MARCIANISE. Suvvia, sindaco, pensa realmente ad un complotto contro Pasquale Salzillo? Angelo Piccolo non può essere più il re delle concessioni

30 Ottobre 2023 - 08:32

A quanto ci risulta, il primo cittadino avrebbe accolto con un’indifferente alzata di spalle il nostro articolo di qualche giorno fa. I rapporti tra Pasquale Salzillo con Angelo Piccolo e con lo zio di questi, Tommaso Colella, sono noti. Ma, al di là di ciò, un’ulteriore permanenza, a sei anni e mezzo dalla sua nomina, di Piccolo a capo dello Sportello dell’edilizia è in contrasto con tutte le norme anticorruzione. E anche l’incredibile vuoto della sezione nel sito del Comune dei permessi di costruire già firmati e tenuti segreti da rappresenta una clamorosa violazione delle già invocate norme anticorruzione

MARCIANISE (g. g.) – Da un sindaco, incoronato da un cospicuo e determinante voto personale, da ben quattromila marcianisani, che lo hanno votato, chi con il consenso disgiunto, scegliendolo, pur attribuendo, contestualmente, le proprie preferenze a candidati al Consiglio comunale di una coalizione avversa, chi votandolo, come si suole, “secco” sulla scheda, ossia senza scegliere alcun candidato al consiglio comunale, ci si poteva aspettare qualcosa in più rispetto ad un faticoso esercizio di equilibrismo che, alla lunga, non potrà che fiaccarlo.

Sic transit gloria mundi ovvero l ‘ebbrezza effimera della celebrità versus le quattro uova in un piatto

Il problema di Antonio

Trombetta è che, come capita a molte persone, le quali, imprevedibilmente e inaspettatamente , a un certo punto della propria vita e spesso già in età matura, assumono una funzione di avanzatissima visibilità, si è innamorato più della forma che della sostanza.

Va da sé che uno come Pasquale Salzillo, vicesindaco e assessore all’ambiente, ma sostanziale assessore anche all’urbanistica e al crucialissimo Sportello unico dell’edilizia, che ha fatto invece della sostanza della praticità, del pragmatismo, della cultura (chiamiamola così), dell’obiettivo materiale  la sua bussola esistenziale (forse il sindaco Trombetta non sa, dato che si è occupato, a differenza nostra, di ben altro negli ultimi 25 anni), torni comodo per la risoluzione di molti fastidi, di moti noiosi incomodi, a un Trombetta che sta interpretando la sua funzione soffermandosi soprattutto sul piacere, tutto epicureo, prova ogni mattina quando le persone e poi i dipendenti del Comune lo chiamano sindaco.

Avendo costruito questa base relazionale con Pasquale Salzillo, non poteva, il Trombetta, non girarsi dall’altra parte e non infilare la sua testa nella sabbia, alla maniera degli struzzi, di fronte allo sforzo compiuto da questo giornale di spiegargli che il meccanismo, venutosi a creare nell’ufficio tecnico del Comune di Marcianise, rischia di creare un grumo di potere pericoloso, in quanto si tratta di una sfasatura, che potrebbe presto trasformarsi in degenerazione di una ortodossa potestà, in quanto gestito attraverso una relazione impropria tra un ufficio della pubblica amministrazione, in cui si dovrebbe esercitare la custodia della res pubblica in nome e per conto di tutti i cittadini e in maniera imparziale, e un altro luogo, stavolta privatissimo dentro al quale si esercitano funzioni assolutamente differenti che attengono al pur legittimo perseguimento di obiettivi privati di tipo imprenditoriale.

Il governo e a sua sede obbligatoria, che non stare in uno studio professionale

Lo Sportello unico dell’edilizia non può rappresentarsi, come oggi si rappresenta, nella percezione di tutti i marcianisani, sia di quelli che lo dicono, di quelli che ce lo scrivono spesso, di quelli che lo dicono senza alcuna difficoltà dandolo come fatto acquisito, sia di quelli che non lo dicono, ma lo pensano, come una esplicazione di potestà suddivisa tra un ufficio pubblico e uno studio privato, dove, peraltro, insistono anche gli interessi, pure questi legittimi, di un pezzo da novanta dell’imprenditoria mattonara di Marcianise, qual è Tommaso Colella. 

L’atteggiamento liquidatorio di queste tesi, l’alzata di spalle con cui il sindaco Trombetta ha accolto il nostro primo articolo (Clikka qui per LEGGERLO)  non tocca, perché non può toccarla, il contenuto di un’analisi, frutto delle cognizioni ampie, esperte, cospicue, di chi quell’articolo ha scritto, ma è solamente una forma di resa, di abdicazione, quand’anche ancora non percepita, rispetto a quella che dovrebbe essere la funzione reale di un primo cittadino, peraltro, come già scritto, destinatario di un consenso personale, che se non è stato plebiscitario, si è attestato comunque su livelli che quella nostra esperienza, di cui prima, ha raramente intercettato negli ultimi vent’anni, qui in provincia di Caserta, nell’applicazione delle norme un po’ bizzarre della legge elettorale che regola l’elezione diretta dei sindaci italiani.

