparire tale, per apparire una sorta di marionetta, perché non è possibile che la politica di Marcianise, gli interessi del popolo di Marcianise vengano gestiti in uno studio professionale di Via Matteotti e non nella casa del popolo.

Le concessioni edilizie senza nome sono un insulto alla democrazia e la Posillipo sbaglia a sciorinar battute

E veniamo al secondo punto non trattato nell’interrogazione ma comunque oggetto di un intervento fatto dalla consigliera comunale Iole Giuliano, forse è ancora più scabroso del primo punto: lei, forse non ha grande esperienza di queste cose sindaco Trombetta ma secondo noi non esiste in Italia oggi un caso simile a quello di Marcianise; non esiste in Italia una sezione della cosiddetta amministrazione trasparente meno trasparente, più opaca, grigia e invisibile di quella di Marcianise. Franchezza per franchezza, nemmeno ai tempi in cui il clan Belforte era nelle istituzioni e le governava da dentro, nemmeno al tempo in cui il clan dei casalesi era nelle istituzione e le governava da dentro, ci si è mai permessi di pubblicare 93 concessioni edilizie non contenenti il nome del richiedente, quello del progettista e neppure la data del permesso.

Ci dispiace, al riguardo, che una persona, una professionista intelligente e per di più coniugata ad un valente e valoroso dirigente della Polizia di Stato, qual è l’assessore Carmen Posillipo si sia messa a fare un po’ la Maria Antonietta d’Austria rispondendo alla consigliere comunale Iole Giuliano in maniera sprezzante. Noi l’abbiamo ascoltata dalla registrazione: se volete sapere i nomi e i cognomi – ha risposto la Posillipo – andatevi a leggere i cartelli davanti ai cantieri”. Ripetiamo, assessore Posillipo, scriverlo ma questo non è degno delle sue qualità professionali ed umane e francamente queste sue parole possono mettere in imbarazzo suo marito che ogni giorno tiene alto il vessillo dello Stato di diritto della sua nobile professione.

La questione del 110, l’offesa al settore comunale della Cultura e il caso di Fulvio Tartaglione

Avevamo promesso l’espressione del nostro punto di vista sulla questione specifica del 110, cioè dell’assunzione a tempo determinato di un dirigente nel settore dell’urbanistica, ossia su una procedura ribaltata completamente dall’ormai arcinota delibera della giunta comunale dello scorso 3 agosto che ha modificato inopinatamente la pianta organica che preveda invece l’assunzione di un nuovo dirigente all’urbanistica attraverso un concorso a cui Angelo Piccolo non avrebbe potuto partecipare in quanto ancora insufficiente nei suoi requisiti e che precedeva l’utilizzo del 110 ai lavori pubblici.

Anche il sindaco Trombetta, rispondendo all’interrogazione di Pino Moretta, ha fatto un po’ “il Mario Antonietto” buttando lì una cosa un po’ sprezzante, un po’ strafottente: “è vero – ha dichiarato il primo cittadino – che abbiamo Fulvio Tartaglione nel nostro organico in grado di fare il dirigente all’urbanistica ma se lo spostiamo dovremo poi colmare il buco della ripartizione della Cultura assumendo li una nuova unità con il 110″

Intanto va detto subito che questa soluzione, esposta quasi ironicamente da Trombetta, sarebbe una cosa molto più razionale rispetto a quella di continuare a trattare il settore Cultura come una sorta di luogo di punizione. Della serie, io ti mando nell’ultimo degli uffici in ordine d’ importanza pur di farti pagare qualcosa che ritengo tu abbia consumato ai miei danni. Lei sindaco Trombetta sarà anche buono e onesto ma sta continuando nel solco stalinista tracciato dal suo predecessore Antonello Velardi, il quale formulava questo ragionamento: qual è il settore che io considero più inutile e “scafesso” del Comune di Marcianise? La Cultura? E allora, come i dittatori del socialismo reale spedivano i loro oppositori, gli Alexander Solženicyn nei gulag io li ci mando prima Gennaro Spasiano e poi Fulvio Tartaglione, che non saranno dei premi Nobel come Solženicyn, ma siccome rompono le scatole e non fanno quello che gli ordinano meritano di stare in quello che io considero l’ultimo sgabuzzino del Comune di Marcianise.

Ma lei non punisce Fulvio Tartaglione in questo modo ma punisce la Cultura, se la mette sotto i piedi considerandola l’ultima ruota del carro. Al di la di ciò, però, prima che questo settore diventasse il campo di concentramento di Antonello Velardi non c’è mai stato un dirigente unicamente apprestato alla cura dello stesso. Il settore Cultura era aggregato a quello degli affari generali e per un lungo periodo è stato amministrato dal dirigente Angelo Laviscio. Per cui sono tutte scuse. C’ era Nubifero a far guai e magari, lavorando per la Cultura, riesce a ritornar più utile alla comunità di quanto non lo sia stata fino ad oggi.

Insomma, la sua risposta è stata deludente e soprattutto rappresenta l’emblema del suo attuale status: lei pur di tirare a campare, soggiace ai ricatti politici che le arrivano da Pasquale Salzillo e da tutta la compagnia di via Matteotti.

Sindaco Trombetta, faccia uno scatto di orgoglio e chieda i voti a tutto il Consiglio sulla legalità. La minoranza? L’appendiamo noi al muro

Un sindaco con gli attributi si sarebbe alzato in Consiglio Comunale e senza stare li fare conti con il bilancino, si sarebbe rivolto a tutti i componenti affermando che siccome lui è persona onesta e intransigentemente rispettosa delle regole avrebbe chiesto il voto a tutti, al di la degli schieramenti e delle appartenenze, affinchè queste fossero ripristinate.

E’ ancora in tempo a farlo. Le garantiamo una cosa, sindaco Trombetta, d’altronde lo abbiamo già fatto quando hanno realizzato lo sciagurato accordo politico con Giovanni Zannini e Luigi Bosco. E grazie a quella nostra posizione lei ha vinto le elezioni perchè non vogliamo mai pensare che sempre lei sia così poco lungimirante da ritenere che CasertaCe con il seguito di lettori che ha a Marcianise avrebbe avuto problemi a convincere una settantina di cittadini a votare dall’altra parte per Lina Tartaglione. Se il centrosinistra cioè l’opposizione utilizzasse questo tema, questo nodo di legalità approfittandone per provare a mandarla sotto e magari per mandarla a casa, noi prendiamo, naturalmente in maniera metaforica, i vari Alberto Abbate, Iole Giuliano, Rosa Cibelli, Lina Tartaglione, il buon Raffaele Delle Curti, Pinuccio Moretta, sua nipote Marina Moretta e li appendiamo al muro. Forza, dimostri, come dicono in tanti, che lei sa raggiungere lo stadio dell’onestà e del pieno esercizio della legalità non solo nella vita privata e in quella professionale di medico mutualista, ma anche come uomo delle istituzioni. Una cosa è cercare di raggiungere degli equilibri in una maggioranza complicata, piena di gruppi e sottogruppi, altra cosa è raggiungerli violando la legge. Perchè in questo caso non sarebbero equilibri ma semplicemente ricatti a cui lei, sindaco, soggiace diventandone, lo ripetiamo per l’ennesima volta, complice assoluto.