E’ deludente, allora, soprattutto per chi ha votato Trombetta “secco” e per chi ha votato prima lui e poi i candidati preferiti per il consiglio comunale, una diarchia tra Antonio Trombetta e Pasquale Salzillo, con il primo a svolgere la funzione di sindaco delle cerimonie, dei convegni, alimentando quella che, alla lunga, potrebbe trasformarsi in vanagloria, e Pasquale Salzillo a fare il sindaco vero, quello che comanda, che manovra, che determina i processi amministrativi, colui che è in grado di far mancare e poi ricomparire i voti in consiglio comunale, com’ è successo probabilmente l’altra sera in sede di elezione del nuovo presidente del collegio dei revisori dei Conti.

Una speranza di novità tradita provoca reazioni ancor più rabbiose degli elettori

Non era questo l’Antonio Trombetta su cui hanno puntato migliaia di marcianisani, perché quei marcianisani che hanno votato solo lui e prima lui, hanno puntato, a ragione o a torto, sul cambiamento. Sapevano bene che la sua coalizione ne era l’antitesi e dunque hanno valorizzato la sua persona, quella di un medico massimalista che ha fatto molto bene il proprio lavoro negli anni. distribuendo empatia e simpatia prim’ancora delle prescrizioni mediche.

La sua alleanza, il suo rapporto privilegiato, di tipo morale, prima ancora che politico, con Pasquale Salzillo, persona simpatica, con cui si può parlare, ma che rappresenta l’archetipo, la quintessenza di tutti quelli, e sono tantissimi, che devono l’80% della propria dichiarazione dei redditi a un rapporto abile con la politica, è un dato che già ora ridurrebbe e non di poco l’appeal elettorale di Trombetta.

Girarsi dall’altra parte e liquidare con un’alzata di spalle il nostro primo articolo, non inquieta, lo ribadiamo. noi che ben sappiamo quanto valiamo e quanto vale la nostra inesausta esperienza professionale. Significa, invece, iniettare un virus destinato a determinare guai, ad essere un vettore di disgregazione e non di aggregazione.

Le norme anticorruzione del Comune di Marcianise trattate come carta straccia

I nostri articoli, sempre lunghi e faticosi, sono scritti prima di tutto per garantire i politici, gli amministratori da noi criticati. Altro che alzata di spalle. Se è vero, infatti, che mal comune è mezzo gaudio, è anche vero che il fatto che la magna pars degli enti locali casertani vìola vergognosamente la legge e le norme vigenti, ciò non vuol dire che Trombetta, il quale ha vinto personalmente le elezioni comunali, non possa rappresentare una specificità nella valutazione censoria di queste violazioni.

E’ chiaro che tu da un mestierante come Carlo Marino, te lo aspetti, e non ti aspetti altro, ma almeno all’inizio devi dar credito a un Trombetta che ha fatto del suo candore un possente strumento per catturare consenso.

Sindaco, non faccia spallucce immaginando sempre motivazioni deboli, suggeritori, burattinai che magari comodamente chi le sta vicino per tranquillizzarla le prefigura come fattore agenti degli articoli di questo giornale.

Lei, non lo deve dimenticare mai che, nonostante i 4000 voti personali raccolti, lei indossa quella fascia solo ed esclusivamente, ripetiamo solo ed esclusivamente, grazie alla posizione intransigente di questo giornale che ha sacrificato, per tre e più mesi, rapporti affettivi, amicizie per non derogare ai suoi principi, perché noi, caro sindaco, per i princìpi non guardiamo in faccia a nessuno, a partire dai nostri amici, come abbiamo ampiamente dimostrato.

Se lei ha vinto le lezioni per 61 voti è perché questo giornale, considerando Giovanni Zannini e Luigi Bosco (ha letto la cronaca nera di questi giorni?), cancri e metastasi di questo territorio, ha addirittura deciso di cancellare dalla campagna elettorale il nome della sua competitrice Lina Tartaglione, che Zannini e Bosco avevano legittimato concedendo loro l’onore di presentare il simbolo ufficiale dei Moderati, oggi raccolti da lei, che, pur di non mettere a rischio quella gloria destinata a diventare vanagloria, assiste inerme alla prevedibilissima attività corsara dello Zannini che già oggi, ci scusi l’espressione poco commendevole, la tiene per i proverbiali zebedei. Ma questa è un’altra storia che andremo ad approfondire nei prossimi giorni.

Lei non conosce il “suo” Piano triennale anticorruzione

Ritorniamo al punto. Noi ragioniamo in base alle leggi, alle norme che abitano l’ordinamento della Repubblica italiana. Lo sa cos’è il Piano triennale di prevenzione della corruzione e per la trasparenza? E’ una lex specialis che non perché è specialis non è lex; e, d’altronde, il suo comune quando l’ha fatto diventare norma, cioè lex, non lo ha fatto per farsi bello, ma perché obbligato da precise strutture normative di rango superiore.

Nel sito del Comune di Marcianise, da cui lo abbiamo scaricato in modo da poter pubblicare in calce il passo integrale che andiamo a citare, c’è ed è anche evidente.

E’ mai possibile che Lei non lo conosca?

Pagina 30 capitolo M5 che regola la materia delicatissima della  Rotazione del personale addetto alle aree a rischio. Tra le diverse aree a rischio c’è citata anche quella riguardante lo Sportello Unico dell’Edilizia. Dunque quest’ultimo è soggetto alla struttura di regolamentazione della fase di rotazione del personale addetto. Dice il Piano del Comune di Marcianise che “La rotazione del personale addetto alle aree a più elevato rischio di corruzione rappresenta una misura di importanza cruciale tra gli strumenti di prevenzione della corruzione. Nell’ambito di questi uffici, la rotazione deve essere prevista anche per i responsabili dei procedimenti”.  

La rotazione, per i responsabili degli uffici sopra citati e dei relativi procedimenti, si attua ogni cinque anni, a decorrere, dalla prima attuazione della stessa, mentre per i Dirigenti ogni tre anni a decorrere, per entrambi i casi, in prima applicazione, dall’approvazione del primo PTPC e successivamente dal provvedimento di nomina.

Abbiamo isolato solo questo piccolo contenuto perché la questione è più ampia visto che, ad esempio, questo piano come soluzione di trasparenza e di prevenzione alla corruzione prevede la pubblicazione di tutti i Permessi di costruire.

Ha capito, sindaco Trombetta, perché nel precedente articolo rappresentavamo come problema molto grave il fatto che il funzionario di alta specializzazioni e facente funzioni, Piccolo, non abbia pubblicato fino ad oggi i permessi di costruire attribuiti, facendo rimanere desolatamente vuoto il sito che li dovrebbe accogliere? Mal comune è mezzo gaudio si diceva.

Rotazione? No, grazie. Meglio il feudo di Angelo Piccolo.

Il piano anticorruzione del comune, comicamente, perché questo la legge gli impone di riportare, dà per scontato che la rotazione del personale non dirigente sia già attiva. Ed essendo già attiva fissa in 5 anni il tempo massimo in cui un’unità di personale può svolgere la sua funzione in uno dei settori a rischio e in tre anni il termine che, in proposito, viene utilizzato per i dirigenti.

Ora, non è perché il suo predecessore Antonello Velardi o prima ancora Tonino De Angelis se ne sono stra-fregati delle norme anticorruzione, lei, Trombetta, accolto dopo essere stato votato votato come l’uomo dell’onestà se ne possa parimenti stra-fregare.

 Lo sa da quanti anni l’architetto. Angelo Piccolo è responsabile dello Sportello unico dell’edilizia, da quanti anni da lui dipende il rilascio dei permessi di costruire, ordinario e in sanatoria, che rappresentano la carne viva degli interessi delle famiglie normali ma anche di fior di imprenditori? Almeno sei anni.

L’architetto Angelo Piccolo faceva il vigile urbano. Nell’estate 2017 l’allora sindaco Velardi  lo chiamò, gli tolse il cappello e gli affidò questa scrivania cruciale. Qualcuno, le solite lingue sacrileghe, affermò che questa sorprendente scalata potesse avere a che fare con l’ampio potere contrattuale che il prima citato imprenditore Tommaso Colella aveva con l’amministrazione comunale.

Ma il problema non consiste nello stabilire il perché Angelo Piccolo sia diventato il responsabile facente funzioni dello Sportello unico dell’edilizia. Il problema è un altro ed è costituito dal dato di fatto dei sei anni e più durante i quali ha ricoperto e ricopre questa funzione.

Di utte quante le aree critiche, a rischio, stabilite dal Piano anticorruzione, lo Sportello unico dell’edilizia è sicuramente quello più a rischio tra i rischiosi. E non esiste, né a Marcianise, né in nessun altro degli ottomila comuni italiani, che la stessa persona, che per di più non è un dirigente, che per di più è il nipote di uno degli imprenditori più importanti del mattone locale, che per di più è storicamente legato da professionalmente al vicesindaco Pasquale Salzillo, possa ulteriormente ricoprire questo ruolo.

Potremmo allungarci ulteriormente, ma per oggi basta. Sindaco Trombetta, invece di scrollare le spalle e di liquidare con parole di rituale sufficienza i nostri articoli, provi a confrontarsi con i medesimi, sviluppando delle tesi di contrasto, di antitesi rispetto ad ogni punto esposto negli stessi.

Perché noi ci facciamo il culo per dotare le nostre affermazioni di argomenti e di contenuti profondissimi, attenti, attivi. Se lei si sente tanto potente e inattaccabile da poter evitare questo confronto con il disprezzo e la maleducazione di un’alzata di spalle, e beh, la storia recente di Marcianise insegna che i contenuti, alla fine vincono sempre.

La partita si gioca solo sul discrimine della resistenza fisica di chi lavora in questo modo. E al momento, la passione per la legalità, il rifiuto per ogni forma di corruzione, di ogni forma di aggiustamento al ribasso, rappresenta ancora per noi propellente atomico.